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DNA Silver – Modus FM Roseto Sharks
ATTILIO CAJA: BATTERE CHIETI PER SALVARE FIRENZE, BATTERE CHIETI PER MANDARE ROSETO AI PLAYOFF.
Roseto, PalaMaggetti, domenica 13 aprile 2014. Roseto-Firenze. Coach Attilio Caja.
[Mimmo Cusano]


Roseto, PalaMaggetti, domenica 13 aprile 2014. Roseto-Firenze. Coach Attilio Caja a fine gara, preso da Paoletto Di Bonaventura che lo porta sotto la Curva Nord.
[Mimmo Cusano]


Roseto, PalaMaggetti, domenica 13 aprile 2014. Roseto-Firenze. Coach Attilio Caja riceve il coro della Curva Nord.
[Mimmo Cusano]


Il coach che salvò il Roseto in Serie A nel 2006, all’ultima giornata, può ancora – seppur indirettamente – fare la storia del sodalizio cestistico rosetano.

Roseto degli Abruzzi (TE)
Mercoledì, 16 Aprile 2014 - Ore 12:15

Roseto cestistica sa essere riconoscente con quelli che hanno dato tutto (ciò che potevano) alla causa.
 
Il tribunale del PalaMaggetti e la per niente santa inquisizione della Curva Nord difficilmente sbagliano giudizi. Come dire: raro che qualche paraculo prenda applausi, raro che qualche uomo vero prenda fischi. Ovviamente, anche in questo caso ci sta che l’eccezione confermi la regola.
 
Per quanto generoso e riconoscente, mai – a mia memoria – il pubblico del PalaMaggetti aveva inneggiato ad un ex rosetano, tornato da avversario, a partita in corso. Domenica 13 aprile 2014, in occasione del ritorno di coach Attilio Caja, durante Roseto-Firenze ho udito l’eccezionalità diventare cori. A partita iniziata – nei primi due minuti – la Curva Nord ha intonato “Attilio Caja” e “Uno di noi, Attilio uno di noi”, per poi “prelevare” (delegato della Curva, il buon Paoletto Di Bonaventura) “Artiglio” dalla panca a sirena suonata e portarlo sotto la Curva Nord, per una ultima coccola sotto forma di coro.
 
Salito in sala stampa, Attilio Caja è stato felice di non nascondere l’emozione: “Invidio sempre un pubblico come quello di Roseto. Io che l’ho avuto, so quanto sia importante”.
 
Poi, con ancora in mano le statistiche finali di Roseto-Firenze, ricorda il suo ultimo giorno rosetano, nel 2006, dopo aver salvato sul campo il Roseto, guidando una squadra che il suo stesso play titolare, Leo Busca, definì “di cani malati”, data la non eccelsa (diciamo così) qualità del roster: “Caricati tutti i bagagli in macchina, feci il giro di Roseto. Ero come imbambolato, ipnotizzato da questa città così piccola, ma così viscerale quanto a passione cestistica. Ripercorsi un’ultima volta le strade che quotidianamente avevo usato per andare all’allenamento, poi un ultimo giro fra la via Nazionale e il lungomare e me ne andai”.
 
Strana la vita di “Cajattila”. Nel 2006 salvò il Roseto di Serie A con in panchina Chiavazzo, Grillo, Campana e Neri (con tutto il rispetto del quartetto, che fu encomiabile in allenamento e nei minuti in campo e che Attilio ringraziò pubblicamente), nel 2014 si ritrova con una Firenze dalle rotazioni risicate e dall’organico così così (anche falcidiato da infortuni) e ha una sola, ultima partita per provare a ripetere il miracolo rosetano (che miracolo non fu, secondo l’Artiglio, bensì vittoria del lavoro duro e giustizia sportiva), dovendo pure dipendere da Treviglio-Nord Barese e cioè dalla sconfitta dei pugliesi.
 
La scomparsa di Lucca ha tolto 4 punti alla sua Affrico Firenze, che altrimenti sarebbe salva, ma la sottolineatura serve a poco: almanacchi e albi d’oro non hanno la casella “note”, ma solo l’elenco di chi vince, chi vive e chi muore. Perciò CajAttila deve sperare che il suo staff medico gli restituisca Rancic (bloccato alla schiena e praticamente inutilizzato a Roseto), per metterlo nelle migliori condizioni possibili di giocarsi l’ultima gara in casa, domenica 27 aprile 2014, contro il Chieti.
 
E se gli chiedi – all’Artiglio – cosa prova a poter essere pure giudice dei playoff del Roseto Sharks, visto il suo impegno contro il Chieti e il curioso stato delle cose secondo il quale o Roseto o Chieti faranno i playoff e una abruzzese escluderà l’altra, il tecnico pavese, con la sua voce fra il ruvido e l’acido, sentenzia: “Contate su di noi”.
 
Perché il plurale maiestatico? Secondo me perché – ma non gli ho chiesto conferma – a rispondere è stato non solo l’allenatore di Firenze che è pagato per salvare la squadra, ma anche il tifoso del Roseto, che se batte Chieti sa che comunque manda i “suoi” Sharks ai playoff.
 
A conferenza stampa finita – rinunciando all’ascensore e scendendo le scale del PalaMaggetti con l’amico Lorenzo “7 Peni” Settepanella – ripenso alle parole di coach Caja e all’eccezione dei cori “in corso d’opera” della Curva Nord.
 
Gli ultras ci hanno azzeccato: Attilio è uno di loro.
 
Luca Maggitti
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