Diario Olimpico Londra 2012 – Luigi Lamonica
SONO UN RAGAZZO FORTUNATO

I bagagli, le Finali, i commoventi messaggi dei lettori e la Cerimonia di Chiusura della seconda Olimpiade. L’ultima puntata del Diario Olimpico.

Roseto degli Abruzzi (TE)
Martedě, 14 Agosto 2012 - Ore 16:00
Puntata 19 di domenica 12 agosto 2012.
 
Buongiorno!

Ci siamo. L\'ultimo giorno delle Olimpiadi è arrivato e, come tutte le belle avventure, anche questa sta per arrivare alla sua conclusione. Oggi pochissime medaglie vengono assegnate, molti sport di squadra terminano il loro programma nella mattinata o nel primo pomeriggio e la gran parte delle discipline - oserei dire più dell’80% - ha già assegnato i propri titoli. Quindi fa un po’ specie, mentre attendo l\'ascensore per andare giù a colazione, vedere dalla finestra che praticamente nessuno è in coda per entrare all\'ExCel Arena.
 
Ho letto alcune polemiche in internet sulle Olimpiadi, relative al fatto che vengono sempre mostrati sport cosiddetti minori. Non so voi, ma io ho la già la nausea, se penso che tra un po’ in televisione torneranno le amichevoli di calcio tra squadre di Serie A e formazioni amatoriali, con spiegamento di forze come se fosse una finale di Champions League, per una partita che interessa a nessuno.
 
Farei venire a vedere, un giorno, le persone che si recavano all\'ExCel per vedere gli incontri di lotta, piuttosto che di scherma oppure di boxe. In migliaia ogni giorno, forse anche decine di migliaia, e tra loro moltissimi bambini.

E allora che ben vengano le Olimpiadi, sfortunatamente ogni 4 anni, a dare un po’ di visibilità anche a competizioni che vedono per atleti essere dei normali esseri umani, senza le stranezze dei loro colleghi di altre attività sportive, super coccolati e pagati. E vi avrei fatto vedere con quale entusiasmo e gioia i bambini si recavano a vedere questi sport "minori".
Qualcuno, prima di parlare, dovrebbe provare a vivere un giorno in questa atmosfera. Sono sicuro che capirebbe il motivo che spinge migliaia di persone a risparmiare 4 lunghi anni per poter acquistare i biglietti di una Olimpiade, oppure a sacrificarsi 4 lunghi anni in allenamenti quasi giornalieri, pur di essere considerato un atleta olimpico.
 
Poche decine di atleti vincono l’oro e possono fregiarsi del titolo di campione olimpico, in migliaia non vincono nulla eppure sono contenti lo stesso, perché hanno esaudito quello che per molti è un sogno.
 
E chiediamoci anche cosa spinga migliaia di persone, di età compresa tra i 50 ed i 60 anni, a chiedere di essere selezionato come volontario per essere la parte migliore di questa Olimpiade, quella che tutti i partecipanti, tutti i turisti accorsi in massa, porteranno come ricordo di questa magnifica avventura. Il loro sorriso, la loro disponibilità, la loro educazione consentiranno a questa edizione dei Giochi Olimpici di essere ricordata per molto, molto tempo.
 
A loro verrà tributato l\'applauso più, lungo, sentito, emozionante, durante la cerimonia di chiusura, quando Sir Sebastian Coe, Presidente del LOC li ringrazierà pubblicamente per la riuscita dei Giochi.

L\'ultimo giorno è anche quello della preparazione delle valigie e per me è sempre un brutto giorno, perché odio farle. Sembrano essere sempre troppo piccole, come se nel viaggio di ritorno della mia trasferta arbitrale la roba decuplicasse il proprio volume.
Comunque, soprattutto grazie al buon Andrea, al quale ho lasciato una valigia stracolma di roba che riporterà a Roma martedì, sono riuscito a sistemare tutto.

Alle 10.45 mi sono mosso dal mio hotel, lasciandolo per arrivare alla O2 Arena e seguire la finale per il 3º posto e, successivamente, dopo aver organizzato per la valigia con Andrea, alle 15  la finale per la medaglia d\'oro. Sono state due splendide partite: equilibrate, combattute, difficili da gestire, con  tanta pressione addosso, ma arbitrate bene dalle due terne di colleghi.

