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Giovedì, 25 Aprile 2024 - Ore 6:56 Fondatore e Direttore: Luca Maggitti.

Storia, toponomastica e malintesi.
ATRI: DAL COMPROMESSO STORICO MAI NATO, ALLO STORICO COMPROMESSO NON RIUSCITO.
Gabriele Astolfi, sindaco di Atri.

Enrico Berlinguer.

Giorgio Almirante.

Il sindaco Astolfi organizza una giornata per onorare Enrico Berlinguer, intitolandogli un largo. Qualche giorno dopo ci prova con Giorgio Almirante, ma la risposta popolare è ben diversa. Qualche riflessione.

Roseto degli Abruzzi (TE)
Sabato, 01 Agosto 2015 - Ore 23:45

Questa è la storia del sindaco di Atri, Gabriele Astolfi, che partì dal compromesso storico in politica, ma non riuscì a fare uno storico compromesso in toponomastica.
 
Ad Atri esiste già viale Aldo Modo. Sabato 25 luglio 2015, invece, il sindaco della “Civitas Vetusta”, Gabriele Astolfi, ha comunicato in teatro di voler intitolare – a seguito di delibera – un luogo pubblico ad Enrico Berlinguer.
 
Per la precisione, largo Enrico Berlinguer. Che, per chi è pratico di Atri, è il posto che si incontra, salendo verso la Cattedrale, a sinistra, dopo l’edicola e prima del varco. Un parcheggio non a pagamento. Libero, appunto. E con una bella visuale.
 
Insomma: Aldo Moro (che ad Atri tenne un comizio prima del suo sequestro) ed Enrico Berlinguer uniti, ad Atri, nella toponomastica. Quasi a voler celebrare quel compromesso storico allora impossibile per le pallottole delle Brigate Rosse.
 
La cerimonia di sabato 25 luglio è slittata perché mancava ancora la firma prefettizia (che serve per legge). Ma quel mattino, dentro il Teatro Comunale, è stato detto dal sindaco Astolfi che l’intitolazione era solo rimandata e che il rimando era persino favorevole, visto che la figlia di Enrico Berlinguer, Bianca, era stata bloccata a Roma da un contrattempo. Quindi, l’intitolazione sarebbe stata pianificata quando la figlia avrebbe potuto esserci.
 
Saltata l’intitolazione, non è saltato il resto della ricca giornata: proiezione di cortometraggio e presentazione di libro con due storici collaboratori di Enrico Berlinguer venuti da Roma (Alberto Menichelli e Roberto Bertuzzi) al Teatro Comunale; apertura di una splendida mostra fotografica presso il Municipio, curata dall’Associazione Enrico Berlinguer che ha organizzato la giornata, con il patrocinio e il placet del Comune di Atri del sindaco “di destra” Astolfi.
 
Anzi, un po’ più di destra, Gabriele Astolfi, visto che, entrando al Teatro Comunale, gli ho sentito dire in dialetto e sorridendo a uno (che mi pareva lontano dalle sue posizioni politiche) che ha preso sottobraccio: «Ci avresti mai pensato? Il sindaco fascista che rende onore al più grande comunista».
 
Così come ho sentito Alberto Menichelli, autista e ombra per 15 anni di Enrico Berlinguer, ringraziare il sindaco per la sua sensibilità.
 
Così come ho sentito Menichelli ricordare di quando andò a tirare fuori dalla fila Giorgio Almirante, ai funerali di Enrico Berlinguer.
 
Così come ho sentito, uscendo dal Teatro Comunale, una signora “de sinistra” dire a un suo “compagno”: «Il nostro sindaco non mi convince. Secondo me ha fatto tutta questa cosa perché vuole intitolare una via pure a Giorgio Almirante e vuole crearsi un precedente per essere inattaccabile, vedrai».
 
Chi è che diceva che a pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca? Ah, sì, Giulio Andreotti.
 
E difatti, qualche giorno dopo, scoppia il putiferio politico ad Atri. Il motivo? L’intitolazione di uno spazio pubblico a Giorgio Almirante.
 
