Roseto Basket Story
IL GUERRIERO E LA COPPA PIENA DI ROSE

Biella, 9 aprile 1998. Roseto vince la prima edizione della Coppa Italia di Lega. 20 anni dopo, il ricordo di quella impresa tratto dalle pagine di un libro.

Roseto degli Abruzzi (TE)
Mercoledì, 28 Febbraio 2018 - Ore 19:00

Il 2018 è un anno cestisticamente importante. Per il Roseto e per Roseto.com.
Il 24 marzo 2018, Roseto.com compirà 20 anni. Che per un sito internet non sono uno scherzo.
Il 9 aprile 2018 si festeggiano 20 anni dalla vittoria della prima edizione della Coppa Italia di Lega da parte del Roseto Lido delle Rose, che poi fece il “double” vincendo il Campionato di B1. E il 31 maggio 2018 saranno 20 anni da quell’altra, storica, vittoria.
Insomma: il 2018 è “l’anno dei 20 anni”.
Iniziamo perciò col ricordare la prima impresa di quel Roseto, che si andò a prendere la Coppa in trasferta a Biella, battendo in finale i piemontesi che avevano organizzato l’evento.
Questi sono i ricordi, tratti dalle pagine 48 e 49 del libro “ROSETO BASKET. 1998: LA SERIE A DOPO 16 ANNI”, edito da Carsa edizioni e scritto da Luca Maggitti e Giorgio Pomponi, con le schede tecniche di Lorenzo Settepanella e – all’interno – il “Visti da lontano” di Romano Petitti e il racconto della Finale di Coppa Italia di Gianmaria Vacirca.
Pronti a tornare indietro di 20 anni? Andiamo...

IL GUERRIERO E LA COPPA PIENA DI ROSE
Final Four di Coppa Italia, Biella, 8 e 9 aprile 1998.

Semifinale
LIDO DELLE ROSE ROSETO 78
BANCA POPOLARE RAGUSA 61

LIDO DELLE ROSE ROSETO: Busca 13, Bonaccorsi, Meneghin 16, Gaeta 2, Rizzzo 8, Coppo 24, Facenda 13, Acunzo 2, Tarquini. Ne: Di Furia. Allenatore Antonio Trullo.
BANCA POPOLARE RAGUSA: Maran 6, Mayer 9, Burini 10, Costantino 1, Ratta 5, Pigliafreddo 10, Sorrentino 6, Cassì 5, Andrè 2, Masper 7. Allenatore Gianni Lambruschi.

Finale
LIDO DELLE ROSE ROSETO 85
ING BIELLA 76

LIDO DELLE ROSE ROSETO: Busca 16, Bonaccorsi 13, Meneghin 6, Gaeta 9, Rizzo 10, Coppo 2, Facenda 15, Acunzo 14. Ne: Di Furia e Pomenti. Allenatore Antonio Trullo.
ING BIELLA: Minessi 19, Lo Savio, Muzio 5, Volpato 15, Piazza 4, Zamberlan 23, Raggi 4, Compagni 4, Martinetti 2. Ne: Ogliaro. Allenatore Federico Danna.

LA FINALE.
Quando il guerriero capì che non ce l’avrebbe fatta e che una maledetta zuccata aveva chiuso in anticipo la sua finale, tutti i suoi compagni vennero scossi da un fremito. Ma durò lo spazio di un attimo, perché subito dopo il signor Leonardo Busca, il play con la bandana, si fece beffe un’altra volta di Alessandro Muzio generando la “controscossa”. Non c’era il popolo di Roseto sulle tribune del Palasport di Biella, ma la corazzata di Tony Trullo certe urla le sentiva lo stesso: erano “dentro” ed erano negli occhi di Massimiliano Rizzo, che aveva lasciato il campo aggrappandosi a due compagni e che avrebbe festeggiato la vittoria in Coppa di Lega all’ospedale civile di Biella. In 25 minuti scarsi, il signore degli anelli rosetano aveva segnato 10 punti senza errori al tiro e raccattato 7 rimbalzi. E, come sempre, aveva alzato il muro nella zona pitturata di sua proprietà, dando il là alla solita vittoria costruita in difesa e coi tiri ad alta percentuale: Acunzo avrebbbe chiuso a quota 14 con 4/4 dal campo, Facenda a quota 15 con il condimento speciale di 8 carambole, Busca a 16 e 6 assist, Bonaccorsi a 13 con 4/7. Si, avete letto bene: 13, 14, 15, 16 sono numeri che paiono usciti da una magata di David Copperfield, ma di illusionistico non ci fu proprio nulla. A meno che non vogliate considerare Tony Trullo, profeta in patria come pochi, un prestigiatore più che un allenatore di pallacanestro. La Coppa di Lega doveva essere l’antipasto dei playoff, e così è stata. La Coppa di Lega doveva confermarci la potenza di una Invincible Armada, e Roseto ha risposto: senza fronzoli, ma con l’equilibrio. A Ragusa sono stati concessi 61 punti, 30 nel primo tempo, 31 nel secondo; a Biella 76, ma di questi solo 32 sono arrivati nella prima frazione e gli ultimi 10 non contavano più. E ancora: prima del magico 13, 14, 15, 16, Tony Trullo aveva trovato contro i siculi il 6/6 da tre punti di Coppo, il 3/4 dalla lunghissima più 10 rimbalzi da Facenda, i consueti 13 da Rizzo e il Meneghin delle grandi occasioni. Bonaccorsi, che aveva capito di non essere “in mano” tirò solo 4 volte; lo stesso avrebbe fatto Coppo nella finale orfana di Max Rizzo nel suo momento cruciale.