A molti di voi che mi hanno seguito in questi giorni, sia sul diario di Roseto.com sia nelle partite trasmesse in TV, chiedo - per favore - di togliere dal vostro volto quel filo di tristezza. O, per dirla con Luca Maggitti, vi prego di non “masticare amaro” se oggi non arbitro la finale olimpica.
 
Non mi era dovuta perchè era l\'unica partita importante che non ho diretto nella mia carriera. Non mi era dovuta perché dai Campionati del Mondo del 2010 ad oggi ho arbitrato, praticamente, tutte le finali europee possibili ed immaginabili quando una squadra italiana non è arrivata a giocarsi la finale.
No, non mi era dovuta.
Come non mi era dovuta questa seconda meravigliosa esperienza olimpica, che però hanno deciso di farmi fare. E a coloro che l\'anno deciso non finirò di dire grazie per il resto della mia vita.
 
Facendo due conti, in questa Olimpiade – escludendo le 2 volte che sono stato nominato arbitro “stand by” per le gare femminili Russia-Canada e Repubblica Ceca-Angola – ho arbitrato 8 gare: 7 maschili (Spagna-Cina, Francia-Argentina, Brasile-Russia, USA-Lituania, Australia-Russia, USA-Australia, Spagna-Russia) e 1 femminile (Francia-Canada). Ho avuto l’onore di dirigere sia il Quarto di Finale USA-Australia sia la Semifinale Spagna-Russia.
 
Venire a Londra ed arbitrare partite di questo livello, in questo contesto, è stato semplicemente fantastico. Sentire che i colleghi con i quali sono sceso in campo, nel leggere la designazione, erano completamente a loro agio, anche se non ci eravamo mai incontrati  prima, e vederli prima tesi nello spogliatoio durante il colloquio pre-gara e poi in campo distesi e responsabilizzati, offrendo prestazioni di notevole spessore tecnico, mi ha reso molto appagato.

Io, come direbbe Jovanotti: “Sono un ragazzo fortunato, perchè m\'hanno regalato un sogno...”. E lo sono ancora di più, perché me lo hanno regalato due volte nella mia carriera arbitrale e questo non ha prezzo.
 
Come cerco di insegnare ai giovani arbitri in Italia ed in Europa, quando mi capita di palare con loro, tutte le partite per noi arbitri sono uguali, siano partite di campionati Under o partite di una Olimpiade e tutte devono essere affrontate con la massima concentrazione e, soprattutto, con il massimo rispetto per gli attori principali. Che una Finale Olimpica meriti una maggiore cura da parte nostra, concentrazione, preparazione fisica-mentale, che una partita di Lega Italiana? No. Non può e non deve essere cosi.

Aver arbitrato 16 partite in 2 edizioni di Olimpiadi diverse non può farmi masticare amaro e sono certo che non farà masticare amaro anche chi mi vuole bene e segue il diario. Io penso alle migliaia di arbitri che non hanno mai avuto la possibilità di vivere una emozione del genere, anche se lo avrebbero meritato, e allora credo che non sia giusto recriminare. 3 arbitri dirigono la Finale Olimpica e far parte dei 27 esclusi fa parte del gioco e deve essere accettato. Come bisogna accettare che  i miei 3 colleghi siano  stati considerati più adatti a dirigere la Finale, ed io devo accettarlo senza se e senza ma. È il campo che lo dice e lui non mente mai. È uno degli insegnamenti che Ninì Ardito mi ha sempre trasmesso, non lo rinnegherò adesso e non lo farò mai. Perché se dovessi farlo, vorrebbe dire che è arrivato il tempo di cambiare mestiere.

E poi, come potrei essere triste e deluso, dopo tutti i messaggi, e-mail, sms, post sulla pagina facebook di DECIDERE che mi avete inviato?
 