È il 30 luglio 2015 e il PD locale insorge, intitolando il comunicato, in modo ironico: «Via Almirante!» e poi argomentando: «Il PD ducale si oppone con fermezza e amarezza alla proposta di delibera per l’intitolazione di uno spazio pubblico a Giorgio Almirante. È una questione che va oltre l’ideologia politica, oltre la destra e la sinistra, perché riguarda i valori da cui è nata la nostra Repubblica. Almirante, militante fascista, firmatario del Manifesto della Razza, membro della Guardia Repubblicana Nazionale nella Repubblica di Salò e, negli anni successivi alla fine del regime, accusato più volte di apologia del fascismo e vilipendio degli Organi Costituzionali, accusato di favoreggiamento aggravato per aver coperto uno degli autori della strage di Peteano, ma uscito pulito dal processo grazie all’immunità parlamentare prima e a un’amnistia poi. Intitolare uno spazio pubblico a una personalità con questo passato offende la sensibilità democratica dei cittadini. Dimostra la scarsa coscienza che questa amministrazione ha del valore della storia e dell’importanza della memoria. Tanto più che tutto questo avviene a poco meno di tre settimane dall’approvazione della delibera per l’intitolazione di una piazza a Berlinguer. La toponomastica è una cosa seria, non è un vessillo da sventolare. La figura di Almirante non offre un insegnamento per le nuove generazioni, non qualifica positivamente un luogo, non è un esempio di virtù civica e morale di cui essere orgogliosi. È un azzardo pericoloso, ancora di più per il momento storico in cui viviamo, per la fragilità del nostro assetto democratico, per la corruzione dilagante che caratterizza il nostro sistema, per l’odio razziale che cresce a dismisura. Evidentemente il sindaco Astolfi dimentica di aver giurato su una Costituzione che è nata dallo spirito di tutte le forze antifasciste. Noi ci opponiamo compatti a questa scelta, a quella targa che lasciate in eredità ad Atri, a quella targa sotto cui troppi cittadini si sentiranno a disagio, si sentiranno offesi e quindi non liberi».
 
Lo stesso giorno, si esprime anche Rifondazione Comunista della Provincia di Teramo: «Nel 70° anniversario della Liberazione dal nazifascismo che trascinò l’Italia e il mondo in una guerra che causò più di 50 milioni di morti, l’amministrazione comunale di Atri non trova niente di meglio che proporre l’intitolazione di una strada a Giorgio Almirante. Si tratta di una iniziativa che offende la memoria dei tanti martiri che nel corso della lotta antifascista e della Resistenza sacrificarono la vita per combattere la barbarie del fascismo. Invece di dedicare – come sarebbe dovuto – grandi celebrazioni a un eroe atriano come Martella si pensa di spacciare come atto di pacificazione la riabilitazione di un fascista mai pentito. La democrazia italiana è stata già abbondantemente magnanima con Almirante visto che, nonostante il ruolo che svolse negli anni del regime fascista e della Repubblica Sociale Italiana, poté reinserirsi nella vita politica e nel parlamento insieme al suo partito di nostalgici del fascismo che avrebbe dovuto essere sciolto ma che non lo fu mai. Ricordiamo che dal 1938 Almirante fu animatore del giornale Difesa della Razza, la principale rivista teorica del razzismo italiano, fino all'ultimo numero, pubblicato alla vigilia della caduta del regime, nel luglio 1943. Almirante aderì alla Repubblica di Salò e fu capo gabinetto del ministro della Cultura popolare, Mezzasoma. Nell'aprile del 1944 firmò un bando in cui intimava la resa ai partigiani, pena la "fucilazione alla schiena". In base a quel decreto 83 abitanti di Niccioleta, in Maremma, furono uccisi da repubblichini e nazisti. Per aver firmato quel bando infame, Almirante è stato riconosciuto come "fucilatore di italiani" e condannato da ben 5 tribunali, ma non ha fatto neanche un giorno di carcere. Almirante, pur avendo abbondantemente beneficiato delle istituzioni parlamentari nate dal sacrificio delle sue vittime, non ha mai pronunciato parole di autocritica e pentimento per il suo infame passato e finché ha potuto ha cercato di contrastare tutte le spinte di progresso democratico nel nostro paese. Proprio nei giorni scorsi è arrivata la sentenza sulla strage di Piazza della Loggia a Brescia a ricordarci come la minaccia del neofascismo abbia pesato nella vita del paese anche dopo la Liberazione. Il Partito della Rifondazione Comunista esprime la propria condanna per la iniziativa del Comune di Atri».
 
