Ieri, quando mancavano cinque minuti alle sei della sera, è nata Noemi, figlia di mamma Enrica Di Tecco e papà Ernesto Di Carlo, residenti a Pineto.
Dove? Nel punto nascita dell’ospedale San Liberatore di Atri.
Sì, proprio quello chiuso lo scorso primo novembre 2015 e al centro di una lotta, fra comitati e politica locale che ne chiedono la riapertura e politica regionale che ne ha deciso la chiusura.
La storia inizia lunedì, quando la mamma in dolce attesa si reca all’ospedale di Pescara, avendo avvertito contrazioni. Dal nosocomio pescarese la signora Enrica sarebbe stata dimessa in quanto il parto sarebbe stato valutato non imminente.
Dopo il ritorno a casa, però, ecco il nuovo sopraggiungere delle doglie, fra la notte di lunedì e la mattinata di ieri, con la donna stavolta accompagnata al pronto soccorso del vicino ospedale di Atri intorno alle ore 14.
Al San Liberatore la donna viene ricoverata e, nonostante il punto nascita chiuso, viene allertato il ginecologo Guido Malvezzi. Intanto, dall’ospedale di Teramo arriva l’ambulanza con a bordo il ginecologo Massimo Pensieri.
Nel frattempo, stante l’imminenza del parto, sembra che i due medici abbiano deciso di riaprire il punto nascita e, con uno staff qualificato, procedere al parto facendo nascere Noemi, che pesa 3 chili e 310 grammi, sta bene ed è stata trasferita all’ospedale di Teramo con la mamma nel pomeriggio.
La nascita di Noemi, che in ebraico significa “gioia”, “delizia”, è stata commentata dall’assessore comunale di Atri, Domenico Felicione: «Prendiamo questa nascita come un segno del destino, della vita che è più forte di alcune incomprensibili decisioni calate dall’alto sul nostro territorio. A chi parla di riorganizzazione, faccio presente che se non ci fossero stati sanitari eccezionali, l’epilogo poteva essere diverso. Speriamo che queste cose siano comprese dal Consiglio di Stato, al quale ricorreremo per far riaprire il punto nascita dopo che il Tar ci ha dato torto».
