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Abruzzo e Cultura
ERRI DE LUCA CITTADINO ONORARIO DI MORRO D’ORO
Erri De Luca.

Un momento della manifestazione.

Erri De Luca riceve le chiavi della città di Morro d’Oro dal Sindaco baby.

L’articolo pubblicato sul MESSAGGERO Abruzzo giovedì 26 maggio 2016.

Roseto degli Abruzzi (TE)
Venerdì, 27 Maggio 2016 - Ore 10:30

Nel bel mezzo di un tramonto fra Gran Sasso e Mare Adriatico, Erri De Luca ha ricevuto martedì le chiavi della città di Morro d’Oro, al termine di una intensa e seguitissima cerimonia, che ha fatto dire al sindaco Michele Poliandri: «Capita raramente di vedere tanta gente dalle nostre parti».
 
Ed è proprio la pace del borgo che piace al giornalista, scrittore e poeta, che da circa vent’anni frequenta il comune del teramano che conta poco più di 3.600 abitanti, ospite della famiglia Porrini che lo ha adottato da orfano anziano, anzi da “orfanaccio”, per usare il neologismo coniato dall’intellettuale classe 1950, che molto ha scritto e molti lavori umili e duri come il muratore ha fatto.
 
Il suo intervento è partito dal piacere di ricevere una cittadinanza adriatica, dopo quella tirrenica di Ischia, e dal suo sentirsi ospite ovunque, essendo cittadino soltanto della lingua italiana.
 
Intense riflessioni poi sulla Costituzione e sui pericoli legati alla sua riforma, sui migranti definiti “deportati della malasorte” e sul processo subito per alcune sue frasi contro i cantieri della TAV in Val di Susa, al termine del quale è stato assolto perché il fatto non sussiste.
 
Il cittadino onorario di Morro d’Oro ha quindi ringraziato delle chiavi cittadine, benedicendo il fatto che esse non prevedono serrature né porte da chiudere, raccogliendo l’applauso dei tanti ammiratori che al termine della premiazione si sono messi in fila per un selfie, che ha ormai preso il posto degli autografi.
 
A margine della cerimonia, Erri De Luca ha definito Morro D’Oro: «L’ombelico del mondo, perché è al centro delle cose che mi piacciono di più: montagna e mare».
 
Circa i flussi migratori, definiti dallo scrittore “La epica più formidabile di cui siamo testimoni”, riflettendo sul concetto di tolleranza ha detto: «È insufficiente, perché è un sentimento provvisorio: uno tollera per un po’, poi si scoccia. Quello che è urgente ed efficace è la fraternità».
 
Riflettendo sull’Abruzzo e sulla letteratura, fra Gabriele D’Annunzio, Ignazio Silone ed Ennio Flaiano, De Luca ha scelto: «Flaiano, ovviamente».
 
Luca Maggitti
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