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Dittatori
PUTIN, HITLER E I PARALLELISMI DI DUE MENTITORI SERIALI.


L’autocrate russo è stato un agente segreto dal passato comunista. E si vede dalle manipolazioni della realtà. L’articolo di William Di Marco, pubblicato su Koinè numero 29 del 6 aprile 2024.

Roseto degli Abruzzi (TE)
Sabato, 06 Aprile 2024 - Ore 22:15

INVOCARE LA STORIA – Se la Storia ha un senso bisogna anche dire che questa non serve a prevedere il futuro, ma a delineare meglio il presente. Non si ragiona con ciò che potrà accadere, perché le varianti sono molteplici. È un po' come il meteo: sappiamo che non c'è la certezza che il tempo previsto sia quello diffuso dai media, ma la maggior parte delle volte le previsioni sono indovinate. Non possiamo pretendere di far studiare la Storia ai nostri ragazzi e poi relegarla al passato, come argomenti congelati se non morti. La nostra contemporaneità si delinea attraverso delle scelte che devono essere attualizzate, concretizzate nel presente, poiché è quello il momento della decisione. Se siamo convinti che il passato si esaurisce nel proprio tempo vissuto, allora è meglio chiudere i libri di Storia e dedicarci ad altro. Giambattista Vico aveva capito che non facilmente gli avvenimenti singoli si riproducono nella linea del tempo, ma certe dinamiche invece sono lì a scandire lo svolgimento dell'esistenza umana. È da questo ragionamento che scaturì la considerazione passata ai posteri come "corsi e ricorsi storici". Prendiamo l'esempio di ciò che sta accadendo in Ucraina e delle vicende legate alla Russia di Putin. Alcuni parallelismi con gli eventi che avvennero prima della Seconda Guerra Mondiale stanno ad indicare che ai mentitori seriali non si può dar credito e tenere la barra dritta non significa provocare, ma non scendere a patti, soprattutto per non peggiorare la situazione. Torniamo per un attimo indietro nel tempo.

LE PROMESSE DI HITLER –
Siamo nel 1938 e Hitler aveva annesso l'Austria prima e i Sudeti (cioè una parte della Cecoslovacchia) dopo. La comunità europea democratica, con in testa Gran Bretagna e Francia, già preoccupata per l'eccessivo aumento di produzione di armamenti da parte della Germania, si allarmò. Convocò a settembre una conferenza a Monaco, invitando anche il "garante" Mussolini per trovare un accordo. Hitler venne convinto di fermarsi. Questi accettò (mentendo spudoratamente), anche perché il suo scopo era riunire (pangermanesimo) i popoli di lingua tedesca e con le conquiste fatte c'era già riuscito, non avendo null'altro a pretendere. Tornando al presente, Putin ha invaso l'Ucraina per lo stesso motivo: riconquistare i territori russofili e russofoni. Dopo la Conferenza di Monaco Daladier (Francia) e Chamberlain (Gran Bretagna) tornano nelle rispettive patrie e sventolarono le firme degli accordi. All'aeroporto di Londra il Primo Ministro pronunciò parole tombali: "Ora la pace è certa. Abbiamo convinto Hitler". Passarono pochi mesi e il dittatore tedesco prima finì di conquistare la Cecoslovacchia e poi, dopo un accordo capestro con l'altro sanguinario despota Stalin dell'agosto del 1939, il 1° Settembre dello stesso anno invase la Polonia, dando vita alla II Guerra Mondiale (Attenzione! Fece credere che erano i polacchi a voler superare i confini). Chamberlain si scusò con gli inglesi e fu costretto a dimettersi. Churchill divenne premier, ma molti, per non avere problemi, volevano stringere la pace con la Germania. Capo di questa fronda fu il Ministro degli Esteri Halifax, che supplicò il Primo Ministro di venire a patti con Hitler (Peacekeeping). Churchill non si piegò e invocò "lacrime e sangue" per il suo popolo. Ebbe ragione e il virus del nazismo, dopo sei anni, fu estirpato.

PUTIN –
Oggi l'autocrate russo dovrebbe essere creduto, mentre riveste i panni di un mitomane seriale. Nel 2014 invase la Crimea e quando si incontrò con Obama, il presidente americano gli disse che non avrebbe dovuto fare quell'atto di forza. Putin rispose che non erano sue le truppe, in quanto non c'erano sulle divise degli invasori gli stemmi dell'esercito russo. Obama non fece altro che ridergli in faccia. Sta di fatto che dopo aver ripreso possesso della penisola che si affaccia sul Mar Nero, le pretese dovevano finire, invece è andata tutto diversamente (Hitler docet). Nel febbraio 2022, sempre allo stesso dittatore ex agente comunista dei servizi segreti sovietici, i giornalisti gli chiesero se, avendo dislocato l'esercito ai confini con l'Ucraina, era imminente l'occupazione. Egli dichiarò che i militari erano stati posti per difendere un'eventuale invasione ucraina. Il 24 di quel mese accadde ciò che sappiamo. D'altronde, da uno che chiama una vera e propria guerra "operazione speciale" cosa si può pretendere se non menzogne! Ma c'è dell'altro. Tutti quei bambini ucraini che, dopo l'invasione, furono deportati in Russia, che fine hanno fatto? È stato un vero atto criminale di pulizia etnica. Domandiamoci: perché nessuno dei Paesi che facevano parte dell'Unione Sovietica o del Patto di Varsavia vorrebbe tornare sotto la Russia (da sempre considerato l'orso invasore) e hanno fatto di tutto per entrare o nella Nato o nell'Unione Europea, soprattutto per difendersi da futuri pericoli? Oggi si parla di una pace possibile realizzabile solo se la nazione guidata dal presidente Zelenskyj soccombesse. L'Onu vota per il cessate il fuoco e il ritiro delle truppe israeliane da Gaza, mentre nessuna risoluzione si prospetta per i territori invasi dalla Russia, tanto meno la fine dell'utilizzo delle armi. La pace si costruisce al tavolo delle trattative, dove deve prevalere la reciprocità. Per noi europei, fuori dal conflitto, è doveroso, ma anche facile, invocare la pace giusta. Tuttavia se c'è un popolo che vuole resistere, come quello ucraino, dobbiamo saper scegliere con chi stare: con la prepotenza degli invasori o con l'esilità degli invasi. Churchill non avrebbe avuto dubbi, perché allora disse: "È in gioco il futuro del mondo".

William Di Marco
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