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AMICIZIA E SOLIDARIETÀ: 2-0 FACILE CONTRO LA RIVALITÀ.

Alessandro Ramagli, il disco di Brandon Sherrod & the Sharks e i ricordi di una amicizia ormai maggiorenne.

Roseto degli Abruzzi (TE)
Venerdì, 19 Maggio 2017 - Ore 10:00

Ho conosciuto Alessandro Ramagli nel 1999/2000 (gli sportivi – a vario titolo – ricordano più facilmente a stagioni che ad anni solari). Era il coach del Livorno in A2 ed allenava gente come Alvaro Tor, uno che per un’acca non è diventato un semidio.

Dopo Roseto-Livorno, Alessandro venne in sala stampa e disse: “Scusate, chi sono Pomponi e Maggitti?”.
Giorgio e io ci guardammo come se fossimo Totò e Peppino alle prese con il ghisa milanese (nòjo vulevòn savuàr…), poi alzammo i ditini presentandoci.

Ci aspettavamo cazziate (vedi a volte l’insicurezza…), invece il coach disse: “Quando faccio video non tolgo l’audio alle vostre telecronache, complimenti”.
Ovviamente, portando sempiterna gratitudine al livornese dal fisico tondo e dalla rotonda schiettezza dal quel momento in poi, non poteva che nascere un’amicizia che nel 2017 si avvia verso la maggiore età.

Così, quando ieri sera, a zonzo con l’amico Mimmo Cusano, ho incrociato Alessandro con il suo staff a passeggio per il lungomare, l’ho abbracciato calorosamente (felice che fosse ancora vivo, visto che si era imbarcato in una sgambata sul lungomare Pasquale Celommi con la tuta Virtus Bologna!).

Qualche chiacchiera e subito ho provato a vendergli il disco di “Brandon Sherrod & the Sharks”. Lui, livornese di scoglio, mi ha zittito dopo pochi secondi: “Quindi il disco di cui mi parlasti quando venni in campionato, poi l’avete fatto davvero. Bravo, so che è per una buona causa. Dammene una copia. Tieni, ho in tasca 20 euro, tienili”.

Io, ligio al mio dovere di “venditore ambulante”, per 20 euro gliene ho date 2 copie, estraendole dal mio borsello modello “Canzone di Elio e le Storie Tese”.
Insomma: la solidarietà batte sempre la rivalità. Specie se rinforzata dall’amicizia. Almeno per noi. E ringrazio il basket per avermi donato amicizie di questa qualità.

Poi il coach mi ha chiesto di Giorgio Pomponi e Lorenzo Settepanella. L’ho aggiornato e visto felice che gli altri due suoi amici stiano continuando a fare ciò che amano.
Gli ho anche detto che – con Pomponi – volevo fare la telecronaca in dialetto di Gara 3 di stasera, con commento a bordo campo di Antonio Lù Bòja… ma Giorgione non si è fatto sentire e quindi la cosa sfuma.

Ci siamo salutati con un abbraccio – entrambi desiderando la morte sportiva dell’altro, in questa serie playoff fra la sua Virtus Bologna e il mio Roseto Sharks – entrambi custodi di un’amicizia ormai maggiorenne, più forte del tempo, delle appartenenze, delle numero delle volte in cui ci si incontra.

Grazie, Ale.

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