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Eurolega
PLAYOFFS: MILANO PERDE IL FATTORE CAMPO, LE ALTRE NO.
Curtis Jerrells, dell’Olimpia Milano.
[Basketinside.com/Claudio Degaspari]


Stefano Blois, mohicano del basket classe 1994, fa il punto sui Playoffs di Eurolega. I video delle migliori giocate di Gara 1 e Gara 2.

Roseto degli Abruzzi (TE)
Sabato, 19 Aprile 2014 - Ore 11:15

L'1-1 con cui si sono chiuse le prime due partite del Forum nella serie dei quarti contro il Maccabi lascia un (bel) po' di amaro in bocca all'EA7 Milano. Soprattutto per quanto avvenuto in gara1, con gli uomini di Banchi sempre avanti nel match (anche in abbondante doppia cifra, e sul +7 con 40 secondi da giocare) e trafitti all'overtime dal duo Hickman-Rice. Mentre due giorni dopo una partita sempre condotta dai biancorossi non ha mutato il suo corso nell'ultimo quarto, con Moss e compagni vittoriosi e ancora dentro la serie. Tutto dunque ancora aperto in ottica-qualificazione, anche se il clamoroso suicidio di mercoledì rischia di pesare come un macigno nell'economia della serie. Per il resto, è stata un'Olimpia che ha a lungo dimostrato di essere superiore in termini di talento e varietà di soluzioni agli israeliani. Che però hanno dalla loro un'esperienza internazionale di primissimo livello, fattore spesso fondamentale in situazioni del genere. Il Maccabi si è appoggiato, nel primo episodio della serie, allo strepitoso finale dei suoi esterni oltre che a una serie incredibile di errori da parte dei padroni di casa. Situazioni (come i tanti errori ai liberi nel momento-clou) già vissute contro Sassari, in quello che resta l'unico vero altro blackout della stagione milanese. In gara-2, al contrario, il solo Rice tra i piccoli ha raggiunto la doppia cifra (ma con 2/11 dal campo) e ad aggravare la situazione degli uomini di Blatt è stato l'infortunio a Schortsanitis (spesso un fattore due giorni prima). Soprattutto però, Tel Aviv non ha trovato vere contromisure in difesa contro una chirurgica Milano: l'EA7 ha chiuso sfiorando il 61% da 2, e con 13 triple a segno su 28 tentativi. Una beneficiata offensiva che ha visto tanti protagonisti diversi, in assenza di Gentile e con un Langford meno trascinante del solito: Jerrells (in assoluto il migliore dei suoi fin qui nella serie), Samuels, Kangur, Melli (ottimo soprattutto in gara-1, prima di un pesantissimo antisportivo nel finale) e il redivivo Wallace di venerdì. 178 punti segnati in due gare di playoff sono un dato confortante, anche se alla Nokia Arena ovviamente molte situazioni cambieranno: Milano deve pizzicarne almeno una per riportare quantomeno la serie al Forum. Impresa difficile ma non impossibile, visto il talento offensivo e la chimica di squadra che ha mostrato negli ultimi mesi l'EA7.

Nelle altre serie (tutte sul 2-0), la situazione più chiusa sembra quella tra Barcelona e Galatasaray. Come d'altronde immaginato anche in fase di pronostico, vista la chiara differenza di talento ed esperienza tra le due contendenti. Sui blaugrana di coach Pascual era però emersa qualche perplessità, dopo un finale di Top 16 con due sconfitte pesanti seppur ininfluenti ai fini della classifica. E qualche scoria nel primo tempo di gara-1 c'è stata, con i turchi sempre avanti (anche sul +9) fino all'infortunio di Arroyo (14 punti fin lì) che di fatto sembra aver segnato la serie. Dopo l'intervallo non c'è infatti praticamente stata partita: senza il suo giocatore maggiormente rappresentativo, il Gala è crollato fino ad un pesante -27 finale. E la musica non è cambiata in gara-2: stavolta, già dopo i primi due quarti la pratica si è virtualmente chiusa. L'aver mandato otto diversi uomini in doppia cifra in almeno una delle due sfide è un'ulteriore segnale di quanta qualità abbiano a disposizione i catalani: ad Istanbul passare è sempre difficile, ma lo risulta anche immaginare come questa serie possa anche solo tornare a Barcelona per gara-5.

Vola sul 2-0 anche il Real Madrid, portandosi a questo punto molto vicina alla Final Four. Dopo un piccolo calo nella seconda parte delle Top 16, gli uomini di Laso sono tornati ad esprimersi sui livelli di inizio stagione con due meritate vittorie casalinghe sull'Olympiacos. E se gara-1 è stata quella dei picchi, con un paio di momenti in cui Fernandez e compagni hanno praticamente straripato in attacco, due giorni dopo un primo tempo con le marce altissime ha dato alle merengues il modo di gestire il vantaggio dopo l'intervallo (anche grazie ai soli 33 punti dell'Olympiacos negli ultimi due quarti), più di quanto lasci intendere l'82-77 finale. Sul parquet, è apparsa chiara la superiorità degli spagnoli: mai sottovalutare l'Olympiacos bicampione in carica, ma al di là del solito Spanoulis (18 punti in entrambe le gare) non sono molte le opzioni offensive di primo livello a disposizione di coach Bartzokas. Difendere il doppio titolo di campioni in carica sarà dunque difficilissimo, anche perché il format 3 su 5 ha chiare differenze rispetto alla partita secca da Final Four: negli ultimi due anni, i greci sarebbero probabilmente partiti sfavoriti in una serie contro una qualsiasi delle avversarie battute in semifinale e finale. Ma la serie non è ancora chiusa, soprattutto in vista dell'inversione di campo su un infuocato Pireo.

Il confronto di più difficile interpretazione fin qui è senza dubbio quello tra CSKA Mosca e Panathinaikos: mentre nelle altre tre serie si è assistito a due tipi di gare simili (o perlomeno comparabili), tra l'Armata Rossa e i Verdi ateniesi l'unica costante è stata il risultato finale (in favore dei russi di coach Messina). Nel match di apertura, dopo un primo tempo sprint i padroni di casa subiscono il veemente ritorno del Pana, quasi sempre avanti nell'ultimo quarto e condannato all'overtime da due liberi di Hines. Al supplementare sono le difese a prevalere, e i soli 2 punti segnati dai greci consegnano il primo punto al CSKA. Decisamente diversa la storia in gara-2: equilibrio assente, rossoblù sempre avanti con margini di sicurezza (approfittando dei soli 51 punti realizzati da Ukic e soci) e capaci di chiudere addirittura sul +26 con un ultimo quarto dilagante. Sugli scudi il solito Weems (rispettivamente 21 e 23 punti), ma anche i 38 assist di squadra in due partite testimoniano la qualità di esecuzione dell'attacco russo. Difficile quantificare le chanches del Panathinaikos di allungare la serie e riportarla in Russia: di certo servirà un altro apporto da Diamantidis (3/17 dal campo a Mosca), anche perché coach Alvertis non dispone di troppe alternative offensive di un certo livello. Da segnalare però anche un CSKA adesso molto più vicino alle Final Four: gli uomini di Messina ci arriverebbero a fari più spenti del solito, ma con un percorso continentale che ha visto Kaun e compagni carburare pian piano sempre di più.
 
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