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Eurolega
BRUNO CERELLA: LA VITTORIA CONTRO I BICAMPIONI D’EUROPA DEDICATA A MATTEO BERTOLAZZI.
Bruno Cerella.

Matteo Bertolazzi.

Intervista all’oriundo dell’Olimpia Milano, dopo il partitone e la vittoria in Eurolega contro l’Olympiacos Pireo.

Roseto degli Abruzzi (TE)
Venerdì, 10 Gennaio 2014 - Ore 02:45

Certe notti sei sveglio, o non sarai sveglio mai...
 
Così capita di abbracciare virtualmente a tarda ora Bruno Cerella, reduce dal trionfo in Eurolega con la sua Milano, avendo battuto 81-51 i bicampioni d’Europa dell’Olympiacos Pireo, arrivati in Lombardia imbattuti in questa stagione europea (11/11).
 
Una notte perfetta per Milano, visto che è anche quella del 78° anniversario della fondazione del sodalizio cestistico meneghino e una notte perfetta per Bruno Cerella, che ha “difeso per quattro” (testuale, dal sito ufficiale dell’Olimpia) quando in campo non c’era David Moss, chiudendo la partita con 5 punti, 4 rimbalzi e 8 di valutazione in 24 minuti.
 
Niente male, proprio niente male per il 7 griffato Armani, che ha marcato il 7 dell’Olympiacos – il grande Vassilis Spanoulis – che ha finito la gara giocando 31 minuti, nel corso dei quali ha segnato 8 punti, arpionato 3 rimbalzi, smazzato 6 assist e chiuso con 4 di valutazione (numeri non da Spanoulis).
 
Merito anche della guardia che gli ha montato Bruno Cerella, al quale abbiamo fatto, insieme ai complimenti, qualche domanda. Eccovi la chiacchierata notturna.
 
Bruno, a fine partita ti sei presentato a Vassilis Spanoulis?
«Sì. Gli ho detto: “Sono il numero 7 che sognerai stanotte” (risata fragorosa, n.d.r.)».
 
Come si marca, proficuamente, un mito come Vassilis Spanoulis?
«Mah! Ti dico la verità, essendo la prima volta che ci gioco contro, potrebbe essere stata la sua “serata no”. Comunque, io sono contento del mio lavoro. È stata sicuramente l’energia che ho messo in campo che ha fermato e limitato il suo talento».
 
Giocare in Eurolega per Bruno Cerella, che ha iniziato in Serie C2 venendo dall'Argentina: un sogno che si avvera o la dimostrazione che il lavoro paga?
«La dimostrazione che il lavoro paga. Non ci ho mai pensato, nel quotidiano, di lavorare per arrivare qui, ma oggi mi ritrovo a giocare contro i due volte campioni d’Europa e vincere di 30, essendo anche protagonista di una gara quasi perfetta. Sono più che felice, anche se domani è finita e bisogna lavorare come tutti i giorni!».
 
A chi dedichi la tua splendida prova e, soprattutto, la vittoria?
«La dedico al mio AMICO Matteo Bertolazzi, che sicuramente si sarà divertito, lassù, a guardarmi giocare indossando il suo numero 7».
 
Luca Maggitti
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