Ermanno Feliciani impegnato in una partita.
Ermanno Feliciani il giorno del suo esordio come primo arbitro in Serie A, dirigendo Empoli-Sassuolo.
La stretta di mano fra Dejan Stankovic, allenatore della Sampdoria, ed Ermanno Feliciani, durante l’incontro Sampdoria-Empoli.
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Intervista a tutto campo al direttore di gara del Lido delle Rose, che invita i giovani a provare la carriera arbitrale.
Roseto degli Abruzzi (TE)
Lunedì, 29 Maggio 2023 - Ore 11:45
Ermanno Feliciani, arbitro di calcio classe 1991, laureato in Giurisprudenza dopo il diploma al liceo classico e imprenditore rosetano, è alla sua prima stagione in Serie A dopo la promozione nell’estate del 2022 nella CAN A e B.
Oltre alle partite in Serie B e alle tante chiamate da quarto uomo nella massima serie, Feliciani ha diretto da primo arbitro finora 4 partite in Serie A, oltre a una gara di Coppa Italia.
Per conoscerlo meglio, abbiamo realizzato questa intervista.
In calce, per chi volesse approfondire la crescita del fischietto del Lido delle Rose, alcuni articoli tratti dall’archivio di Roseto.com.
Ermanno, se dovessi dire “arbitrare” usando altri verbi, quali sceglieresti?
«Decidere, giudicare, valutare».
Hai iniziato ad arbitrare nel 2006. Fu perché l’Italia vinse i Mondiali?
«No. Più semplicemente, perché mi piaceva seguire gli arbitri durante le partite».
A 15 anni, come partita di esordio, ti toccò un acceso derby di Giovanissimi fra Pineto e Scerne, giocato allo stadio “Druda” di Pineto: quello dal quale si vede il mare. Cosa ti ricordi della tua prima partita?
«Ero molto emozionato e avevo tanta adrenalina in corpo. Il ricordo più bello è l’accoglienza, piena di entusiasmo, che mi riservarono gli allenatori e i giocatori».
Perché a 15 anni, invece di giocare, si preferisce dirigere?
«Oltre alla passione innata per l’arbitraggio, mi piaceva l’idea di contribuire al corretto svolgimento del gioco, prendendo decisioni importanti, dunque figlie di una scrupolosa preparazione, durante una partita di calcio».
Quanto ha influito tuo padre Pietro Feliciani, ex arbitro e oggi istruttore, nella scelta di iniziare un percorso?
«Tanto, perché è stato prima un modello positivo e poi colui che mi ha sempre sostenuto e incoraggiato a dare il massimo, per fare le cose nel miglior modo possibile».
Hai un modello di riferimento, tra gli arbitri?
«Credo che ognuno di noi sia il frutto delle situazioni che ha vissuto e delle persone che ha incontrato. Non credo esista un modello di arbitro ideale, ma certamente da ogni partita che ho visto ho appreso qualcosa, ho memorizzato un gesto, uno sguardo, un movimento. Vedere i colleghi della CAN arbitrare, dai più giovani ai veterani, è un'occasione fondamentale di comprensione determinante per lavorare su se stessi.».
Parallelamente al tuo percorso arbitrale, hai conseguito il diploma al liceo classico e poi la laurea in Giurisprudenza, oltre a lavorare nella gelateria di famiglia e dare vita ad altre attività imprenditoriali. Significa che, volendo, c’è tempo per fare tutto e farlo anche ad alti livelli, visti i risultati?
«È importante avere una buona organizzazione del proprio tempo e quindi degli impegni. Credo che sia possibile conciliare diverse attività, basta avere la giusta motivazione».
Hai una tabella gestionale della giornata? O quali consigli daresti ai giovani che vogliono avvicinarsi all’arbitraggio e devono armonizzare, come hai fatto tu, gli impegni di studio e magari lavoro?
«Può essere utile fare una lista degli impegni quotidiani, suddividendoli in maniera razionale e ponderata in un’agenda, che sia cartacea o elettronica».
C’è stato un momento in cui, durante la tua carriera, hai detto: “Basta, adesso mollo?”. E se c’è stata, come l’hai superata?
«No, non c’è mai stato. Credo che l’impegno e la passione siano fondamentali per raggiungere i propri obiettivi, quindi mollare non è tra le opzioni».
