Don Luigi Ciotti a Roseto
SALDARE TERRA E CIELO, CON VANGELO E COSTITUZIONE.

L’articolo pubblicato sul MESSAGGERO Abruzzo venerd́ 9 ottobre 2015.

Roseto degli Abruzzi (TE)
Sabato, 10 Ottobre 2015 - Ore 22:15
«Siate umili, vi prego!».
 
È un tuono la voce di Don Luigi Ciotti, che porta il lampo del coraggio e la pioggia di un quotidiano impegno iniziato a Torino 53 anni fa e che oggi si innerva in Italia, Europa e mondo intero attraverso il Gruppo Abele e Libera.
 
Folla da stadio ieri alla Sala Piamarta di Roseto, per il sacerdote in prima linea contro droghe e mafie, che ha dibattuto sul tema: “Torniamo a parlare di droghe. Problema risolto o tollerato?”.
 
Due ore di colloquio con studenti e utenti di un centro di ascolto, parlando di vecchie e nuove dipendenze, di bisogno di conoscere i fatti per poter adottare le migliori soluzioni e, soprattutto, di dubbi: «Se conoscete qualcuno che vive di certezze, salutatelo caramente da parte mia e cambiate strada».
 
Don Ciotti non si è sottratto alle domande dei giovani su inizi, paure, posizioni sui grandi temi e ha incalzato un uditorio sempre in religioso silenzio, a volte consultando appunti a volte chiudendo gli occhi, alla ricerca della forza necessaria a chi da oltre mezzo secolo è il principale portavoce di chi non ha voce.
 
Rispondendo a un ragazzo, il prete ha ricordato l’incontro che gli ha cambiato la vita. È stato quando aveva 17 anni e non era ancora sacerdote. Un barbone, che era stato un medico e passava la giornata leggendo libri sulle panchine della Torino del 1962, in cui non si parlava ancora di droga, indicò al giovane Luigi Ciotti un bar in cui i giovani mescolavano farmaci e alcool: tutto iniziò dalla voglia di aiutare quei giovani e proseguì con l’ordinazione sacerdotale da parte del cardinale Michele Pellegrino, che rifiutava i titoli preferendo l’appellativo di padre e che non gli affidò una parrocchia, ma lo lasciò in strada: «A imparare a riconoscere nel volto degli ultimi quello di Dio».
 
E siccome la vita è fatta di corsi e ricorsi, Don Ciotti, che a Roseto è tornato dopo 9 anni, ha ricordato che Papa Francesco gli ha detto che fu proprio il cardinale Pellegrino ad aiutare i nonni del Pontefice: la famiglia Bergoglio, che poi emigrò in Argentina.
 
Don Ciotti ha alternato eccezionali episodi di vita vissuta a numeri sullo stato delle dipendenze vecchie e nuove e delle mafie, lasciando una lezione eccezionale che si può riassumere con la sua frase: «Voglio saldare terra e cielo, con il Vangelo e la Costituzione Italiana».
 






Stampato il 04-30-2024 18:21:23 su www.roseto.com