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Uomini di Basket
CIAO, COACH GIULIO MELILLA. I RICORDI DI SORGENTONE E MARZOLI.
Giulio Melilla in una immagine recente.

Giulio Melilla con la Pagnossin Treviso, squadra vincitrice dello Scudetto Femminile 1981 da lui e allenata e composta da Aglialoro, Baruzzo, Bernardoni, Bontempi, I. Caldato, M. Caldato, Grosso, Monti, Munaretto, Premier, Rossi.

L’articolo pubblicato sul MESSAGGERO Abruzzo mercoledì 10 febbraio 2016.

Roseto degli Abruzzi (TE)
Giovedì, 11 Febbraio 2016 - Ore 11:15

«Giulio Melilla era venuto a trovarci lo scorso mese di ottobre. Alzò la palla contesa di Ortona-Porto Sant’Elpidio, squadra allenata da Marco Schiavi, suo ex giocatore. Furono giorni intensi, in cui ci regalò la sua gioia di vivere, unita all’amore per il basket».
 
È triste Domenico Sorgentone, coach della We’re Basket Ortona, nel ricordare l’ultima volta che ha visto Giulio Melilla, nato a San Severo ma cresciuto nella città abruzzese, scomparso a causa di un ictus a 71 anni.
 
Il ricordo di Sorgentone si interseca con quello di un altro allenatore veterano, profondo conoscitore della pallacanestro, Nino Marzoli: «Giulio era stato un grande giocatore, diventando poi un bravo allenatore. In campo me lo ricordo grande realizzatore da play-guardia, molto atletico per l’epoca, tiratore e penetratore, ma anche passatore al momento giusto. Lo incontrai quando lui giocava a Pordenone, allenato dal grande Corrado Pellanera, altro abruzzese».
 
Melilla, dopo gli inizi a Ortona, aveva giocato alla Lazio Roma, a Udine, a Vigevano e Pordenone, arrivando anche in Nazionale. La carriera di allenatore lo ha portato a vincere lo Scudetto femminile con la Pagnossin Treviso, mentre nel basket maschile è stato coach di Rieti, Porto San Giorgio, Mestre, Sassari e Udine. Il 21 febbraio 2015 la FIP lo aveva nominato allenatore benemerito.
 
Le figlie Cristina e Barbara hanno deciso di donare gli organi del padre per: «Dare un seguito alla sua profonda umanità».
 
Una umanità che sottolinea coach Marzoli: «Giulio era un uomo generoso, che al basket ha dato tutto. Qualche volta abbiamo parlato, quando le cose non andavano per il meglio nelle nostre rispettive carriere, e il suo profondo amore per il gioco traspariva sempre».
 
Luca Maggitti
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