«Non ho un gioco fisso: vario in base all’avversario che ho di fronte».
Il compianto Enzo Bearzot, che vinse il Mondiale di calcio nel 1982 in Spagna, darebbe ragione a Nicolò Orfini di Roseto degli Abruzzi, che domenica 9 luglio a Chianciano, in provincia di Siena, si è laureato Campione italiano Under 16 di scacchi.
Il ragazzino ha soltanto 15 anni, essendo nato nel 2002, ma è già campione d’Abruzzo assoluto e la prossima settimana, a Civitanova Marche, giocherà per il titolo assoluto partendo dalle semifinali.
Minuto, baffo accennato e cappellino con visiera, Nicolò è un ragazzino di talento che in Toscana ha messo in fila 130 concorrenti, concludendo imbattuto un torneo fatto di otto vittorie e un pareggio (7 vittorie e 2 pareggi, visto che nell’ultima gara, in vantaggio e avendo già vinto il titolo italiano con un turno di anticipo, ha concesso “patta” all’avversario, n.d.a.), ottenuti adeguandosi all’avversario, come faceva nel calcio Bearzot a differenza di Sacchi, che invece tendeva sempre ad imporre il proprio gioco.
Tornando agli scacchi, due anni dopo il secondo posto di Montesilvano, Orfini è andato fuori regione a prendersi la gloria e a settembre volerà in Uruguay, per giocare il Campionato Mondiale bissando l’esperienza fatta in Grecia.
Nicolò si gode la vittoria al Lido Azzurra, giocando a scacchi con gli amici e chiosando: «Lo scopo principale di un gioco è divertirsi e io quando gioco a scacchi mi diverto. È una grande passione, che coltivo da quando ero bambino e mi consente di conoscere persone interessanti, stringendo nuove amicizie».
Orfini, che è seguito dall’allenatore Claudio Negrini di Bologna, frequenta il Liceo Saffo e quando ha tempo gioca volentieri pure a basket, sport cittadino rosetano.
Estroso come tutti i quindicenni, dichiara di avere per idolo Michail Tal’, detto “Il Mago di Riga”, ottavo campione del mondo di scacchi scomparso nel 1992, spiegando: «Mi diverte rivedere le sue partite, perché era eccentrico e spericolato».
Il papà di Nicolò, Giorgio, racconta: «Iniziammo a giocare contro a casa e lui, dopo 6 mesi, iniziò a battermi, correggendomi le mosse. Sono felice per lui e per tutti i giovani rosetani che, giocando a scacchi, pensano di più e perdono meno tempo fra smartphone e tablet. Diventeranno di certo cittadini migliori».