Roseto Basket Story
DANIELE FRANCANI: QUANTO È BELLO IL PRIMO AMORE... IL SECONDO È PIÙ BELLO ANCORA...

30 anni dopo, i ringraziamenti di Daniele Francani, padre del canale YouTube ‘Roseto Basket Story’, al Mainterm Roseto promosso dopo il colpaccio a Palestrina.

Roseto degli Abruzzi (TE)
Martedì, 06 Febbraio 2018 - Ore 11:30

Faceva bene o male così, a metà strada tra la speranza per un futuro migliore e una interpretazione dialettale in pieno clima da “osteria-serenata-promozione”, un famosissimo motivetto che, nel bene e nel male, prima o poi, tutti ci siamo trovati ad intonare… ed è perfetto per introdurre il racconto di una serata magica, inusuale, all’insegna dei ricordi, che ho potuto sviscerare e condividere, stimolato dalla curiosità di un amico, che voleva sapere qualcosa di più sul basket.

Sul basket a Roseto. Sul Roseto Basket. Sul mio Roseto Basket.

Cioè, calma… io che parlo di ricordi a 38 anni fa un pochino ridere, accostati alla Storia del basket a Roseto… ci sarebbe meno da ridere se, cambiando punto di vista, la vedessimo con la prospettiva di una generazione, e non parlo solo di quella di cui faccio parte, ma anche di tutte quelle che hanno saputo far propri i valori coi quali questa cittadina andava la domenica al Palazzetto… cittadina… Palazzetto… eh sì, quello era.

Quello eravamo… una cittadina di (bene o male) ventimila anime che la domenica, altro non faceva che ‘santificare la festa’… perché, negli anni della spensieratezza e della ‘beata giovinezza’, per molti quella era LA festa…

La domenica. 30 anni fa. Pensieri, emozioni sparse, ma è tutto ciò che ricordo del mio primo amore per il basket a Roseto.

Domenica. Decisamente un giorno diverso da quello che ci troviamo a vivere oggi. Piccoli fotogrammi: le partite di calcio, ad esempio, tutte alle 14:30; non c’erano anticipi, Il sabato o all’ora di pranzo, né tantomeno posticipi la sera dopo cena.

I negozi erano tutti chiusi. Tutti.

Non si lavorava… o meglio, chi sputava sangue e sudore c’era anche all’epoca, ci mancherebbe, ma con la consapevolezza che era una tantum, non la routine.

La piazza della Stazione era la nostra grande chat ‘umana’ di Facebook, dove, prima o poi, tutti eravamo ‘on line’ e ci ‘visualizzavamo’… e, soprattutto, le cose ce le dicevamo in faccia…

Avevo 9 anni.

Per me davvero era come toccare il cielo con un dito veder arrivare la domenica, pranzare alternativamente dalle Nonne e, nel tardo pomeriggio, quando il calendario lo prevedeva, accompagnato dalla Mamma e da tutta la combriccola, Rita, Sofia e Vincenzina, con Fabio, Federico e Massimiliano, andare al Palas, a vedere “IL” Roseto, a seguire le gesta dei miei eroi… perché per me, eroi erano.

Giganti che davano l’anima per spingere la palla dentro un canestro, per i magici colori biancazzurri. E rispondevano ai nomi di Maurizio Palermo, Luca Melioli, Marco Aureli, Willy Battistoni, Antimo Di Biase e… Titti. Titti Stama. Il mio primo incontrastato idolo.

Dio solo sa quanto era bello il suo arresto e tiro a tabellone…

La squadra, quella di 30 anni fa. Il campionato era quello di B2, girone C. La colonna sonora era affidata a Renzo Arbore ed al suo “Discao Meravigliao”.

