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Cronache Pinetesi
GIUSEPPE COSTANZA: LO ‘STATO DI ABBANDONO’ DELL’AUTISTA DI GIOVANNI FALCONE.
Luca Maggitti, Giuseppe Costanza, Riccardo Tessarini.

L’articolo pubblicato sul MESSAGGERO Abruzzo mercoledì 26 aprile 2017.

Roseto degli Abruzzi (TE)
Venerdì, 28 Aprile 2017 - Ore 08:30

Incontro di rilevanza storica quello dello scorso 21 aprile, quando Pineto ha ospitato a Villa Filiani Giuseppe Costanza, uomo di fiducia e autista di Giovanni Falcone, che ha presentato il libro che racconta la sua storia intitolato "Stato di abbandono", scritto da Riccardo Tessarini, anch'egli presente.

L’uomo è stato vicino per ben 8 anni al magistrato ed era in macchina con lui il 23 maggio 1992, durante la strage di Capaci in cui persero la vita Falcone, sua moglie Francesca Morvillo e tre uomini della sua scorta: Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro.

Gli unici sopravvissuti furono gli agenti Paolo Capuzza, Angelo Corbo e Gaspare Cervello, che viaggiavano su un’altra auto, e Giuseppe Costanza, che invece era in auto col magistrato e la moglie.

Costanza, che dopo l’attentato ha ricevuto la Medaglia d’Oro al Valor Civile, ha raccontato il calvario sofferto dopo la strage di Capaci, attraverso una serie di esperienze negative soprattutto sul lavoro che lo hanno portato anche a proteste clamorose, come incatenarsi davanti al Palazzo di Giustizia di Palermo.

Costanza sta girando l’Italia, parlando nelle scuole e raccontando della pericolosità della mafia, ma anche di pezzi dello Stato che a volte si dimenticano dei servitori che hanno sacrificato buona parte della vita dalla parte della legalità.

In una sala gremita nonostante l’insolito orario (16.30), l’ex autista giudiziario ha suscitato forte commozione raccontando gli attimi prima dell’esplosione di Capaci e il calvario in ospedale per tornare alla vita normale. Spazio anche al ricordo della visita al suo letto di dolore del Presidente della Repubblica, eletto proprio dopo la strage, Oscar Luigi Scalfaro.

I ricordi più toccanti sono stati quelli di vita quotidiana condivisa con Falcone, quando saliva a prendere il caffè che la moglie del magistrato preparava e a volte tagliava i capelli al giudice, essendo stato barbiere prima della carriera come autista, visto che Falcone per motivi di sicurezza non poteva andare in un salone.

Il più bel ricordo, per Costanza, è una frase di Falcone detta durante il pericolo di un attentato, quando non volle cambiare l’auto dove era con il suo autista: «Io Costanza non lo lascio da solo».

Luca Maggitti
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