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Vite salvate a Roseto degli Abruzzi
MICHEL, ILARIA E QUEL CUORE CHE TORNA A BATTERE...
Michel Donnini.

Ilaria Di Egidio, il figlio Emanuele e il marito Luca Barone.

La colonnina del defibrillatore della Pineta Raffaello Celommi, dopo che il defibrillatore è stato prelevato per soccorrere l’infartuato, risultando però non funzionante.

Michel Donnini, massofisioterapista del Roseto, protagonista con Ilaria Di Egidio, tecnico della sicurezza sul lavoro, del primo soccorso a un infartuato, stabilizzato poi dal 118, nonostante il defibrillatore della Pineta Celommi KO. Aggiustiamoli!

Roseto degli Abruzzi (TE)
Mercoledì, 06 Marzo 2024 - Ore 16:00

«Luca, diciamo che è andata bene e che il merito è del mare di Roseto, che vado a guardare fra un paziente e l’altro, uscendo dal mio studio».

Si schermisce – rispondendo al telefono – Michel Donnini, fisioterapista rosetano con studio in piazza Ponno, alla rotonda nord del lungomare centrale intitolato a Pasquale Celommi. È ora di pranzo ed è passata un’oretta dal suo determinante massaggio cardiaco praticato a un uomo che ha avuto un infarto sul lungomare, ma il bel moro dalla marcata somiglianza con Marco Mengoni non vuole meriti né clamori, chiosando: «Anzitutto, speriamo che quel signore adesso stia meglio. Per il resto, ringrazio un ragazzo che non conosco e che mi ha aiutato, tenendo la testa del signore che era a terra e Ilaria Di Egidio, che controllava il polso e mi aiutava durante il primo soccorso, in attesa dell’arrivo dei sanitari del 118».

OK, come avrete capito, Michel Donnini è un rosetano che ha tutti i pregi: bravo, bello, buono, modesto. E però la storia è giusto raccontarla, anche e soprattutto per l’appello finale, relativo ai defibrillatori donati al Comune, presenti in buon numero sul territorio comunale che – purtroppo – in alcuni casi non funzionano, perché mancanti di manutenzione.

Mercoledì 6 marzo 2024, mattina fra le undici e mezzogiorno. Un uomo di mezza età, vestito sportivo e che quindi probabilmente stava facendo una passeggiata e si trova fra la fine del lungomare centrale Pasquale Celommi e la rotonda di piazza Ponno, si accascia al suolo, probabilmente vittima di infarto.

In quel momento c’è il sole e qualcuno che si trova sul lungomare prontamente chiama il 118. Intanto grazie della tempestività a chiunque sia stato, perché c’è stato un bel gesto di cittadinanza attiva, non disinteressandosi di chi era solo e poteva essere ignorato nel suo accasciarsi.

Proprio nei secondi in cui lo sfortunato si accascia vittima dell’arresto cardiaco, Michel Donnini ha terminato una sua seduta fisioterapica con Ilaria Di Egidio, di professione tecnico di sicurezza sul lavoro, che accompagna all’uscita, per il solito sguardo al mare, imbevendo gli occhi di quell’azzurro che – a sentir lui – ha il potere di rilassarlo e nel contempo ricaricarlo.

Dall’uscita dello studio, Michel e Ilaria vedono la situazione a pochi metri da loro, dall’altra parte della strada, e si avvicinano. Preso atto dell’arresto cardiaco, Michel e un altro uomo si danno da fare, con Donnini che effettua il massaggio cardiaco, l’altro uomo che regge la testa e Ilaria che sente il polso.

Dai racconti di Michel e Ilaria sappiamo che non c’era polso e che il malcapitato era in condizioni disperate. Quindi il massaggio cardiaco si è rivelato salvavita.

Purtroppo, invece, non è servito il defibrillatore che bravi cittadini erano corsi a prendere nella vicina – un centinaio di metri – colonnina posta nella pineta Raffaello Celommi, portandolo al capezzale dell’infartuato fatto del granito del lungomare.

Inutilizzabile il defibrillatore, dunque benedetti sono i muscoli del tonico Michel, che è andato avanti a effettuare il massaggio cardiaco per alcuni minuti, prima dell’arrivo dei sanitari del 118 che, giunti sul posto, con competenza hanno stabilizzato l’uomo. Stavolta con un defibrillatore funzionante!