Ho ancora come dei flash nitidi nella mia mente su quel meraviglioso campionato (se non lo avete ancora fatto, vi consiglio caldamente gli articoli che trovate linkati in calce a questo pezzo firmati da Piero Bianchi, all’epoca vice coach di quello squadrone, che raccontano quella straordinaria stagione): la primissima trasferta della mia vita, con annessa gita organizzata in pullman a Roma, contro la SS Lazio vinta, soffrendo, dopo un overtime. Ricordo ancora benissimo il clima di festa del viaggio di ritorno… ancora un drammatico supplementare protagonista in trasferta, questa volta a Vasto, contro la Delverde (una delle favorite del girone: Celenza, Mancini, Libbi, Laudadio…): avevo già tirato fuori questo ricordo, ma davvero, la tripla di Willy Battistoni per agguantare il supplementare prima e ancora lui, Willy, sempre da 3 ma da distanza siderale, per vincerla e prendersi matematicamente la testa della classifica, valevano una vita… quella di un bambino di 9 anni.

La scandalosa giornata di squalifica che la federazione ci assegnò, “solo” per aver preso sassate da ogni parte al suono della sirena. E chi c’era sa di cosa parlo… nel 2000 ho fatto il militare, proprio a Vasto: ho volutamente ripercorrere tutti i gradini della fuga assurda, in divisa della Marina(!!!) solo per aver vinto una partita…

Ho poi bene impresse alcune immagini dell’anticipo televisivo del sabato pomeriggio, di serie A1, evento imperdibile per chi viveva di basket, che mamma RAI trasmetteva dalle 18 in poi: un paio di volte fu di scena la gloriosa Reyer Venezia, targata Hitachi per la stagione ‘88/’89 che annoverava, tra le sue fila, tale Gianluca Lenoli. A molti di voi questo nome dirà poco o nulla, ma io ricordo benissimo che la stagione precedente, quella della quale parla quest’articolo, era una delle bocche da fuoco terrificanti delle temibili FF.AA.

Eh? Ma si, le Forze Armate!!! Quanti eravamo a Vigna di Valle, dove mettemmo un tassello fondamentale per il primo posto? E io che, ingenuamente, vedendolo in TV giusto un anno dopo, domandavo ai miei: “Ma se questo gioca in A1, Titti dove dovrebbe giocare?”

Eh… dunque… ancora… Un certo Riscolo vi dice nulla? No? Ve lo dico io. Cannoniere principe di Scauri, tiratore sopraffino, uno dei pochi che riuscì a farci un male cane nel girone di ritorno (47 per lui, artefice di una delle 2 sconfitte): chiedete anche a Chieti per gentile conferma.

Chieti… Chieti… Mokambo? Proprio loro, con Tedeschi, Patricelli, Rossi, Pacione (in futuro da queste parti) e Zorzi… aria di derby… nella stagione ‘87/’88 non mancava di certo, essendo nel nostro girone appunto Chieti con Vasto e Campli. 

Gran bella compagine anche quella Farnese, guidata da un giovane Bruno Impaloni, che tra le proprie fila annoverava D’Alberto, Di Giorgio, Antonetti, Castorina… perdemmo di misura (98-93) all’andata, non senza qualche scontro, ma sontuosa rivincita (99-78) al ritorno… vi lascio scoprire da soli quanti anni dopo ci siamo incrociati di nuovo coi cugini Farnesi… ed era sempre bello scontrarsi con una tifoseria che, in quanto a passione ed attaccamento alla maglia, ha pochi rivali in Italia.

Come detto anche dal coach Bianchi nei suoi articoli, fu un campionato davvero avvincente, specialmente nella seconda parte… un girone di ritorno da favola (13 su 15 vinte), permise ai ragazzi guidati da Domenico Sorgentone di chiudere al primo posto la stagione regolare, il che voleva dire giocarsi le eventuali “belle” di semifinale e finale in casa.

E vi garantisco che quella stagione, il Palasalara era veramente un fortino inespugnabile… nessuno riuscì ad imporsi, nessuno.

