Sono un appassionato moderato di calcio. E un tifoso ancor più tiepido della Juventus dai tempi di Liam Brady, irlandese primo straniero delle zebre quando “riaprirono le frontiere”. Lo ammiravo perché sembrava un impiegato del catasto e invece giocava a pallone. E perché nell’ultima giornata del torneo 1981/1982, pur sapendo di non essere stato confermato dalla Juve, volle tirare lui il rigore che valeva lo Scudetto (il secondo consecutivo per lui) contro il Catanzaro. Un uomo, insomma.
Poi il calcio ha progressivamente cominciato a starmi sulle palle. E, d’altronde, sono uno che applaudiva Platini e Boniek, ma aveva per idolo il sammarinese Massimo Bonini.
Dopo le lacrime versate per la strage dell’Heysel, mi ha spinto sempre più lontano la quotidiana constatazione che è sempre meno uno sport e sempre più un gigantesco business in cui – a mio modesto e trascurabile avviso – da molto tempo non è più garantito, sempre e comunque, lo 0-0 iniziale.
Allo sport che vende interi campionati (minori, in attesa che si mangino tutto) alla malavita organizzata internazionale, diventata miliardaria con le scommesse clandestine, sento di non appartenere.
Resto però tifoso “blando” della Juventus. Per questo ieri, quando Massimiliano Allegri ha preso il posto del super vincente Antonio Conte – che si è dimesso, quindi che fai, lo costringi a restare ammanettandolo? – sono stato contento per lui.
Ho conosciuto Allegri nel 2011, grazie a Pierpaolo Marchetti. Venne a Roseto per diventare testimonial della onlus L’Aquila per la Vita (in calce gli articoli di quella iniziativa), accompagnato dal suo mentore Giovanni Galeone. Era l’allenatore campione d’Italia in carica con il Milan e aveva il mondo del calcio ai suoi piedi.
Eppure dava del lei a Galeone, cedendogli il passo, fu educato, gentile e disponibile e stette mezza giornata con noi, da Spizzico, per conoscere tutto lo staff di oncologi (e non) di L’Aquila per la Vita, per capire bene come fosse la loro quotidianità.
Pranzammo insieme e telefonai anche al livornese – come Max – Claudio Bonaccorsi, tifoso milanista, passandoglielo per “farmi un po’ lo svelto”.
Poi le foto per la cartolina con lo slogan “ALLEGRI PER LA VITA” e quella con lui e Galeone per la copertina della brochure con lo slogan “LE PARTITE DIFFICILI GIOCHIAMOLE IN CASA”.
Ho rivisto Galeone e Allegri il 10 giugno 2014: erano a cena a Roseto con amici e vollero una copia della cartolina 2014 di L'Aquila per la Vita onlus.
Insomma: conservo questo ricordo – che, capisco, con il calcio non c’entra una mazza – di Massimiliano Allegri: gentile, educato, disponibile. E questo essendo il “Numero Uno” in carica. Non uno sfigato o un detronizzato in cerca di un morso di pubblicità.
Ecco, per questo – in qualità di tifoso moderato della Juventus – gli mando uno sportivissimo (e “cestistico”) in bocca al lupo, affinché possa fare il meglio nel suo lavoro.
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ALLEGRI PER LA VITA
Giovedì 6 Ottobre 2011
MASSIMILIANO ALLEGRI TESTIMONIAL DI L’AQUILA PER LA VITA
L’allenatore del Milan Campione d’Italia sarà a Roseto il 9 ottobre per il progetto ‘Allegri per la Vita’.
Lunedì 10 Ottobre 2011
UNA DOMENICA ALLEGRI
Partito nel migliore dei modi il Progetto ‘Allegri per la Vita’. Il racconto della nascita dell’idea e della giornata inaugurale.
Martedì 11 Ottobre 2011
ALLEGRI PER LA VITA
Il bellissimo pezzo di Pierpaolo Marchetti, giornalista che ha reso possibile il progetto ‘Allegri per la Vita’.
Roseto degli Abruzzi, 10 giugno 2014. Giovanni Galeone e Massimiliano Allegri, di passaggio per il Lido delle Rose, ricevono la cartolina 2014 di L’Aquila per la Vita onlus, con Elio (di Elio e le Storie Tese) testimonial.
2011. Giovanni Galeone e Massimiliano Allegri testimonial di L’Aquila per la Vita, sulla copertina della brochure riassuntiva della onlus.
2011. Massimiliano Allegri testimonial di L’Aquila per la Vita, sulla cartolina annuale della onlus.
