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Serie A2 Est – Roseto Sharks
PICCOLO O LUNGO?
Emanuele Di Paolantonio, direttore sportivo e coach del Roseto Sharks.
[Mimmo & Andrea Cusano]


Il mercato del Roseto e il jolly da giocarsi. Ammesso che la Società faccia mercato.

Roseto degli Abruzzi (TE)
Giovedì, 19 Ottobre 2017 - Ore 21:45

Piccolo o lungo?

Mentre gli Sharks di coach Di Paolantonio provano a giocare tutti insieme (finalmente!) in vista della sfida interna di domenica contro Udine, in città tiene banco l’argomento rinforzi.

Il Lido delle Rose è luogo di gente che di basket ci capisce, per cui non è semplice fare generalizzazioni o tagliare giudizi con l’accetta. Da queste parti, anche la casalinga sa guardare alle sfumature e non fermarsi alla prima impressione, quando si parla di pallacanestro.

Torniamo quindi alla domanda: piccolo o lungo?

Le regole di mercato di questo campionato prevedono un possibile movimento in entrata fino alla fine del girone di andata (6 gennaio 2018), poi due fino al 28 febbraio 2018. Fanno eccezione gli under (che però difficilmente spostano). In uscita, tre i possibili movimenti.

Uno solo, dunque, per le restanti 11 gare del girone di andata (dopo Udine). Ammesso che la Società possa mettere mano al portafogli, chi ingaggiare?

La corrente “lungo” propugna l’inserimento di un centro “aspira rimbalzi”, in grado di essere davvero un totem dell’area pitturata e far crescere il numero di carambole catturate in ogni partita, blindando l’area in difesa e risultando efficace in attacco. Insomma: dare il benservito a Andy Ogide, giocatore esperto e fortemente voluto (è il più pagato della squadra) che ha mostrato buone mani ma, finora, scarsa attitudine a tirare giù palloni.

La corrente “piccolo” sostiene invece l’ingaggio di un esterno, con la sottocorrente “regista” che vuole un play. Insomma, via Darell Combs per inserire un “2” forte, oppure un “1” spostando Marulli (o Contento) nel ruolo di guardia titolare.

Al di là di chi abbia o meno ragione – tutto è relativo, figurarsi il basket – si tratta di due modalità di intervento ben diverse.

Cambiando un lungo si andrebbe a sostituire uno della batteria dei “big men”, con l’obiettivo di rinforzare la pattuglia degli spazzolatori dando tonnellaggio alla squadra e – si spera – più rimbalzi e quindi più secondi tiri in attacco e meno in difesa.

Cambiando un piccolo l’intervento andrebbe più verso l’aggiustamento della costruzione del gioco (soprattutto se dovesse arrivare un play e non una guardia), con magari nuove modalità di coinvolgimento dei lunghi stessi che potrebbero a loro volta giovarne (hai visto mai che passandogliela al meglio, pure Ogide rende di più?).

Il problema, qualora ci fossero i soldi, è nella testa del direttore sportivo e coach Emanuele Di Paolantonio. È lui che deve decidere, ancor prima di valutare i profili dei candidati, se vuole un piccolo o un lungo per rinforzare la squadra nel girone di andata.

Staremo a vedere.

E voi? Piccolo o lungo?

Luca Maggitti
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