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Domenica, 5 Maggio 2024 - Ore 20:33 Fondatore e Direttore: Luca Maggitti.

OverMario
Mario Boni, l'uomo con la faccia da canestro.

Clicca per ingrandire Controllo patente.
11 novembre 1981.
Foto sulla patente di Mario Boni.
Verificato il documento … il nostro viaggio può iniziare.

Foto: Archivio Mario Boni
Clicca per ingrandire I primi canestri.
La squadra del Codogno, sponsorizzata Puliwash.
Mario Boni è il terzo in piedi, partendo da sinistra.
SuperMario, tifoso interista, avrebbe preferito giocare a calcio. Fu la madre, che non vedeva di buon occhio certe compagnie legate all’ambiente del calcio, a dirottarlo sulla pallacanestro.
Aveva ragione la Mamma, che inconsapevolmente gli trovò un lavoro, anche se lo avrebbe preferito laureato.

Foto: Archivio Mario Boni
Clicca per ingrandire Il Re di Montecatini.
Mario Boni in maglia Bialetti Montecatini, su una figurina.
A Montecatini Mario Boni diventa, nel corso di otto stagioni, l’idolo dei tifosi termali e un uomo sposato, impalmando Arianna, che gli dà il suo, per ora, unico figlio: Giacomo, chiamato così in onore di Giacomo Zatti, suo compagno di squadra a Montecatini e amico fraterno, alla stregua di Andrea Niccolai.
Boni conquista la A1 nel 1989 arrivando poi, nella stagione 1992/1993, a essere il miglior realizzatore del campionato italiano per punti/minuto, 26 anni dopo Dado Lombardi, alla media di 25,3 punti. Dietro si lascia gente come Danilovic, Radja e Bodiroga.
La stagione successiva, il 2 gennaio 1994, alla quattordicesima giornata di andata, dopo averne segnati 30 all’Onyx Caserta del povero Davide Ancilotto, viene trovato positivo al controllo anti-doping.
Il 26 gennaio le controanalisi confermano: tracce di nandrolone, uno steroide anabolizzante, nelle urine.
Mario Boni dice la sua: lo steroide è contenuto nel Dynabolon, medicinale che il Dottor Ferretti gli ha somministrato, nel corso di una cura ricostituente, il 7 o 8 luglio 1993.
Il Giudice Sportivo non gli crede e infligge due anni di squalifica. Il ricorso di Boni viene rigettato e, il 24 febbraio 1994, SuperMario viene definitivamente condannato dalla Commissione Giudicante della Federazione. Il televideo recita: “Boni, carriera finita a 30 anni”.
Lui non vuole crederci e inizia a fare i conti con il proprio status di squalificato. Di lui Dan Peterson dice: “Mario Boni era il miglior attaccante del campionato italiano: può tentare di giocare nella NBA”. Invece SuperMario assaggia il pane duro delle leghe estive americane, dove c’è il razzismo al contrario nei confronti del bianco, e il sale della CBA. Tutto pur di non smettere di giocare.
L’esperienza americana passa e con essa la squalifica. Il nostro torna in pista in Europa, scegliendo prima l’alma mater Montecatini e poi, nel 1996/1997, il clima cestisticamente torrido della Grecia, firmando per l’Aris Salonicco.

Foto: Archivio Mario Boni
Clicca per ingrandire Noi ti crediamo.
Tifosi di Montecatini, in merito alla squalifica di Mario Boni, espongono uno striscione inequivocabile.


