Fischi Europei – Luigi Lamonica
SI VA A KAUNAS

Luigi Lamonica, arbitro abruzzese agli Europei in Lituania, ci racconta la sua esperienza.

Roseto degli Abruzzi (TE)
Marted́, 13 Settembre 2011 - Ore 14:00
Puntata 16 di lunedì 12 settembre 2011.
 
Ciao a tutti dalla lontanissima Lituania.
 
A Vilnius è ultimo giorno della seconda fase.
"È incredibile", ecco cosa dicono i lituani riguardo al clima e alle temperature, per loro, primaverili di cui stiamo godendo in questi giorni.
Solitamente in questo periodo - tutti ripetono la stessa storia - piove tutti i giorni e qualche volta tutto il giorno. Per questo motivo, anche se esentati nuovamente dalla seduta fitness mattutina, invogliato da una bella mattinata soleggiata, prima di pranzo sono andato a fare una lunga corsa. Sul lungo fiume prima, nel parco antistante la Cattedrale poi.

Alle 11 meeting, che doveva essere rivolto solamente a mostrare una piccola parte del lavoro svolto in questi giorni dal gruppo arbitrale e ad un’intervista e Ronnie Nunn da mandare in onda su FibaEuropeTv.com. Ed invece, a telecamere spente, quando gli addetti della TV erano andati via è diventata una riunione che difficilmente dimenticheremo.

Ha iniziato Chema Buceta, che lascerà il gruppo domani mattina e ha voluto sintetizzare il lavoro fatto in questi giorni, ma anche in questi 4 anni, cioè da quando - su intuizione di Miguel Betancour, al quale aveva insegnato in un Master all\'Università di Madrid - ha iniziato a seguire gli arbitri impegnati nei vari campionati che si svolgono in Estate in tutta Europa.

Ci ha parlato del ruolo di ognuno di noi nel contesto del gruppo, e del valore aggiunto di coloro che si sono adattati a ricoprire il proprio ruolo nelle singole terne e nel gruppo intero. Particolare apprezzamento a coloro che, avendo riconosciuto la leadership di qualche singolo, si sono adattati a ricoprire un ruolo leggermente inferiore, ma nell\'ambito della squadra di fondamentale valore ed importanza, perchè lo scopo di quel singolo arbitro, il compito che era stato chiamato a svolgere, non poteva che esser fatto in quel modo e non poteva essere fatto da nessuno altro della squadra. Perchè ognuno, soprattutto i leader, hanno compiti e scopi diversi, che a loro volta nessuno altro può fare se non designato a ricoprirli.
 
E l\'amalgama della squadra, il buon lavoro del team si ottiene solo se ognuno, una volta chiamato a svolgere un ruolo, lo compie a prescindere dagli altri. E così stasera, quando ci comunicheranno i 10 arbitri che non andranno a Kaunas, nessuno dovrà sentirsi inferiore a nessuno, perché tutti avranno svolto un lavoro e un compito nel migliore dei modi, visto che senza quelli che andranno via gli altri non sarebbero andati a Kaunas.
 
E al termine di questa chiacchierata è venuta la parte esilarante della sua lezione.
Infatti, sotto gli occhi increduli di tutti noi, ha proposto per il prossimo clinic per il rinnovo delle licenze  FIBA di maggio a Monaco, insieme al test atletico e scritto sul regolamento, un test sull\'onestà intellettuale, partendo non dalla domanda bensì dalla risposta!
Ci guardavamo increduli.
Le risposte erano 5: a-molto grande, b-grande, c-normale, d-piccolo, e-molto piccolo.
Vi lascio solo immaginare le interpretazioni a quelle risposte e le lacrime per le risate di tutti noi. È stato un gioco, un divertentissimo gioco, che ancora di più ha coeso il gruppo e che ci ha aiutato a non pensare a cosa succederà domani, a chi andrà a Kaunas o a chi andrà a casa, ma nascondeva una grande grandissima verità, da applicare nella nostra attività come nella vita: puoi dire quello che vuoi, ma un giorno qualcuno ti metterà alla prova e se non sei pronto è meglio non mentire, ma soprattutto non farlo a te stesso.

E dopo le lacrime esilaranti con Chema, è toccato a Miguel Betancour, che ovviamente ha ringraziato il suo amico per quanto fatto qui in Lituania e in tutti gli anni da quando lui è in FibaEurope, e salutare una grande persona che in questi giorni è diventato un amico, un grande amico di tutti noi, che domani tornerà - a malincuore come ci ha confessato con il groppo in gola - negli Stati Uniti: Ronnie Nunn.

È la prima volta che incontro Ronnie, ne avevo tanto sentito parlare da colleghi europei che lo avevano incontrato in occasione di qualche camp a cui Ronnie era stato invitato, tutti me ne avevo raccontato grandi cose. Ma quel che si dice di lui è niente rispetto alla conoscenza diretta dell’uomo, dell\'istruttore, dello psicologo. Oggi io posso dire che ho avuto l\'onore di conoscerlo.

Ronnie ci ha detto che doveva tornare in America perchè sua figlia si sposa e lui non può mancare, ma che se non fosse per una ragione così valida, mai e poi mai ci avrebbe lasciato così, a metà strada. Perchè lui ci ha visto partire 15  giorni fa per un viaggio che per alcuni di noi durerà 21 giorni, e - come ha detto lui - ci ha seguito come dei figli, dandoci dei consigli e vedendo che i suoi consigli venivano messi in pratica e che portavano a dei risultati. Lui si è sentito orgoglioso come un vero padre. Si è sentito orgoglioso che FibaEurope ha voluto lui per questo lavoro, che Miguel Betancour e Nar Zanolin hanno dovuto lottare per avere proprio lui qui, con noi , in Lituania, perchè l\'NBA non è propensa a mandare quello che tu richiedi, ma solo quello che loro vogliono mandarti. Si è sentito in questi giorni orgoglioso di far parte di questa famiglia, di Fiba Europe e dei "suoi" arbitri, istruttori, commissari, perchè si è sentito accettato come membro della famiglia.
 
