Ho giocato a basket in tanti posti negli Stati Uniti, poi in Russia, Grecia e Giappone, ma Roseto è il posto più bello, per il calore dei tifosi e la bontà della gente.
(Mahmoud Abdul-Rauf, Roseto degli Abruzzi, 26.02.2015.)
È proprio come dice il Califfo.
Io sono di Chieti, vivo a Pescara e lavoro in giro per l'Italia e l'Europa. Anche adesso sono all’estero.
Facevo il conto a mia figlia, qualche settimana fa: ho 43 anni e ho visto nella mia vita 51 paesi nel mondo. Un bel po’. Beh, non c'è un posto al mondo che ti faccia sentire “a casa” come Roseto.
I ricordi sono quelli delle persone. Non c'è niente da fare: quelli fanno la differenza.
Superata “l'ignoranza” di fondo fatta carattere che pervade il 90% degli abitanti di Roseto, lo straniero (anche di Chieti), non può fare a meno di innamorarsi di quello spirito allegro, coinvolgente, sapido, diretto, duro e perculante che respiri facendoti un giro a piedi o in bici per il Lido delle Rose d'estate.
Scrivo, piango e penso a Tonino, a Nicola Mariani, a Domenico Alcini, a Marini.
Poi penso ai vivi. A Rosanna, a te Luca, ai miei amici di sempre di Roseto: Paolo, Enzo, Luca, Roberto e mille altri... e ti dico che la cosa importante che spero di cuore è che questo spirito, questa autentica bellezza, non cambi mai e che le nuove generazioni siano in grado di cambiare il brutto della società mantenendo vivi quei pilastri fatti di cuore che hanno reso il Lido delle Rose speciale per tutti quelli che ci hanno messo piede per il mare, per il basket, per i casi della vita.
Anch’io, straniero, amo Roseto.
È quello il posto dove mi auguro da vecchio di poter vivere.
Un abbraccio.
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