Michel Donnini, fatto il suo, ha lasciato il posto ai bravi sanitari del 118 tornando nel suo studio, nel più puro stile del ragazzo che conosciamo: pochi fronzoli e molta sostanza.

Ilaria Di Egidio ci tiene invece a sottolineare l’importanza dell’intervento di Michel, dichiarando: «Sono un tecnico della sicurezza sui luoghi di lavoro e per la mia professione faccio corsi di formazione di primo soccorso, quindi posso affermare che senza l’intervento di Michel quell’uomo non ce l’avrebbe fatta, perché quando siamo arrivati non c’era polso e aveva il “gasping” (respiro agonico, n.d.r.). Meno male che in tanti si sono interessati a lui. Io posso soltanto pregare tutti, quando vedono qualcuno in difficoltà, di accorrere e chiamare subito il 118. Purtroppo, anche la scorsa estate mi è capitato, passando per Castelnuovo Vomano, di soccorrere un uomo vittima di arresto cardiaco caduto a terra e, anche per il grande caldo dello scorso luglio, notare che nessuno prima di me si era fermato. Invece bisogna essere sempre attenti, perché il primo soccorso è fondamentale, come ho insegnato anche a mio figlio Lorenzo, che nonostante abbia 4 anni, sa che se resta solo con qualcuno che si sente male, deve chiamare il 118».

Mentre parla, Ilaria si è ricongiunta con il marito Luca Barone e stringe al petto il secondo figlio, Emanuele. Nell’appello di questa giovane lavoratrice nel campo della sicurezza e  mamma, originaria di Atri e che col marito vive oggi a Pagliare di Morro d’Oro, c’è tutta la cura che bisogna avere verso gli altri, per costruire insieme una cittadinanza attiva e attenta, quindi solidale.

Dopo aver ricordato con Ilaria i tempi belli del basket atriano, essendo lei ex giocatrice e tifosa dell’Hatria Basket che conquistò le promozioni in B2 e B1 (un momento di sorriso per far scendere l’adrenalina), è stato rimarcato quanto sia importante che anche i defibrillatori posti a presidio di un territorio funzionino. E possono funzionare soltanto se sottoposti a periodica manutenzione.

Che poi, in tempi di “app” in cui se scade la revisione alla nostra macchina un mese prima ci chiama l’officina dove l’abbiamo precedentemente fatta, appare davvero incomprensibile perché i defibrillatori non funzionino.

Qualche settimana fa ho personalmente scritto del defibrillatore “sradicato” dalla custodia e rubato dalla colonnina di fronte al Palazzo del Mare, oggi ci tocca prendere atto che pure quello della Pineta Celommi non funziona. E che una tragedia si è potuta evitare perché l’energia di Michel Donnini ha inizialmente “fatto le veci, tramite massaggio cardiaco” del defibrillatore, arrivato poi con l’ambulanza.

Personalmente, conosco già persone salvate dal defibrillatore. E anche persone – come il premiato rosetano Fabrizio Di Domenico – che con i loro massaggi cardiaci hanno salvato persone, in attesa dell’ambulanza e del defibrillatore.

Noi che siamo una comunità fortunata, ad avere ua dozzina di defibrillatori donati nell’ultima decina di anni da associazioni e ditte che con fare filantropico hanno voluto rendere più sicuro il nostro territorio, vediamo di non giocarci “tutti i jolly”.

Quindi, appello al Comune di Roseto degli Abruzzi: mappate – se non lo avete già fatto – i defibrillatori e poi fate un contratto – se non ce l’avete già... e credo proprio, viste le condizioni, che non ce l’abbiate – con una ditta che vi manutenzioni e tenga in perfetta efficienza questi macchinari salvavita che la generosità di donne, uomini e aziende rosetane ha donato alla comunità.

Grazie e complimenti alle persone che si sono fermate, che hanno dato l’allarme e prestato soccorso. Fra loro, un particolare grazie a Michel Donnini, che con il suo massaggio cardiaco – figlio della sua voglia di uscire per guardare il mare rosetano – ha tenuto aggrappato alla vita un uomo.

Luca Maggitti Di Tecco
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