Potrebbe essere una storia buona per il cinema, come quelle della saga di Don Camillo e l’onorevole Peppone tratte dal romanzo di Guareschi.
Solo che qui non siamo nella bassa padana, ma a Roseto. E al posto dell’onorevole Peppone c’è un corvo che, mediante lettera anonima, prova a screditare l’operato di Antonio Ghidoni, parroco del Sacro Cuore, agli occhi della sua congregazione: i Piamartini di Brescia.
La notizia della missiva è rimbalzata dalla Lombardia a Roseto, provocando lo sdegno dei parrocchiani, pronti a difendere l’operato di padre Ghidoni, arrivato al Sacro Cuore nel 2010.
Subito è partita una raccolta di firme promossa dai fedeli, che chiedono sostegno per indirizzare a stretto giro ai superiori del prelato una lettera, corredata delle firme, che tra l’altro afferma: «Consapevoli che l’intento della lettera anonima è quello di screditare l’operato e mettere in discussione la permanenza di padre Ghidoni nella nostra comunità parrocchiale, manifestiamo al nostro parroco vicinanza e solidarietà per il servizio che sta svolgendo in mezzo a noi ed esprimiamo pubblicamente la nostra volontà sulla sua permanenza nella nostra parrocchia e città».
Dunque una risposta chiara, rispetto a un metodo ignobile come quello della lettera anonima. La levata di scudi in difesa di un prete che ha fatto dell’accoglienza, del dialogo, della disponibilità e dell’informalità i suoi tratti caratteristici ha interessato anche le istituzioni.
Il sindaco di Roseto, Enio Pavone, ha infatti dichiarato: «Stimo padre Antonio, che vedo come una persona totalmente positiva, attiva sul territorio e sempre pronta verso i bisognosi».
Anche l’assessore Mirco Vannucci, pur non essendo parrocchiano di Ghidoni, venuto a conoscenza del fatto ha voluto esprimere pubblicamente il suo pensiero: «Padre Antonio sta svolgendo un lavoro egregio, per questo a lui vanno la mia massima solidarietà e più totale stima».
Gli attestati di vicinanza dopo l’inizio della raccolta di firme, appaiono unanimi e coinvolgono anche onlus come Abruzzo Amore, che nel 2014 con il parroco ha organizzato il pranzo di Pasqua a favore dei più bisognosi.
Il più arrabbiato di tutti è Bruno Petrini, della onlus Brucare, che con la parrocchia ha realizzato due raccolte di cibo per i bisognosi e che sbotta: «Padre Antonio non si tocca, altrimenti faremo le barricate! Quando in un posto arriva una persona come lui, limpida e trasparente, magari qualcuno prova a infangarla. Potrebbe trattarsi di chi magari non può più fare loschi affari, proprio per la presenza di un parroco davvero dalla parte dei più deboli».