Scompaginando [libri aperti a caso]
FRANCO FERRAROTTI, FRANCO PIPERNO, TONI NEGRI, GIOACCHINO BELLI E IL DOPPIO STANDARD.

Un ricordo del sociologo italiano, condito con una sapida riflessione.

Roseto degli Abruzzi (TE)
Domenica, 21 Giugno 2015 - Ore 15:45
[Pagina 98]
 
Poco tempo prima uno dei fondatori di «Potere Operaio», Franco Piperno, mi aveva invitato alle sue nozze, nella sontuosa Villa Miani a Roma, con la giovane figlia della famiglia Ardizzone, proprietaria del Giornale di Sicilia. Nulla di più alto borghese, tavolate luculliane; musica e danze in giardino. Piperno e Toni Negri mi avvicinano con discrezione; mi sussurrano qualche cosa all’orecchio. A sera, in una trattoria popolare, incontreranno i compagni, quelli «veri». Sono cordialmente invitato. Non ci andrò. Non mi piace e non approvo il doppio standard. A pranzo con i grandi borghesi e a cena con i proletari rivoluzionari. Rifletto: è ancora la doppia verità che emerge, il tenere il piede in due staffe, l’antico vizio italico della «dissimulazione onesta», il principio del pars sanior nel conclave quando si tratta di eleggere il nuovo papa. Forse una cultura cattolica mediterranea, programmi a parte, non può produrre altro. Gioacchino Belli lavora durante il giorno negli uffici della censura vaticana; di notte scrive sonetti all’acido prussico contro papa e cardinali. È mai possibile che da questi atteggiamenti prenda inizio e si allarghi a tutta la società un processo di trasformazione in grado non solo di ritoccare la facciata, secondo operazioni cosmetiche più o meno riuscite, ma di penetrare e rivoluzionare il costume, la pratica quotidiana, la sostanza dei rapporti fra potere e cittadini, fra uomini e donne, fra padri, madri e figli?
 
Franco Ferrarotti
PANE E LAVORO!
Memorie dell’outsider
Guerini e Associati  Maggio 2004 – Euro 15
 




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