A 23 anni sei arrivato in Serie D, a 26 in Serie C. I campi del “calcio di mezzo”: quello romantico eppure già professionistico, viste le risorse che attrae. Che ricordi hai?
«Il calcio di Serie D e di Serie C è un mondo affascinante e complesso. Ci sono tante cose belle, come la passione dei tifosi e l’orgoglio delle società».
La scorsa estate, nel 2022, la promozione nei ruoli CAN A e B. Lo hai preso come un punto di arrivo o come un punto di partenza?
«L’ottenimento dei ruoli CAN A e B è sicuramente un punto di partenza, perché voglio continuare a crescere e migliorare come arbitro».
Un pensiero per il tuo esordio da arbitro direttore di gara in Serie B?
«Emozionante e stimolante. Ho cercato di fare il mio lavoro nel migliore dei modi, evitando di farmi condizionare dalle emozioni».
E l’esordio in Serie A, sempre da direttore di gara?
«Una enorme soddisfazione professionale, un momento umanamente fantastico».
Quanto le innovazioni tecnologiche, al servizio degli arbitri, aiutano a prendere le giuste decisioni?
«Sono un supporto importante, al fine di prendere le giuste decisioni in caso di situazioni dubbie o complesse».
Quando sei in campo, fra giocatori che sommano milioni e milioni di euro di stipendi, pensi mai che un tuo fischio possa incidere nella vita delle società sportive? Oppure arbitrare significa semplice applicazione della legge, senza condizionamenti di sorta?
«Il mio obiettivo è applicare in maniera imparziale il regolamento. Partendo da questo assunto, le decisioni che prendo sono basate sulla mia valutazione, senza possibilità di condizionamenti esterni».
Dicci tre cose sulle quali devi migliorare.
«La mia comunicazione con i giocatori, il controllo delle emozioni e la conoscenza del regolamento. Non si finisce mai di migliorare, perché non si finisce mai di imparare».
Quali sono i tuoi obiettivi futuri, nel mondo dell’arbitraggio?
«Proprio continuare a migliorare, crescendo come arbitro e sperando che la mia crescita mi porti a dirigere partite sempre più importanti, in cui essere utile con il mio lavoro per il rispetto delle regole».
Un sogno?
«Dirigere una finale di Champions League».
Il tuo appello ai giovani, affinché provino a fare gli arbitri?
«Invito i giovani a provare l’arbitraggio, perché c’è bisogno di donne e uomini motivati. È un’esperienza stimolante e ricca di soddisfazioni. Impegnarsi e riuscire, significa crescere intanto come persone, poi eventualmente come professionisti in questo importante settore, aiutando il calcio a restare il grande spettacolo che è, in grado di regalare gioia e felicità a milioni di appassionati».
ROSETO.com > Archivio > 5 aprile 2022
Rosetani
ERMANNO FELICIANI, ARBITRO DI CALCIO.
Il direttore di gara arbitrerà la finale di Coppa Italia di Serie C.
http://www.roseto.com/scheda_news.php?id=19768
ROSETO.com > Archivio > 5 luglio 2022
Rosetani buoni per il mondo
ERMANNO FELICIANI PROMOSSO ARBITRO DELLA MASSIMA SERIE DI CALCIO
Il direttore di gara è stato ammesso nella CAN A e B. Un pensiero per conoscerlo meglio.
http://www.roseto.com/scheda_news.php?id=19980
ROSETO.com > Archivio > 3 settembre 2022
Calcio
L’ARBITRO ROSETANO ERMANNO FELICIANI QUARTO UOMO IN SERIE A
Dopo la promozione nella CAN A e B e l’esordio come arbitro in Serie B, nella partita Cosenza-Modena, esordio anche in Serie A come 4° uomo in Salernitana-Sampdoria. Si replica lunedì, per Torino-Lecce.
http://www.roseto.com/scheda_news.php?id=20093
ROSETO.com > Archivio > 2 novembre 2022
Calcio
ESORDIO IN SERIE A PER L’ARBITRO ERMANNO FELICIANI
Il direttore di gara rosetano, promosso la scorsa estate in CAN A e B, arbitrerà Empoli-Sassuolo dopo aver già saggiato la massima serie come quarto uomo.
http://www.roseto.com/scheda_news.php?id=20228
Luca Maggitti Di Tecco
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