Una foto, un pensiero.
PASQUALE TESTA: L’ULTRARTISTA ROSETANO.

Dagli striscioni in Curva Nord alle emozioni fatte di metallo ritorto.

Roseto degli Abruzzi (TE)
Domenica, 12 Gennaio 2014 - Ore 15:30
Pasquale Testa, rosetano taciturno dalla profetica barba, credo di conoscerlo (senza barba) dai tempi del “Rinascimento Cestistico Rosetano”, la cui data di inizio è il campionato di Serie C1 1995/1996.
 
Pasquale Testa è uno degli ultras della Curva Nord, particolarmente dotato artisticamente. Credo sia stato lui, materialmente, a disegnare un gigantesco Federico Pieri sullo striscione mediante il quale (Serie A2 1998/1999) la Curva ne chiedeva a gran voce il ritorno in Nazionale.
 
Il “Rinascimento Cestistico Rosetano” riportò il tutto esaurito nell’attuale PalaMaggetti (prima della ristrutturazione, quando lo chiamavamo prima PalaSalara e poi PalaAnastasi) e i tifosi organizzati (Brigata, Vecchia Guardia, Kapovolti) fecero fronte comune sul lato lungo dell’impianto, fino alla B1 1997/1998.
 
Poi, con l’arrivo dei campionati professionistici e le esigenze della gestione degli abbonamenti, il tifo organizzato si prese la Curva Nord, che ha ospitato strepitose coreografie, anche se quelle che personalmente considero le più commoventi restano quelle che occupavano l’intero lato lungo della tribuna, nella vittoriosa B1 1997/1998.
 
Coreografie, si badi bene, non scenografie. Roba che si muoveva, non statica: teatro applicato al basket.
 
Pasquale – insieme a Paoletto, Eziolino, Laura, i compianti Giacchino e Simone e tanti altri che colpevolmente dimentico o dei quali non conosco i nomi – era uno di quelli che alla vigilia della partita andava a “fare le prove” della coreografia. Teatro, appunto.
 
Poi gli anni sono passati, a Pasquale è cresciuta la barba, l’ho rivisto con piacere a seguire il suo Roseto Basket e – grazie a Facebook – ho cominciato ad ammirare le sue opere.
 
Sculture originali, create senza scolpire bensì torcendo metallo. Opere asciutte, che colpiscono per la capacità comunicativa nonostante l’essenzialità.
 
Guardo le sculture di Pasquale e penso che somiglino meravigliosamente agli ultras del Roseto Basket che conosco io: essenziali eppure contorti, allergici ai paraculismi, pronti ad aiutare gli ultimi e gli indifesi.
 
Insomma, citando Ivano Fossati ne “La musica che gira intorno”: per niente facili... (donne e) uomini sempre poco allineati...
 
Oggi, quando ho visto “Ne uccide più la penna”, ultima opera divulgata in Facebook, ho pensato a tutti i giornalisti e scrittori che conosco. E a quale distanza siderale passi fra molti di loro, anche se fanno lo stesso lavoro.
 
Certo, è una vecchia storia: esistono magistrati buoni e cattivi, preti buoni e cattivi, politici buoni e cattivi, medici buoni e cattivi e via andare. Compresi giornalisti e scrittori.
 
E allora voglio dedicare questa opera di Pasquale l’Ultrartista a tutti i giornalisti e scrittori che fanno fatica, che continuano a farlo con passione e fra mille difficoltà. A quelli che non hanno garanzie e quasi nessun diritto, ma mille doveri. A quelli che non strizzano l’occhio ai potenti e non prendono dai potenti mazzette. A quelli che vivono scortati, a quelli minacciati di morte dalle mafie o dai potentati. A quelli che continuano a fare questi delicatissimi e diversi lavori (uno può farli entrambi, ma sono mestieri differenti) animati da un solo “padrone”: il lettore.
 
Grazie dell’emozione, Pasquale. E sempre forza Roseto.
 




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