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Giovedì, 9 Maggio 2024 - Ore 9:51 Fondatore e Direttore: Luca Maggitti.

THE CAGERS – Il basket apre le carceri italiane
IL BASKET RENDE LIBERI: DALLA A DI AVENIA E ATTRUIA ALLA Z DI ZARA E ZUDETICH!
Donato Avenia, Stefano Attruia e Federica Zudetich, all’ingresso del carcere di Civitavecchia.

Stefano Attruia, con il Roseto in Serie A1 nel campionato 2000/2001.
[Ciamillo&Castoria]


Donato Avenia, con il Roseto in Serie A1 nel campionato 2003/2004.
[Ciamillo&Castoria]


Una squadra di detenuti si allenerà per un anno a Trieste, agli ordini di quattro campioni, per essere poi pronta a scendere sul parquet. Fra loro, gli ex Roseto Avenia e Attruia, che in tempi diversi, a Roseto, hanno indossato il 10.

Roseto degli Abruzzi (TE)
Venerdì, 20 Ottobre 2023 - Ore 19:15

In principio erano i “cagers”.

James Naismith aveva pensato un nuovo gioco con due canestri, una palla, cinque giocatori in campo per parte. E fu basketball. I giornalisti dell’epoca, per facilità, chiamarono gli atleti cagers. Il motivo? Le sfide erano disputate in una gabbia, in inglese “cage”.

Il motivo era chiaro. Il professore canadese di educazione fisica, che insegnava alla YMCA international Training School di Springfield, nel Massachussets, aveva immaginato qualcosa di diverso dal football, a cui tutti potessero partecipare non in base alla forza o alla stazza, ma grazie all'abilità di infilare una palla in un cesto a 10 piedi del pavimento.

Con l’andare del tempo però il gioco divenne molto duro, tanto che i giocatori indossavano protezioni per difendersi dai colpi. La pallacanestro venne così chiamata, in maniera gergale, “the Cage Game” cioè “il Gioco della Gabbia”. Il motivo è semplice: le partite si disputavano all'interno di alte recinzioni. Lo scopo era quello di proteggere gli sportivi dal lancio di oggetti da parte del pubblico, molto più vicino al campo rispetto ad altri sport: volavano bottiglie, monete, sedie, di tutto insomma. Ma si voleva anche difendere il pubblico dai giocatori, che erano già molto più grandi e grossi rispetto alla media. E non avevano alcuna remora ad abbandonare la prestazione sportiva per rispondere alle provocazioni della gente.

Di tempo da allora ne è passato e, nella vita di tutti i giorni, le gabbie esistono ancora.

Possono avere, tra tante, le sembianze di un carcere. Dove dentro le mura si sconta il debito verso la società.  

E proprio all’interno di quelle mura, con il sostegno del Ministero della Giustizia e del Ministero per lo Sport e i Giovani che ne hanno apprezzato la grande valenza sociale, è entrata la pallacanestro con il progetto THE CAGERS.

È stato formato uno staff tecnico di altissima qualità, composto da campioni con un passato eccellente come Federica Zudetich, Stefano Attruia (ex Roseto Basket in Serie A1 nel 2000/2001 e nel 2001/2002, prima di passare a stagione in corso al Real Madrid) e Donato Avenia (ex Roseto Basket in Serie A1 nel 2003/2004), i tre tecnici chiamati a visionare e selezionare i futuri Cagers, con Francesca Zara che si occuperà della preparazione atletica.

Lo staff ha iniziato a girare le carceri italiane alla ricerca di detenuti/giocatori in grado di fare la squadra, come si dice in gergo, con delle selezioni che hanno proposto loro tante storie diverse. Tutti gli istituti di pena hanno ricevuto una comunicazione per aprire le porte a questo nuovo progetto inclusivo, di alto spessore sociale che sta coprendo l’Italia, da Nord a Sud, passando per le isole.

I primi allenamenti si sono svolti nelle carceri di Piazza Armerina, Caltagirone, Enna, San Cataldo, Vibo Valentia, Augusta, Catania, Napoli, Volterra, Gorgona, Civitavecchia. E si va avanti con nuove tappe in altri istituti di pena.

Cosa porta con sé all’interno delle carceri il basket del progetto THE CAGERS? Non solo una ventata di libertà, ma soprattutto il rispetto delle regole che è alla base del suo esistere. La pallacanestro è uno sport dove il NOI, inteso come coesione del gruppo, deve sempre prevalere sull’IO. Non c’è spazio per personalismi ed egoismo. Un aiuto in difesa o un assist in attacco esaltano la forza del gruppo dando slancio alle ambizioni di tutti che con i sogni possono viaggiare insieme per aprire prospettive inaspettate.

