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Musica
ENRICO MELOZZI: IL SOGNO DOPO IL FESTIVAL DI SANREMO? VINCERE L’OSCAR!
Enrico Melozzi al Festival di Sanremo 2012.

Enrico Melozzi e Noemi al Festival di Sanremo 2012.

Enrico Melozzi e Noemi al Festival di Sanremo 2012.

Intervista al ciuffatissimo direttore d’orchestra, a Sanremo con Noemi.

Roseto degli Abruzzi (TE)
Mercoledì, 29 Febbraio 2012 - Ore 17:30

Sempre umile, mai modesto.
Eccolo Enrico Melozzi, che risponde al telefono mentre solca un viale di Roma, diretto a casa di amici per una cena.
 
Largo all’umiltà, che serve a tenerti ben saldo a terra, ricordandoti che solo l’impegno quotidiano e il lavoro duro portano soddisfazioni.
Alla larga la modestia, buona soltanto a nascondersi, a non saper pensare in grande, osare in grande, arrivare a grandi traguardi.
 
E siccome per arrivare a casa dell’amico c’è un po’ di strada ancora da fare a piedi, largo all’intervista telefonica.
 
Enrico, il tuo ciuffo sembrava nato a Sanremo. Dire che ti abbiamo visto a tuo agio è dire poco. Ti sei “poppizzato” alla grande…
«Sono un musicista poliedrico, lo sai che amo fare cose diverse e che niente mi dà più fastidio della monotonia. Non stimo molto quelli che fanno la stessa cosa da 30, a volte 40 anni. Lavorare divertendosi significa anche creare progetti sempre nuovi.»
 
Prima di andarci a dirigere l’orchestra, seguivi il festival di Sanremo?
«Essendo un appassionato di musica leggera, l’ho sempre seguito.»
 
E viverlo “live” com’è stato?
«Fantastico. Mi sono goduto al massimo una esperienza che mi ha portato in un ambiente composto di grandi professionisti. Gli orchestrali hanno un livello e una organizzazione musicale pazzeschi.»
 
Hai seguito Noemi, arrivata al terzo posto. Com’è nato il vostro sodalizio?
«Lei cercava un ospite internazionale per il Festival di Sanremo. E’ venuta ad un concerto di Sarah Jane Morris che le è piaciuto e così, grazie alla mia agente Arianna d’Aloja, è nata l’ipotesi di una collaborazione. All’inizio io dovevo soltanto arrangiare il duetto internazionale, poi - lavorando gomito a gomito - Noemi mi ha chiesto di dirigere l’orchestra. Ho detto sì soprattutto per lei e per il prestigio di Sanremo.»
 
Perché “soprattutto” per Noemi?
«Perché Noemi è una artista preparata, che segue tutto in modo meticoloso e puntuale. Non è una che arriva, canta e poi saluta la compagnia e va a fare shopping. No, lei sta sul banco del mixer fino all’ultimo, con il blocco degli appunti. Io voglio lavorare con gente così: brava, ma tosta e determinata a crescere ancora. Credo che i risultati, parlando di Noemi, si siano visti.»
 
A livello personale, seguendo i social network e i mass media, ho visto molte testimonianze d’affetto nei tuoi confronti. Pensi sia dovuto al fatto che fossi parte del fenomeno mediatico nazionalpopolare dell’anno, o c’è qualcosa di più?
«Direi che c’è di più. Io, sinceramente, non mi aspettato tutti i messaggi e le testimonianze di stima e affetto che ho ricevuto. E se io, che non ero fra i protagonisti, ho ricevuto tutto quel che ho ricevuto, penso a quanto sia stato forte l’impatto per i veri protagonisti, tipo Rocco Papaleo.»
 
Un affetto anche e soprattutto abruzzese e teramano?
«Molto abruzzese e molto teramano e questo mi inorgoglisce, amando io la mia terra in modo viscerale. In un momento di difficoltà generale, in un momento per me delicato – attaccato da alcuni mass media e anche legalmente da alcuni per il mio modo schietto di dire le cose – è stato bello prendersi questa rivalsa. Sapere, cioè, che in tanti, tantissimi, ti apprezzano come artista, ma anche come uomo, che ha il coraggio delle proprie azioni e parla sempre in modo chiaro e davanti. E che è disposto anche a pagare di persona, per il bene della propria terra.»
 
Continuerà il sodalizio con Noemi? Andrai in tour con lei?
«E’ uscito sul quotidiano “Il Centro” che io sarei andato in tour con Noemi, ma io non ho mai detto questo. Se Noemi decidesse di portare l’orchestra nelle due date più importanti – Roma e Milano – e mi chiamasse, ovviamente sarei onorato di andare. Ma niente tour, visto che sto lavorando a due progetti.»
 
Di cosa si tratta?
«Un progetto è in Italia. Si tratta della colonna sonora per lo spettacolo “Gli Uccelli” di Aristofane, per la regia di Roberta Torre, che si terrà al Teatro Greco di Siracusa. L’altro progetto è per l’Australia e mi è stato commissionato dalla West Australian Symphony Orchestra e dal West Australian Ballet. Si tratta della colonna sonora per un balletto su Pinocchio, che partirà il 16 settembre 2012 ed avrà, inizialmente, 16 repliche. Sono progetti importanti e di respiro internazionale, che mi inorgogliscono e che arrivano anche grazie a Piero Ostali, della Casa Musicale Sonzogno, che è un editore perfetto perché mi consente di concentrarmi solo sul mio lavoro.»
 
Detto dei progetti a breve, qual è il tuo obiettivo a medio-lungo termine?
«Ne ho tanti, ma preferisco dirti il mio grande sogno, perché lavorerò duro per realizzarlo: vincere il Premio Oscar per la colonna sonora. So che è difficile, ma vorrei - nel lungo termine - provare ad andare a vivere in America per lavorare a progetti in grado di concorrere all’Oscar. Sono già stato a Los Angeles e mi è piaciuta molto. Magari tornare a L.A. - oppure stabilirmi a New York - potrebbe aiutarmi a crescere ed entrare in progetti di qualità sempre più alta. Per adesso resta un sogno, perché devo migliorarmi come musicista e lavorare ancora molto per rendere solida la mia etichetta Cinik Records insieme alla mia socia Valentina D'Ignazio, ma… io ho un sogno!»
 
Grazie Enrico. Saluta – come se li guardassi uno a uno negli occhi – i nostri lettori “alla abruzzese”…
«M’arcummànn, mandìtt fùrt!»
 
 
ENRICO MELOZZI su WIKIPEDIA
 
Luca Maggitti
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