Il giorno dopo, 31 luglio, il capogruppo del PD atriano in Consiglio comunale incalza: «Quando il sindaco, durante il consiglio comunale scorso, propose l’intitolazione di una via o spazio pubblico comunale a Giorgio Almirante, pensavo si trattasse della sua solita provocazione fatta ad arte per sporcare un avvenimento apprezzato e sentito, quale l’intitolazione di una piazza a Enrico Berlinguer.  Veramente non credevo che si potesse arrivare a tanto. Mentre si intitola una piazza e si inaugura una mostra fotografica, si pensa già a “controbilanciare”, tra virgolette, l’iniziativa per far contenti i quattro nostalgici ed altra opinione che chiamare neo-fascista è troppo, e chiamare di destra becera è poco. Il giorno prima si va ad una iniziativa dove si ricorda un personaggio politico antifascista, che ha lottato una vita per il riscatto dei lavoratori e che è amato da tutti per i valori di onestà e correttezza, che è portato oramai, senza distinzioni di colore politico, ad esempio per le nuove generazioni che di questi valori, oggi, non ne vedono; ed il giorno dopo si propone questa vera e propria sconcezza che non fa onore a chi la propone, ma che umilia anche la memoria di chi la riceve. La giunta Astolfi ha fatto in modo di rimettere al centro della nostra città polemiche anacronistiche, fuori tempo, fuori luogo, che nemmeno Alleanza Nazionale di allora avrebbe proposto ed oggi forse solo Casa Pound o altre filiazioni di estrema destra possono considerare. Forse per dirottare le indagini sulla inesistente amministrazione, per farci dimenticare i debiti pregressi e fuori bilancio, gli aumenti deliberati qualche minuto prima e quelli che verranno. È proprio così, purtroppo, e chi vi ha dato credito, oggi deve pentirsene. Questo episodio può esser utile per farli ricredere sulla buona fede e correttezza democratica del sindaco e della maggioranza, sul loro isolamento politico, che isola anche la nostra città che non merita questa amministrazione incapace ed ora, se qualcuno non ci credeva, anche reazionaria. Con questo episodio Astolfi e i suoi sodali gettano la maschera di perbenismo e moderatismo e tirano fuori la loro vera natura. Pronti ad impugnare l’arma della reazione, cavalcando le pulsioni più becere inseguendo iniziative alla Salvini. Il sindaco Astolfi, in palese difficoltà, nel corso del Consiglio Comunale, per le vibranti proteste dei cittadini e il clima teso che si era creato, ha deciso di revocare l'intitolazione dello spazio pubblico ad Enrico Berlinguer, già deliberata in giunta il 9 luglio scorso e di nominare una commissione per studiare il caso. Un'altra scelta incomprensibile di questo sindaco senza maggioranza, che non riesce più a concludere niente di buono per la nostra città. La fondazione Berlinguer ha deciso, in dissenso con le scelte del sindaco, di chiudere la mostra fotografica. Una grave perdita, soprattutto per i giovani che non avranno il modo di conoscere, anche attraverso le foto, un pezzo di storia del nostro paese. Atri saprà ribellarsi».
 
