Francesco Ponticiello – ‘Ciccio e franco’
IN RITMO

Coach Francesco Ponticiello, Ciccio per il basket, scrive il suo diario marziano (e franco) per ROSETO.com.

Napoli
Mercoledì, 11 Novembre 2009 - Ore 11:00
28 ottobre – “L.A. Lakers fastbreak makers…”
Mother’s Milk è il 4° disco dei Red Hot Chili Peppers, anno di grazia 1989, quello in cui, con buona pace di Enrico Brizzi & Co, “John Frusciante entra nel gruppo”. Ne uscirà due anni dopo, nel 91, subito dopo la pubblicazione di “Blood Sugar Sex Magic”, il loro disco più famoso, quello di “Under the Bridge”. Mother’s Milk, di cui posseggo una copia in cd, acquistata nella mesozoica primavera del 90, è interessante per motivi indipendenti da John Frusciante (e Brizzi, too…): indovinate, indovinate la 4° traccia, Magic Johnson, “L.A. Lakers fastbreak makers, kinds of the court shake and bake all takers…”, a chi sia dedicata…

15 settembre – Goodbye Jim.
Se ne è andato, veramente, “è uscito dal gruppo”, morto nella sua Big Apple, Jim Carroll, l’autore di Basketball Diaries, splendido, iperrealistico diario, tutto “in presa diretta” dalle strade di New York City, e tanto altro ancora.

1 novembre – Music Basket
Immaginari separati, paralleli ma diversi, pallacanestro e musica vivono spalla a spalla, marciano affiancati, ma raramente si incrociano. Jim Carroll, baby cestista e musicista, ed ancora scrittore dell’oscurità del Greenwich Village e non solo, rappresenta uno di questi rari, preziosi incroci. Max Antonelli, guardia tiratrice della primissima Virtus Bologna targata Dan Peterson, a suo modo, ne è un altro. Music Basket, l’innovativo strumento didattico di insegnamento dei fondamentali cestistici da lui ideato, una metodica che utilizza la musica, la scansione ritmica, come sistema integrativo delle tradizionali forme d’allenamento, è un altro interessante incrocio. Un approccio superficiale potrebbe confondere Music Basket con una versione indoor, a palla a spicchi invece che calcististica, dello stereotipato folklore carioca, dell’immaginario televisivo con calciatori brasiliani che si allenano(???) al ritmo delle scuola di samba. Sbagliato. In realtà Max utilizza la musica, il ritmo, finalizzandoli al raggiungimento di un qualcosa che è essenziale per l’ottimale apprendimento e perfezionamento dei fondamentali tecnici: la fluidità di movimento, ciò che, guarda caso, gli americani chiamano “swing”…

9 novembre – Daft Punk is Playing at my House…
Inserendo su facebook il video di “Daft Punk is Playing at my House” di LCD Soundsystem, mi ritorna in mente ancora Max Antonelli ed il suo Music Basket. Il ritmo reiterativo degli LCD sembra perfetto per una seduta di Music Basket. Più simile a quello dei Talking Heads di Fear of Music o Remain in Light, che non al “France Touch” dei Daft Punk. Ah, i Talking Heads di David Byrne… compagni di Jim Carroll in tante serate al C.B.G.B., il locale cult sulla Bowery e dell’underground musicale newyorkese. Come per i suoni, a volte, anche le parole hanno un ritmo circolare, partono da un punto, girano, girano e poi ritornano alla partenza.

2 novembre – ore 10.45: driiin, driiin, driiin…
La telefonata del mercoledi mattina del prof. Savy, pioniere in Italia del transfert cestistico e per un lustro mio collaboratore, mi consente di riflettere sul perché Music Basket funzioni: “la musica induce decontrazione muscolare e questo migliora la precisione del gesto”. Detto in altri termini, movimento e musica operano sul sistema nervoso centrale, abbassano il livello di contrazione muscolare, e come in una danza sciamanica, il gesto cestistico prende “ritmo”, acquisisce fluidità. Ci si rilassa, cala la rigidità indotta dalla necessità “di controllo” del movimento, e tutto diviene più fluido, manco a dirlo, “in ritmo”.

4 novembre – “In ritmo”
Serata televisiva - Eurolega - pochi altri sport esaltano l’essere “in ritmo” come il basket, in particolare quello europeo, quello d’Eurolega. Persino più che nell’ NBA, dove le regole che limitano il flottaggio difensivo rendono più fruttuoso il gioco “in isolamento”, esaltano situazioni in cui può bastare la spaziatura degli attaccanti senza palla per liberare l’uno contro uno del giocatore con palla. Invece nel basket europeo, a tutti i livelli, è essenziale per l’attacco “mettersi in ritmo”, non solo attraverso il singolo giocatore, bensì come squadra nella sua totalità. L’attacco, con movimento di palla e gioco senza palla, cerca dinamicità e fluidità, l’equilibrio per trovarsi “in ritmo” nel momento del tiro – “allora basta Music Basket…?” - purtroppo no, ma è intuitivo che il ritmo, stavolta non come elemento musicale, bensì come fattore tecnico e mentale, come ricerca dei giusti tempi di occupazione degli spazi di vantaggio e di spostamento della palla, resti fondamentale.

7 novembre – feisbuc
Insomma musica e basket continuano a procedere paralleli, l’una e l’altro alla ricerca del giusto ritmo, come se fossero Peter Hook e Stephen Morris, basso e batteria dei Joy Division, a scandire i tempi di gioco, in campo aperto oppure a metacampo, Magic Johnson distribuisse assist e suoni. Meglio fermarsi qui, altrimenti qualcuno finirà per prendere sul serio anche le demenzialità notturne da feisbuc… e “l’associazione cestistica smithsiana”. Per amor del cielo (e del basket…) meglio fermarsi qui.


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