Il segno in schedina era l’1 fisso. Ma fisso davvero. Vuoi per una condizione fisico-tecnica eccezionale, vuoi per un calore unico che i rosetani non hanno mai fatto mancare ai propri beniamini…

Per cui, per Campi Bisenzio in semifinale (2-1) e Palestrina in finale, ci fu poco da fare. Anzi, nulla. Solo che i miei eroi, i nostri eroi, si presero il lusso di liquidare i Laziali in due gare, non ci fu bisogno della fatidica gara 3.

Ricordo ancora chiaramente quella sera di maggio di 30 anni fa, a casa di vicini quando cominciavano ad arrivare notizie clamorose da Palestrina, anche se da qui era difficile immaginare i drammatici risvolti che il destino aveva in serbo per i nostri alfieri (rimando sempre agli spettacolari articoli di Piero Bianchi).

Io posso solo dire che per un bimbo di 9 anni fu il sogno che diventava realtà… ma davvero, senza retorica. Era come vedere i cartoni animati in tv, in cui il bene vince sul male… la vita vince sulla morte. Il Roseto vince… palarne oggi fa un pochino tenerezza, credetemi.

Personalmente, la mia sorgente è quella squadra, griffata Mainterm, nessuno escluso. Uno squadrone… allestito magistralmente dall’indimenticabile Giovanni Giunco, coadiuvato da persone meravigliose quali Romano Mari, Romano Chiappini e Vittorio Fossataro ed allenato ancora meglio.

Vi ho mai ringraziato per quel campionato??? Vorrei farlo ora, giusto a 30 anni di distanza.

Grazie ragazzi, con i numeri che si staccavano dalle maglie e col cuore che usciva dal petto.

Ringrazio Massimo e Marco del nostro quartiere ‘Quarchione’ (Chiappini e Verrigni) ma è un ringraziamento globale per giocatori tutti, società e i tifosi.

Altri tempi, altre stagioni che sarebbe un peccato mortale dimenticare. Io almeno, vorrei non far correre questo rischio…

Non pensavo che potessi innamorarmi in futuro di un’altra compagine, ma dovevo solo essere paziente, crescere ed aspettare una decina d’anni scarsi per un secondo capitolo.

Roseto Basket Story
ROSETO-PALESTRINA: LA FINALE INVISIBILE.
Coach Piero Bianchi ci racconta in 3 puntate un pezzo di storia cestistica rosetana. 
Puntata 1. https://www.roseto.com/scheda_news.php?id=9481
Puntata 2. https://www.roseto.com/scheda_news.php?id=9487
Puntata 3. https://www.roseto.com/scheda_news.php?id=9490



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DANIELE FRANCANI


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DANIELE FRANCANI: SCAVANDO NEL MIO CUORE ROSETANO.
Da uno scambio di e-mail nasce una proposta che, accettata, diventa racconto in 21 episodi. Perché il Roseto è il Roseto.
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4 giugno 2014
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Partnership fra ROSETO.com e Daniele Francani, per caricare in rete le partite e i momenti più emozionanti della storia cestistica rosetana. L’elenco di tutti i video caricati.
https://www.roseto.com/scheda_news.php?id=12526

7 luglio 2014
DANIELE FRANCANI: IL REGISTA DI ‘ROSETO BASKET STORY’ SU YOUTUBE.
Stefano Blois, mohicano del basket classe 1994, intervista Daniele Francani, che insieme a ROSETO.com ha creato il progetto ‘Roseto Basket Story’ su YouTube.
https://www.roseto.com/scheda_news.php?id=12631

7 febbraio 2017
I VIDEO DEL ROSETO CHE HA FATTO LA STORIA, SU YOUTUBE E FACEBOOK.
Continua la partnership fra ROSETO.com e Daniele Francani, nata nel 2014, per caricare in rete i momenti più emozionanti della storia cestistica rosetana. Contenuti in continuo aggiornamento. La situazione a oggi.
https://www.roseto.com/scheda_news.php?id=15946


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Stampato il 04-19-2024 15:02:26 su www.roseto.com