E siamo a oggi, sabato 1 agosto 2015, con la decisione dell’Associazione Enrico Berlinguer di ritirare la bella e imponente mostra fotografica installata in Municipio, nelle scuderie dei Duchi d’Acquaviva, intitolata “Enrico Berlinguer. Vita e politica”, inaugurata il 25 luglio 3 che avrebbe dovuto restare visitabile fino al 15 agosto 2015. Questo il comunicato dell’associazione: «La nostra associazione ritiene opportuno fare alcune precisazioni in merito alla decisione di ritirare la mostra fotografica su Enrico Berlinguer, allestita nelle scuderie del palazzo Ducale di Atri. Va intanto ricordato che la nostra richiesta di intitolare una piazza a Enrico Berlinguer è stata inviata al sindaco di Atri in data 3 giugno e che l’amministrazione comunale ha deliberato di accogliere la richiesta nella seduta del 9 luglio scorso, inviandola contestualmente al prefetto di Teramo, per gli adempimenti previsti dalla legge. Al tempo stesso, sempre in collaborazione con l’amministrazione, è stato organizzato, per sabato 25 luglio, giorno dell’inaugurazione della mostra, l’evento celebrativo al quale ha partecipato, tra gli altri, il sindaco Gabriele Astolfi. È accaduto però che il 30 luglio sia stato convocato un consiglio comunale con due punti all’ordine del giorno: uno riguardante l’intitolazione della piazza a Enrico Berlinguer, peraltro già deliberata, e un secondo relativo alla richiesta di dedicare una strada a Giorgio Almirante in Atri, e un altro intitolato all’onorevole Nino Sospiri nella frazione di Casoli. Al di là della sorpresa, è evidente che così operando si è inteso collocare sullo stesso piano e nello stesso momento le due iniziative, quasi a rassicurare la parte politica di cui l’amministrazione è in parte espressione. Per noi si tratta di una logica che implica una banalizzazione inaccettabile dell’antifascismo che contrasta, oltretutto, con i valori fondanti della nostra Costituzione. Né va dimenticato che in Atri è sempre vivo il ricordo del martire Francesco Martella, assassinato vigliaccamente nella notte, nella sua abitazione, da un commando nazi-fascista. Per questi motivi riteniamo opportuno dissociarci dalle scelte dell’amministrazione affidando il nostro dissenso al ritiro, nostro malgrado, della mostra. Spiace davvero ma riteniamo che confondere le cose non aiuti niente e nessuno. Sarebbe bene rifletterci tutti».
 
A questo punto, siamo curiosi di sapere se largo Enrico Berlinguer sarà aperto e se la figlia del segretario del PCI, Bianca, presenzierà alla cerimonia dopo questo polverone.
 
Così come siamo curiosi di sapere come andrà a finire la proposta di intitolazione di uno spazio pubblico a Giorgio Almirante.
 
La “commissione per studiare il caso” partorirà, prima o poi, un pronunciamento.
 
Di certo, sappiamo che – almeno in tanta parte della memoria collettiva – Berlinguer e Almirante pari non sono.
 
E, per quanto ci riguarda e per non essere terzisti né paraculi, crediamo sia giusto così.
 
Perché un conto è la tolleranza di chi non la pensa come noi. Persino di chi pensa che una dittatura sia meglio di una democrazia (e ha passato gran parte della sua vita secondo quei dettami). Un altro conto – ben diverso – è affermare, mediante toponomastica, che Enrico Berlinguer merita di essere ricordato per i servizi resi al paese così come lo merita Giorgio Almirante (scusate: per quali servizi?).
 
Sindaco Gabriele Astolfi, va bene autodefinirti “fascista” (sorridevi e lo avrai fatto senza pesare le parole, anche se io ti ho sentito), ma – ti prego – dimmi che non hai organizzato quella splendida giornata del 25 luglio su Berlinguer solo per avere poi le mani libere su Almirante. Sarebbe triste assai...
 
ROSETO.com > Archivio
ATRI E LA GIORNATA DEDICATA A ENRICO BERLINGUER
 
Mercoledì 22 luglio 2015
Memoria
ATRI RICORDA ENRICO BERLINGUER, ALLA PRESENZA DELLA FIGLIA BIANCA.
Sabato 25 luglio 2015 dalle ore 10, cortometraggio, libro, mostra e intitolazione di spazio pubblico. Una giornata dedicata allo storico segretario del Partito Comunista Italiano.
 
Venerdì 31 luglio 2015
Storia e memoria
ALBERTO MENICHELLI E ROBERTO BERTUZZI: GLI UOMINI DI ENRICO BERLINGUER.
Ricordi di una giornata bellissima, trascorsa con due persone speciali.
 
Luca Maggitti
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