Ecco allora la voglia di riscatto di fronte ad una sconfitta, i nuovi obiettivi da centrare, le possibilità, una volta riapertesi le porte sulla vita di ogni giorno, di reinserirsi nel tessuto sociale come uomini nuovi.

Sarà Trieste la sede scelta per questa avventura dei CAGERS. Lì ci si allenerà come una squadra professionistica per togliere ruggine dalle articolazioni, dare forza ai muscoli, iniziare a prendere confidenza con la palla ed i fondamentali. Obiettivo: costruire, passo dopo passo, una squadra. Giochi a due, a tre, a quattro, e via fino al cinque contro cinque.

Sul progetto, questo il pensiero di Stefano Attruia: «Nasce proprio a Trieste questa idea di veder rimbalzare una palla da basket dentro alle carceri italiane. Ero in visita per incontrare i detenuti, dentro la casa circondariale della città. Sento una voce che mi chiama: Stefano. Mi giro e incontro un volto inaspettato con gli occhi di sempre, gli occhi di quando eravamo bambini. Ed eccoci qui dentro le mura della Casa Circondariale di Trieste a tuffarci nei ricordi della nostra pallacanestro, le prime partite e i primi ritiri di preparazione in montagna. Il nostro abbraccio muove una sensazione: portare la palla oltre il muro per avvicinare questo contesto alla comunità sociale è una naturale conseguenza. Quello che possiamo fare noi allenatori, dentro e al di là del muro, è metterci al servizio degli altri portando tutto l’amore che abbiamo per questo sport».

Tante storie si intrecciano in questa squadra che si sta costruendo, tutte diverse. Andranno a mischiarsi ad altre di un gruppo che, tappa dopo tappa, verrà ultimato con altri innesti. È intanto frenetico il ritmo delle selezioni, con lo staff impegnatissimo a vincere scetticismo, timidezze ed a cercare un nuovo talento nascosto tra chi l’esistenza oggi la vive dietro alle sbarre.

LO STAFF TECNICO

STEFANO ATTRUIA
Coach.

Nato a Trieste, il 4 giugno 1969.
Ex giocatore, attualmente coach, ha giocato in molte squadre italiane di serie A: Virtus Bologna, Pallacanestro Reggiana, Viola Reggio Calabria, Virtus Roma, Libertas Pallacanestro Livorno, Libertas Forlì, Fortitudo Bologna, Scavolini Pesaro, Olimpia Milano, Roseto Basket.
Ha vinto una Coppa Korac ed una Coppa Italia, ha collezionato alcune presenze con la Nazionale Italiana e militato in grandi squadre estere come Real Madrid ed AEK Atene, diventando uno dei primi giocatori italiani che hanno giocato in Europa nelle grandi squadre di Eurolega.

FEDERICA ZUDETICH
Vice allenatrice.

Nata a Trieste, l’11 marzo 1976.
Ex giocatrice, attualmente coach, nella sua carriera ha vestito le casacche di Cesena, Porto Sant'Elpidio, Alessandria, Reggio Emilia, Faenza e Cagliari.
Ha vinto 4 scudetti giovanili, un trofeo delle regioni (Decio Scuri), una Medaglia di Bronzo agli Europei cadette, una Medaglia d'Oro agli Europei juniores, una Coppa Ronchetti ed una Medaglia d’Argento agli Europei Over 40.

DONATO AVENIA
Vice allenatore.

Nato ad Agropoli, il 1° ottobre 1966.
Ex giocatore, attualmente coach, ha giocato in molte squadre italiane di serie A e B: Viola Reggio Calabria, Virtus Roma, Pallacanestro Reggiana, Olimpia Pistoia, Virtus Ragusa, Basket Campli, Basket Rieti, Roseto Basket, Basket Palestrina, Cestistica Ostuni.
Ha collezionato alcune presenze con la nazionale italiana, ha vinto una Coppa Korac ed il titolo di capocannoniere della Serie B d'Eccellenza nel 2005-06 con il Palestrina, totalizzando una media di 24,8 punti.

FRANCESCA ZARA
Preparatrice atletica.

Nata a Bassano del Grappa, l’8 dicembre 1976.
Ex giocatrice, attualmente coach e preparatrice atletica, unica italiana ad aver vinto la prestigiosa Eurolega, vanta in palmares: 5 scudetti, 5 Supercoppe, 2 Coppe Italia, 1 Eurocoppa, 1 Coppa Ronchetti, una Medaglia di Bronzo agli Europei cadette, una Medaglia d'Oro agli Europei juniores e Medaglia d’Argento agli Europei con la Nazionale Over 40.
Oltre che in Italia, ha giocato in Russia a Mosca, in Francia a Valenciennes e nella WNBA a Seattle.

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