L’Abruzzo ha una stella in più. Non si parla di cosmo, bensì di buona tavola. Infatti, la Guida Michelin 2018 ha assegnato in regione tre stelle a un ristorante e una stella ad altri sei. Rispetto all’edizione 2017, c’è l’importante novità di un nuovo ristorante, che aggiunge l'unica provincia mancante.

Le tre stelle sono del “Reale” di Castel di Sangro, eremo laico dal quale chef Niko Romito è partito alla conquista del mondo. Il secondo ristorante in provincia di L’Aquila premiato con una stella è la “Magione Papale”, di chef William Zonfa.

Due ristoranti stellati anche in provincia di Chieti: il “Villa Maiella” della famiglia Tinari a Guardiagrele e “Al Metrò” di chef Nicola Fossaceca a San Salvo Marina.

Doppio stellato anche in provincia di Pescara, con “La Bandiera” della famiglia Spadone a Civitella Casanova e il “Café les Pailottes” dello chef Matteo Iannaccone a Pescara.

Ed è proprio dal “Café les Pailottes”, dove aveva confermato la Stella Michelin nel 2013 e 2014 che viene chef Davide Pezzuto, oggi alla guida del “D.one” di Montepagano di Roseto degli Abruzzi, secondo ristorante a ricevere l’ambita stella in provincia di Teramo, dopo “Beccaceci” che la ebbe dal 1975 al 1989.

L’eclettico salentino, classe 1980 e già sous-chef del tristellato Heinz Beck avendo lavorato 5 anni alla “Pergola”, ha scommesso sul borgo medievale raccogliendo l’invito dell’imprenditrice rosetana Nuccia De Angelis.

Raggiante, Pezzuto ha commentato: «Dedico questa stella alla gente di Montepagano, Roseto e della provincia di Teramo. Gente forte e accogliente, che mi ha fatto sentire subito come se fossi a casa mia. Questo popolo, nel solo ultimo anno ha subito tante volte i colpi della natura con terremoti, nevicate eccezionali e quant’altro, ma ha sempre avuto la forza di rialzarsi. Al loro orgoglio va la mia stella».

Poi la chiosa: «Abbiamo aperto a fine 2015 e non pensavo di arrivare in meno di due anni alla stella Michelin. La prendo come una grande responsabilità».

Nuccia De Angelis, che intorno al “D.one” sta costruendo l’albergo diffuso, ha dichiarato: «La determinazione di creare un posto di qualità in un piccolo borgo spopolato, che vogliamo far rinascere, è stata premiata».