Via Seneca [Il privè di ROSETO.com]
UERRIER E UERR

Oggi Nonno Giovanni Di Tecco compie 91 anni. Un altro ricordo del 2003.

Roseto degli Abruzzi (TE)
Domenica, 22 Gennaio 2012 - Ore 10:45
Pranzo di Carnevale, “Scrippelle ‘mbusse”.

Nonno Giovanni (quello di “Asmùrlu”) riflette piano sul presidente degli Stati Uniti d’America,  Bush.
“Sarà pur nù uerrièr, ma la uèrr nn sa chj è”.
Traduzione facile facile: sarà pure un guerriero, ma la guerra non sa cos’è.

Poi prende la misura alla prima scrippella e la manda giù attento al brodo.

Ma lo sguardo è triste e mi parla ancora. “Se invadono l’Iraq sono così sicuri di uscirne?”, mi dice in dialetto.

Un dialetto che avvicina la guerra, me la rende familiare, la fa accomodare alla nostra tavola.
Un dialetto che nessuna “messa in bella” in italiano riesce a rendere.

Nonno prosegue, sempre in dialetto: “Dove li vai a stanare? Quando invadi un paese non ti aspettare che si consegnino, perché anche noi, aggrediti, faremmo la stessa cosa. Fu così anche in Montenegro, nella Seconda Guerra Mondiale. Sai quanti fascisti morirono? Quando andavamo nelle case da esercito di occupazione e le donne e i bambini ci guardavano impauriti e ci dicevano che non sapevano dove fossero andati i loro uomini cosa potevamo fare? Niente. Loro conoscevano ogni anfratto, ogni nascondiglio, ogni caverna. Non puoi vincere, anche perché non è giusto invadere”.

Nonno non si spiega perché la storia non ci insegni nulla e perché non ci sia una comprensione, a livello mondiale, che la guerra è solo una grande immane tragedia.

C’è una frase, che lui, che ha fatto la guerra, ama ripetere. Suona pressappoco così: “La Uèrr? Mang a lì scìrp nr!”. “La guerra? Neanche ai serpenti neri!”.

E non gli venite a dire che, dopo tanti anni, “Guerra” si dice “Peace enforcing”, perché lui la sua opinione non la cambia lo stesso.
 
Roseto degli Abruzzi, 5 marzo 2003.
 


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