Foto: Archivio Mario Boni
Clicca per ingrandire Il Dio dell’Aris.
Mario Boni, a destra, insieme a José “Piculin” Ortiz, con la Coppa Korac vinta insieme con l’Aris Salonicco.
Nella stagione 1996/1997, SuperMario sceglie il clima cestisticamente torrido della Grecia. Firma per l’Aris Salonicco, dove sotto la guida di Coach Subotic, uno che lo allena intimandogli: “Mario, 15 tiri e poi doccia” e in una squadra in cui i due playmaker, odiandosi, si parlavano con l’ausilio dell’ala-mediatrice, vince Coppa Korac e Coppa di Grecia.
E’ uno squadrone, con, oltre ai due playmaker caini, Liadelis guardia tiratrice, Boni ala piccola, “Piculin” Ortiz ala grande e Shackleford, scudettato a Caserta, centro.
La Coppa Korac la vincono in casa dei turchi del Tofas Bursa di Rashard Griffith: per uscire ci vuole l’esercito, ma al ritorno a Salonicco è il delirio. “Il Dio dell’Aris”, titola un quotidiano riferendosi a Marione.
Dopo la Grecia, due anni a Roma, un brivido per un’altra accusa di doping dalla quale esce pulito e la Spagna, dove gioca male e finisce in tribuna.
Lo ripesca Michele Martinelli, vulcanico Presidente del Roseto, che lo porta in riva all’Adriatico, in A2.

Foto: Archivio Mario Boni
Clicca per ingrandire SuperMario in Nazionale … solo una volta.
Siena, 11 Febbraio 1992.
Italia-Cecoslovacchia, amichevole. OverMario Boni, nell’unica partita con la Nazionale Italiana, guidata da Coach Sandro Gamba. Marione chiuse la gara con 7 punti in 12 minuti giocati.

Foto: Archivio Mario Boni
Clicca per ingrandire Dalla Spagna a Roseto. Con ardore.
Stagione agonistica 1999/2000.
Mario Boni lascia Roma accettando un’altra avventura all’estero. Ha due offerte: una da Parigi e una dalla Spagna, proveniente dalla squadra dei Cantabria Lobos di Torrelavega. SuperMario sceglie la Spagna, dove però praticamente non gioca, visto che il suo coach non si fida granché di lui.
La chance di tornare in Italia gli viene offerta da Michele Martinelli, che lo chiama a Roseto, in A2, per sostituire l’infortunato Paolo Moretti. Mario accetta e torna a giocare in Italia, nella seconda lega, per confermare Roseto in alto e contribuire ad una storica promozione.
Con la maglia della Cordivari Roseto Mario gioca 10 gare, partendo sempre in quintetto e segnando 206 punti (20,6 di media) in 32 minuti di media. Da 2 punti tira con il 50% (40 su 80), mentre da 3 punti tira con il 48,8% (21/43). Dalla lunetta la sua percentuale è del 87,5% (63 su 72). Arpiona anche 3,7 rimbalzi di media, con una valutazione complessiva di poco superiore a 17.
La Cordivari Roseto finisce la stagione al primo posto, su 11 team, a quota 42 punti, venendo promossa direttamente in serie A1.
La foto ritrae Mario Boni a Fabriano, mentre tira contrastato da Rodney Monroe che gli fa un urlaccio per deconcentrarlo. Di spalle, Nicola Bonsignori.

Foto: Elio D'Ascenzo
Clicca per ingrandire Piovono canestri!
Stagione agonistica 2000/2001.
La Cordivari Roseto partecipa al suo primo, storico, torneo di A1.
Michele Martinelli allestisce una buona squadra, che ha un quintetto composto da George Gilmore play, Stefano Attruia guardia, Mario Boni ala piccola, Peter Guarasci ala forte, Ian Lockhart centro.
La matricola, che verrà arricchita a stagione in corso con Jeff Sheppard (che creerà involontariamente l’omonima sentenza), stupisce tutti conquistando prima le Final-Eight di Coppa Italia e poi i Play-off Scudetto.
Tutto questo nonostante un confino punitivo dettato dalla Lega a seguito del caso Sheppard, che porta Roseto a giocare le gare casalinghe della seconda parte del torneo a Chieti.
La foto ritrae un abbraccio del reparto esterni di quella magnifica stagione: Stefano Attruia, George Gilmore (di schiena) e Mario Boni.

