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Roseto Basket Story
DOMENICA TORNA VALERIO, L’EX AMOROSO.
Roseto, palasport, Serie A 2000/2001. Valerio Amoroso ‘bimbo’ in campo contro Milano, giocando per il Roseto di coach Phil Melillo.

Roseto, palasport, Serie A2 1999/2000. Valerio Amoroso e Giovanni Savio con la bandana della vittoria, il giorno di Roseto-Jesi, festeggiando la storica promozione in Serie A.

Roseto, PalaMaggetti, 62° Trofeo Lido delle Rose, 2007. Valerio Amoroso, giocatore del Montegranaro, premiato dal compianto presidente rosetano Domenico Alcini.

Due chiacchiere con il giocatore, oggi alla Fortitudo Bologna, che iniziò la carriera nel 1998 a Roseto.

Roseto degli Abruzzi (TE)
Giovedì, 11 Febbraio 2016 - Ore 13:00

Valerio Amoroso, campano di Cercola classe 1980 per 204 cm (il peso forma è variabile), arrivò a Roseto a cavallo fra minore e maggiore età. Era la stagione di Serie B1 1997/1998 e il Roseto - che poi avrebbe vinto Coppa Italia di Lega e Campionato - era allenato, come oggi, da Tony Trullo.
 
Valerio fu portato a Roseto da Michele Martinelli, che su quella prima pedina costruì una strepitosa squadra juniores la stagione successiva. Ecco il quintetto: Antonello Ruggiero, Giuliano Maresca, Fiorello Toppo, Valerio Amoroso, Simone Bagnoli.
 
Quello squadra, allenata da Andrea Merletti, guadagnò l’accesso alle Finali Nazionali di Reggio Calabria, dove – se ben ricordo un articolo sul Centro di Giorgio Pomponi – ricevette i complimenti di coach Boscia Tanjevic.
 
Quel quintetto partorì cinque carriere professionistiche di giocatori che, a diverso livello, ancor oggi si guadagnano da vivere col basket. Tutti partiti da Roseto degli Abruzzi, dove Ruggiero ha pure trovato l’amore.
 
La carriera più altisonante l’ha fatta Valerio Amoroso, che dopo la storica promozione in Serie A col Roseto 1999/2000 è arrivato fino in Nazionale (dal 2001 al 2009, con 40 presenze e 300 punti) e ha giocato finora a: Roseto, Scafati, Virtus Bologna, Montegranaro, Teramo, Pesaro, Torino, Pistoia, Caserta e – siamo arrivati a oggi – Fortitudo Bologna.
 
Valerio ha un fratello maggiore, Francesco detto Ciccio, che ha giocato a Roseto dopo di lui, in Serie B. E, gioverà precisarlo, la cantante Alessandra non è sua sorella.
 
Lo abbiamo risentito, con grande piacere, al telefono per una chiacchierata, stante l’importanza del suo ritorno a Roseto. Già, perché – andando a memoria – se si esclude il 2007, quando partecipò al Trofeo Lido delle Rose con Montegranaro, Amoroso non è più tornato a giocare al PalaMaggetti, a causa dei destini del basket, che a volte non si incrociano per anni.
 
Insomma: Valerio, arrivato a Roseto a cavallo della maggiore età, torna a Roseto dopo 18 anni da avversario, giocando con una squadra la cui tifoseria è gemellata da oltre 10 anni con quella rosetana. Il tutto val bene una telefonata.
 
Valerio bello, ciao...
«Lucone! Scusami, ma mi trovi che sto a cena».
 
Ti richiamo?
«Figurati, per te sempre a disposizione. Dimmi pure».
 
Eh, lo sai, domenica torni a Roseto, quindi tema libero...
«Domenica si ritorna a Roseto. A Rosèt! (sorride, n.d.a.) Torno nel posto dove ho cominciato a camminare da giocatore, praticamente dove ho imparato a giocare a pallacanestro. Dove è cominciata questa mia lunga carriera da testa di ca...».
 
Valè, io la pubblico, lo sai...
«Scrivi, scrivi. Forse sarà stata l’eredità di Mario Boni che mi ha forgiato in quel senso (sorride, n.d.a.)... scherzi a parte, torno in un gran posto per il basket. E torno a giocare proprio contro il primo allenatore che ho avuto a Roseto, Tony Trullo. E poi ritroverò Innocenzo Ferraro, che all’epoca stava nella juniores».
 
E l’elenco manco è completo...
«Hai ragione. Rivedrò pure Faragalli, Di Paolantonio. Sono contentissimo perché saranno due giorni fantastici, me lo sento. Sai, andremo di sicuro al Bellavista, ripercorrerò i passi e la quotidianità di 18 anni fa... che spettacolo!».
 
Credo andrete al Liberty, ma è come dire “Bellavista 2.0”, quindi hai ragione: per molte cose ritroverai lo stesso Lido delle Rose.
«Anche i tifosi? O saranno cambiati? In Curva Nord ci saranno di sicuro le nuove leve, oltre ai veterani. Ci saranno altre generazioni di tifosi rosetani, ma sono certo che alcuni li riconoscerò di sicuro. Sono stato qualche stagione fa a vedere mio fratello, quando giocava a Roseto ed è stato molto bello Adesso ci torno da avversario e sarà una sensazione speciale».
 
Valè, grazie. Non ti disturbo oltre. Finisci la tua cena e “c’arvdòm sabb’t”...
«Vabbòn!».

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Luca Maggitti
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