MVP: FABRIZIO FACENDA.

Sotto gli occhi di Lucio Zanca, il braccio destro di Walter Scavolini, Facenda si è guadagnato la palma di miglior giocatore delle Final four. 28 punti in due partite, 14 di media, con l’addizione di 18 rimbalzi complessivi (9 a partita) dovrebber bastare per farvi capire perchè abbiamo scelto lui. Chissà cosa ha pensato il signor Zanca in quei momenti, fresco fresco di retrocessione in A2, e con un ragazzo cresciuto dalle sue parti dominatore assoluto in serie B. Forse che sarebbe stato meglio averlo nel roster, quello splendido scapigliato, perché a Pesaro serviva assai un giocatore atipico come Fabrizio, dal corazon sempre pulsante e dal fisico bestiale. “Mette le mani in tutte le azioni che portano a un canestro” commentava il coach del Cimberio Borgomanero Stefano Vanoncini, neopromosso in B1: in questa semplicissima quanto azzeccata considerazione c’è tutto Facenda, il ragazzo pronto a sacrificarsi con gli altri ma anche a spirgionare il suo immenso potenziale quando glielo chiedono. Sapete cosa vuol dire avere un’ala forte che tira 5/7 da tre punti in tre partite? Chiedete, chiedete a Tony Trullo.

Gianmaria Vacirca



LA VITTORIA DEL ROSETO SU ROSETO.com
Cosa dire? In certi momenti, così belli e intensi, il cervello tende a scherzare un po’, incamminandosi lungo il tortuoso sentiero dei ricordi. Esultavo sentendo la voce di Lorenzo Mazzocchetti su Radio Activity e non potevo fare a meno di pensare a quella calda serata di Agosto 1997, all’Arena Quattro Palme, quando la squadra voluta da Michele Martinelli fu presentata al pubblico (speaker il prode Giorgio “Pumps” Pomponi). Stava rinascendo qualcosa di importante, ma posso capirlo solo adesso. Qualcosa di più di una semplice squadra di basket. Rinasceva un paese intero. Stasera a Biella c’è stato il primo coronamento di quella che ormai tutti i rosetani sentono come una stagione speciale. Il Roseto ha vinto, viva il Roseto. Viva soprattutto Max Rizzo, generoso e taciturno vichingone, che sull’altare delle vittoria rosetane ha sacrificato una quantità industriale di punti di sutura e traumi vari. “Rizzone” merita, per una volta più degli altri, i nostri abbracci e ringraziamenti. Stavolta è caduto malamente andando a rimbalzo e, pur non avendolo visto, c’è da giurare che ancora una volta non si sarà tirato indietro. Quindi grazie Massimiliano, guarisci presto. Ma stasera, fatta eccezione per il Conte Max, non vale parlare dei singoli. Il basket è uno sport di squadra e Coach Trullo sarà soddisfatto, ancora una volta, della prova d’insieme dei suoi ragazzi. Non posso raccontarvi la partita, non ho elementi per farlo, ma so per certo che sarà stata una gara bellissima, densa di emozioni e condotta in porto dalla nostra squadra con la calma dei forti. Ancora grazie Roseto, un grazie che parte dal lontano 1996, da quando cioè salutammo il ritorno in B2, a seguito della vittoria, nella “bella” contro il Lugo. Un ultimo ringraziamento, stavolta non “rosetano”, ma altamente sportivo. Vorrei ringraziare di cuore Giovanni (non conosco il cognome), Dirigente del Biella, che ha avuto la pazienza di tenere informata via radio tutta la nostra cittadina, in collegamento con il prode Mazzocchetti. Ebbene, al Signor Giovanni, che con la sua squadra sconfitta ha praticamente intervistato Bonaccorsi e Trullo, vanno i complimenti del nostro Lido delle Rose. Cena di pesce e vinello sincero offerti non appena si farà sentire. Ultimissimo e più importante pensiero al “biancocrinito” Giovanni Giunco. Chissà se stasera, sotto gli occhialoni calati sul naso, avrà sorriso un po’?

Luca Maggitti


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