Foto: Ciamillo&Castoria
Clicca per ingrandire Arbitri che passione.
SuperMario discute con un arbitro durante la stagione 2000/2001.
Con gli uomini in grigio Marione ha da sempre un rapporto speciale …

Foto: Ciamillo&Castoria
Clicca per ingrandire Mario & Manu.
Stagione 2000/2001.
Palla contesa fra OverMario e Manu Ginobili, componente della Kinder Bologna dei “TuttoCampioni” che in quella stagione vince Coppa Italia, Eurolega e Scudetto.

Foto: Ciamillo&Castoria
Clicca per ingrandire Un uomo allo specchio.
Mario Boni punta il canestro e arma il braccio.
Sembra che si specchi.

Foto: Ciamillo&Castoria
Clicca per ingrandire Tocca soffrire.
Mario Boni soffre e penetra. Dietro di lui, Marko Jaric.

Foto: Ciamillo&Castoria
Clicca per ingrandire Il Bandito e il Campione.
Se chiedi a OverMario chi è il suo idolo, il suo campione di riferimento, ti risponde senza esitare: Antonello Riva.
Nella stagione 2000/2001, quando a Roseto scende Cantù, i due si incrociano.

Foto: Ciamillo&Castoria
Clicca per ingrandire L’urlo.
Stagione agonistica 2000/2001.
Roseto espugna Roma. A Fine gara, Mario Boni ha ancora la grinta sufficiente per un grande, immenso ruggito.

Foto: Ciamillo&Castoria
Clicca per ingrandire Una stagione da copertina.
Stagione agonistica 2000/2001.
Superbasket dedica la copertina a Marione dopo i 40 punti realizzati a Verona, decisivi per sbancare il parquet scaligero.
Per Boni la prima stagione in A1 del Roseto è un torneo denso di soddisfazioni. Terzo cannoniere del torneo a 24 punti di media, quarto assoluto, gioca l’All Star Game. Complessivamente, fra campionato e primo turno di Play-off Scudetto, gioca 36 gare (37 se si considera quella sospesa contro Trieste in casa, a Chieti). Segna 817 punti (22,6 di media), giocando 1.224 minuti (34 di media).

Foto: Archivio Luca Maggitti
Clicca per ingrandire Ancora a Roseto.
Stagione agonistica 2001/2002.
Dopo i fasti della prima stagione rosetana di A1, Mario Boni viene confermato a Roseto, che nel frattempo perde coach Phil Melillo e lo sponsor Cordivari, sostituito da Euro.
A Roseto arriva coach Demis Cavina, giovanissimo, che nel corso del torneo viene avvicendato da Bruno Impaloni.
La squadra, partita sotto tono, arriva nona a fine torneo, disputando i Play-off Scudetto per il secondo anno consecutivo.
E’ l’anno delle “sliding doors” rosetane e delle decine di tesseramenti del vulcanico Martinelli. Mario Boni finisce anche fuori rosa e non gioca a Roma per aver fatto dichiarazioni lesive del prestigio della società (aveva tuonato contro il mancato pagamento di una parte degli stipendi agli americani, pagando solo lui per il suo ruolo di Capitano).
Alla fine, la squadra gioca che è un piacere. Il quintetto vede il cavallo di ritorno George Gilmore in regia, Alvin Sims nel ruolo di guardia, Mario Boni ala piccola, Joshua Grant (e sul finire Aaron Swinson) ala forte e Ian Lockhart, anch’esso cavallo di ritorno, centro.
Nella stagione 2001/2002, gioca 36 partite, andando una sola volta sotto la doppia cifra (9 punti contro Pesaro) e chiudendo a oltre 20 punti di media, terzo del campionato per media, secondo per punti/minuto.
La foto lo ritrae in casa, contro la Fortitudo Bologna, mentre va a schiacciare cambiando mano: un gesto per lui insolito.