Voi mi avete commosso fino alle lacrime, usando frasi come: “Grazie, perchè mi sembrava di essere lì con te”, oppure: “Mi hai ricordato i sacrifici che ho fatto per arbitrare”, o ancora: “E’ un percorso magnifico il tuo, Gigi, e ha un significato particolare perchè io penso che tu rappresenti la parte migliore di noi: il talento è in parte un dono, il modo in cui lo si vive no, quello è un valore...”, e poi ancora: “Non essere triste, sii orgoglioso per quello che hai saputo raggiungere, perchè non è stato facile, per l\'affetto grande che ti circonda che non è scontato e non è gratuito e anche per la nostra delusione, che avremmo voluto che tutto il mondo sapesse che sei l\'arbitro migliore e  una persona tanto speciale. C\'è ancora strada e sarà un viaggio bellissimo...”.
 
No, non sono affatto triste, leggendo pensieri belli come: “Bravo! Non so se domani avrai la ciliegina, ma bravo per aver trasmesso con il diario sentimenti ed esperienze vere, intense ed aver fatto  partecipare tutto il movimento arbitrale a questa avventura. Bravo perchè la responsabilità di arbitrare una Olimpiade  l\'hai vissuta personalmente sia come rappresentante di tutti noi. Bravo perchè in questo ambiente abbiamo bisogno di semplicità e di cose schiette e genuine”.

Sento soltanto gioia ed orgoglio, per avermi fatto sentire qualcosa che non avevo mai provato prima, leggendo pensieri come: “…non so se la prima di oggi voglia dire l\'ultima del torneo. Non credo. E poi non importa. Vale quello che hai scritto sul diario, anche se lo hai scritto per noi - noi che leggiamo -. Ci vuole allora qualcosa scritto PER TE da noi che leggiamo. Chi sei lo sanno in tanti forse tutti, senza campagne, non sarà questa partita piuttosto che un\'altra a cambiarlo. C\'è che farai  una delle partite più importanti (per la pallacanestro) di questi 4 anni, come hai già fatto altre volte: quindi non hai bisogno di suggerimenti, ma solo di sapere che ci si unisce intorno a te con il sorriso, trepidanti di guardarti negli occhi una volta tornato. Perchè regalerai questa emozione a ciascuno ogni volta...”.

Io, durante la finale per la medaglia di bronzo, rileggevo questi messaggi e una strana smorfia credo sia apparsa sul mio volto: un sorriso di gioia, di fierezza, di orgoglio, ma anche una strana pesantezza nella zona oculare. Voi ed i vostri pensieri avete girato completamente il mio stato animo. Niente potrà togliermi le emozioni che ho provato  leggendo i vostri messaggi.

La mia seconda Olimpiade è finita lì dove era iniziata, sulle poltrone dello stadio Olimpico a seguire la Cerimonia di Chiusura, che è stato un vero e proprio concerto organizzato alla grande, riunendo le Spice Girls, coinvolgendo George Michael, Annie Lennox, proponendo una esibizione video di Freddie Mercury ed immediatamente l\'entrata dei Queen, una coreografia bellissima che sulle note di “Immagine” ha riproposto il volto di John Lennon, ed altre decine di artisti si sono esibiti nello stadio, con atleti e pubblico sugli spalti, letteralmente scatenati che hanno ballato per circa tre ore. E vi assicuro che con quella musica era praticamente impossibile non farlo.
 
E, alla fine, un addio da parte di Londra a tutti gli atleti, volontari, spettatori, a tutto il Mondo,  con il saluto di Sir Sebastian Coe, che con voce rotta dall\'emozione ha urlato al mondo intero "WE DID IT!".

Questa edizione delle Olimpiadi di Londra, in un momento economico di grande difficoltà, ha insegnato che si possono organizzare dei Giochi pensando al futuro, costruendo impianti temporanei, limitando i trasporti su gomma e l\'inquinamento, riciclando di tutto e di più, ma soprattutto coinvolgendo una città intera, facendola sentire partecipe ed orgogliosa di accogliere per 17 giorni il mondo intero.
 
E per sempre, come lo è stato anche per Pechino, porterò sempre il ricordo dei meravigliosi volontari, che hanno reso possibile tutto ciò.

Grazie di avermi seguito anche in questa magnifica avventura. A tutti voi il mio più grande sorriso.
 
HAVE A NICE DAY!
 
 
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Stampato il 03-28-2024 19:20:57 su www.roseto.com