Davide Moretti versione Red Raider, con la maglia di Texas Tech.
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L’articolo pubblicato sul MESSAGGERO Abruzzo lunedì 14 agosto 2017.
Roseto degli Abruzzi (TE)
Martedì, 15 Agosto 2017 - Ore 11:45
«La NBA? È il sogno di ogni bambino che ama il basket e adesso so che è tutto in mano mia. Dipenderà da me, visto che gli scout non dovranno neanche fare la fatica di venire in Italia».
Scalda i motori portando su di giri le motivazioni Davide Moretti, che fra il 18 e il 20 agosto partirà per gli Stati Uniti d’America per giocare il torneo NCAA, difendendo i colori dell’università di Texas Tech.
Il figlio d’arte di Paolo, campione da giocatore e già miglior coach di Serie A da allenatore, ha scelto il college texano che milita nella “Big 12”, una delle migliori conference in assoluto.
Play-guardia classe 1998, Davide viene da due campionati di Serie A2 Est giocati con Treviso e circa la scelta del college riflette: «Voglio fare questa esperienza perché in Italia non ho ricevuto offerte che mi dessero la sensazione di un progetto serio e duraturo. Io sono un giocatore che deve ancora migliorare alcuni aspetti del gioco, perciò ho scelto la strada della NCAA, dove incontrerò tanti ragazzi che vogliono arrivare in NBA e quindi giocano duro e intensamente. Nello stesso tempo, il sistema americano che unisce al basket lo studio mi ha convinto e varcare l’Oceano».
Nei mesi scorsi lo hanno cercato molti college. Davide Moretti si schermisce, ma precisa: «Ormai è acqua passata e conta che io abbia scelto Texas Tech, ma è certo stata una soddisfazione immensa sapere che una quindicina di college si sono interessati a me e che almeno una decina hanno provato a reclutarmi. Io poi ho visitato 5 atenei e alle fine scelto quello che mi ha fatto sentire più importante».
Il giovane play-guardia giocherà con i Red Raiders di coach Chris Beard e racconta perché li ha scelti: «Il colloquio con il mio prossimo allenatore mi ha convinto. Lui mi ha fatto capire che gli piaceva che io avessi già giocato due anni in Serie A2 con giocatori professionisti e che quindi so già stare in campo. Poi mi ha reso orgoglioso sapere che lui vuole darmi la squadra in mano fin dal primo anno. Insomma: lui voleva davvero me e questo ha fatto la differenza nella mia scelta».
A livello tecnico, Moretti dovrà crescere nel ruolo di playmaker per sperare, anche considerando il fisico, di avere in futuro una chance in NBA. Davide chiosa: «Io mi vedo playmaker, ma un regista che può anche segnare. Lavorare duro in una squadra che, fin dal mio primo anno, mi tiene al centro del proprio progetto è qualcosa di molto importante per la mia crescita». I texani hanno saputo convincere il giovane figlio d’arte, che conclude: «Quando ho visitato il college loro mi hanno ripetuto molte volte che non solo mi volevano, ma che avevano bisogno di me. Questo ha fatto la differenza».
Luca Maggitti
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