Foto: Elio D'Ascenzo
Clicca per ingrandire Dopo Roseto, tocca a Teramo.
Mario ha nel suo curriculum un importante primato: è il giocatore che ha portato l’Abruzzo cestistico in A1, giocando prima a Roseto e poi a Teramo.
Nella stagione 2002/2003, Boni in un primo momento stringe la mano ad Enzo Amadio e sembra destinato a rimanere, bandiera della squadra rosetana. Poi però le cose cambiano, Amadio chiama Valerio Bianchini a dirigere le operazioni e il Vate taglia subito Mario, ritenuto non idoneo a far parte di una squadra che deve conquistare grandi successi.
Mario fa buon viso a cattivo gioco e cambia casa, non andando lontano. Accetta la corte di Carlo Antonetti firmando per Teramo, in Legadue.
L’acquisto si rivela azzeccatissimo. Con Boni, Teramo stravince il torneo di Legadue, guadagnando una storica promozione in A1.
Boni vince tutto quel che c’è da vincere: capocannoniere, miglior giocatore del torneo e miglior giocatore secondo i lettori di Superbasket.
Il Teramo che domina la stagione ha Fernando Labella in regia, Ryan Hoover guardia, Mario Boni ala piccola, Tyrone Grant ala forte e Ian Lockhart centro.
I numeri di OverMario sono eloquenti. Gioca 30 gare di regular season segnando 28,3 punti di media, con un high stagionale di 49 punti contro Rimini, in 32,6 minuti di mipiego. Cattura anche 6,2 rimbalzi di media.
In 14 gare di Play-off promozione segna 25,6 punti di media, con un high di 30 punti, in 31,4 minuti di impiego. Arpiona 5,6 rimbalzi di media.
La foto lo vede al tiro, contro Jesi, con Mario Gigena e Raymond Tutt ai suoi piedi.

Foto: Ciamillo&Castoria
Clicca per ingrandire Come Tardelli.
Stagione 2002/2003.
Teramo-Messina, gara 5.
La gara sta per terminare. OverMario va al centro del campo e inizia a mulinare le braccia, invitando lo straboccante pubblico ad alzarsi e incitare il Teramo che sta guadagnando la A1.
Lo stato di trance agonistica di Mario ricorda, per molti versi, la meravigliosa apnea di Tardelli dopo il 2-0 di Italia-Germania, anno 1982, finale dei Mondiali di calcio in Spagna.
Il sogno di SuperMario? Segnare il gol che vale lo Scudetto per la sua amatissima Inter, a San Siro, davanti a centomila tifosi nerazzurri impazziti.

Foto: Michele Carrelli
Clicca per ingrandire Serie A, la solita vecchia guerra.
Stagione 2003/2004.
Mario Boni braccato dai difensori del Cantù.
La solita vecchia storia, ma Marione non molla, restando in cima alle classifiche dei cannonieri.

Foto: Ciamillo&Castoria
Clicca per ingrandire Un gigante sul corso.
Il calendario 2004 del Teramo Basket ritrae i beniamini dei tifosi biancorossi ingigantiti nel contesto cittadino.
Ecco quindi OverMario svettare sul corso principale di Teramo.

Foto: Ciamillo&Castoria - Michele Carrelli
Clicca per ingrandire Derbyssimo di andata … una ferita ...
18 gennaio 2004. Derbyssimo di andata Roseto-Teramo. Vince Roseto 99-79. OverMario è l’unico dei suoi a tenere alta la bandiera, giocando 28 minuti nel corso dei quali segna 32 punti. Esce incupito, perché un ventello dalla squadra di cui è stato bandiera proprio non lo digerisce.
Ma c’è tempo per rifarsi perché come dice Marione, parafrasando Nazim Hikmet: “Il più bello dei miei canestri non l’ho ancora realizzato”.
La foto vede OverMario stretto nella morsa di Nolan e Giovacchini.

Foto: Ciamillo&Castoria




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