Ronnie ha poi detto che nella NBA gli interessi in circolazione sono troppo alti e i compromessi dietro l\'angolo. Non sempre i migliori hanno le gratificazioni che meritano, perchè ci sono i compromessi. Qui invece ha trovato una famiglia, che protegge i propri membri e li lascia lavorare e ci ha ringraziato, lui a noi, perchè si è sentito orgoglioso dei risultati conseguiti e che la gente lo abbia apprezzato. E mentre diceva tutto questo i suoi occhi avevano una strana luce e la sua voce ogni tanto si strozzava leggermente. E mentre cercavo di distogliere lo sguardo per far finta di niente, ho visto che molti di noi avevano negli occhi  stessa luce degli occhi di Ronnie, la stessa luce che avevano i miei di occhi.
 
Ronnie ha terminato il suo saluto con una parabola, quella del signore e del suo fedele servo malato. Il signore sa di avere rispetto e autorità riconosciuta da tutti, ma non può utilizzarle per salvare la vita al suo servo fedele, così chiede a Cristo di farlo per lui, perché sa che Cristo può farlo e viene accontentato. Al termine di questa parabola Ronnie era visibilmente emozionato, come tutti noi d\'altronde.
Ognuno tragga il significato che vuole, credo che le parabole abbiano proprio questo scopo: farci pensare. Io ho trovato il mio e me lo porto dentro.

Ci sono insegnamenti nella vita arbitrale dove non contano i valori tecnici, la conoscenza del regolamento, la bravura nel visionare una clip. Sono valori umani, di amore, di sensibilità, di rispetto, di amicizia, che aiutano le persone a vivere una vita migliore. E oggi Ronnie ci ha dato una lezione di vita che tutti noi non dimenticheremo mai e di cui io porterò, per sempre, un emozionante ricordo.
Grazie Ronnie. Averti conosciuto e frequentato,  seppur in questi pochi giorni, mi ha fatto sentire una persona migliore.

Dopo il meeting ed il saluto con Ronnie ci siamo separati. Ognuno ha trovato qualcosa da fare. Chi, come me, ha approfittato della bella giornata ed è andato a correre, chi ha iniziato a preparare le valigie, chi a comprare qualche souvenir. Molti piccoli gruppetti e non grandi gruppi come nei giorni precedenti. Io ho interpretato il fatto come sintomo di nervosismo per le scelte che dovevano essere prese in serata. E’ logico che anche in una squadra ci sono delle simpatie più forti e, con il rischio di una improvvisa separazione, ognuno voglia scherzare, parlare con le persone  con le quali c\'è più affiatamento.

All\'Arena stranamente eravamo una sparuta minoranza, non come gli altri giorni dove eravamo tutti a seguire le partite. Sparpagliati un po’ qua ed un po’ là. Non vedevamo l\'ora che il momento della cena in albergo arrivasse e che ci liberassimo di quel macigno che avevamo sulle spalle.

Così alle 23 ci siamo ritrovati nel salone a noi riservato per la cena ed è iniziato il piccolo meeting. Per rompere il ghiaccio abbiamo pensato di regalare a Chema ed Alejandro una t-shirt con il logo dell\'evento e tutte le nostre firme a ricordo di queste 2 fantastiche settimane.
Chema è rimasto colpito dal nostro gesto ed è sembrato molto emozionato, tanto da non riuscire  a trovare un aneddoto per stemperare l\'ambiente.
Per Alejandro è stato più facile: sia perché lui seguirà il gruppo restante anche a Kaunas sia perché qualche volta noi lo odiamo la mattina, quando ci fa sudare appena scesi dal letto e lui lo sa bene…

È toccato poi ad uno dei Commissari presenti, John Goncalves, leggere la lista dei 20 arbitri che andranno a Kaunas. Quelli non nominati, domani torneranno a casa. La sua premessa è stata molto bella, ha detto che tutti i 40 arbitri avrebbero meritato di finire il loro Europeo in questo gruppo e che il lavoro fatto da Commissari ed Istruttori per il taglio dei nominativi è stato difficile e tortuoso e che erano stati orgogliosi di farlo, perchè questo voleva dire che il livello del gruppo è stato omogeneo e di grande qualità.

Io e Fabio domani ci muoveremo per andare a Kaunas.
 
Mentre aspettavo che John leggesse anche il mio di nome, mi sono accorto che il mio cuore aveva iniziato a battere velocemente, che mi mancava il respiro e che ogni nome letto volevo  fosse il mio. Non mi aspettavo una reazione del genere, una tensione del genere. Questo dimostra quanto tengo a far bene in questo Europeo a quanto ho lavorato per arrivare in buone condizioni qui in Lituania. Il primo pensiero è andato ai 10 colleghi che hanno condiviso con me queste 2 settimane bellissime. Con alcuni di loro ho arbitrato una o più partite. Qualcuno di loro era venuto a chiedere dei semplici consigli e nell\'abbracciarli ho percepito un sincero sentimento di ringraziamento.
Grazie a voi compagni di squadra, sono sicuro che questo è un punto di partenza per voi e che avrete altre occasioni per essere convocati ad un Eurobasket.

Un sorriso a tutti.
 
 
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