Metti una due giorni a Bologna per il progetto "Against the Pain", il corso di formazione pensato da Giampiero Porzio (titolo e sottotitolo, "Giocare di squadra per battere il dolore", sono farina del sacco del suo e mio amico Luca Maggitti) e destinato ai giovani medici oncologi, tema la terapia del dolore.
Usando il basket come metafora e come esempio, ma anche come elemento di rottura con gli schemi, perché gli allievi stanno in palestra in canottiera e scarpe da basket e fra una lezione e l’altra palleggiano e tirano, ma sempre con motivazioni cestistiche che poi vengono riadattate alla medicina.
Iniziativa con padrini illustri come Ettore Messina, Roberto Brunamonti e Luigi Lamonica e nel quinto appuntamento, conclusivo per quest’anno, nel capoluogo emiliano, un bel po’ di rosetani in trasferta: da Porzio a Ilaria Cimorosi, figlia del mitico Daniele; poi Claudio Bonaccorsi e Franco Montorro.
Stop. Come? Va bene “Bomba” che a Roseto ha giocato, ma il sottoscritto?
Non sono impazzito, ma amo Roseto e i Rosetani al punto che vorrei chiedere la cittadinanza perché - e chi di Roseto mi conosce e sa che non mento per ruffianeria - nessun’altra piazza cestistica mi piace e mi ispira come la vecchia Rosburgo.
Io non conto più le giornate davanti al mare e le serate nella stessa pizzeria, le passeggiate sull’Adriatica e gli aperitivi in albergo; le partite della nazionale, un derby con Teramo giocato a mezzogiorno e poi concluso solo e doverosamente alla Cantina di Epicuro, con il regalo di una maglietta che io, come promesso, ho indossato a Tokyo e Pechino.
Casa di Luca Maggitti, in Via Seneca (e certo non poteva abitare in Via Fabio Volo); i capolavori verbali di Lorenzo Settepanella sui giocatori di basket; una bugia che non svelerò mai a Michele Martinelli; Sergio Di Nicola spirito libero; Giorgio Pomponi, Marco Rapone, Federica Pinciotti e Barbara Mazzocco, che ora sta dalle mie parti; Vittorio Fossataro, ma è bene che mi fermi perché farei torto superficiale a quelli che non ricordo.
Mentre non è superficiale l’operato di Giampiero Porzio e del suo staff, abruzzesi a Bologna, incontrati da un bolognese che un po’ di cuore ce l’ha a Roseto.