Gianella Espedale, dopo la tripla che chiude Gara 2 e porta le Panthers Roseto in Serie A1. [Matteo Di Giovannantonio]
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L’oriunda argentina che viene dalla Patagonia e il suo ultimo quarto contro Costa Masnaga in Gara 2... ‘como los aires del bandoneón’. Aveva ragione Luciano Saborido: ‘Es Messi’.
Roseto degli Abruzzi (TE)
Venerdì, 30 Maggio 2025 - Ore 18:45
La pallacanestro femminile di Roseto degli Abruzzi sognava imperitura gloria.
L’ha ottenuta per mano di una ragazza piccina, arrivata nel Lido delle Rose dalla fine del mondo.
Si chiama Gianella Espedale, è nata nel 2005 – anno in cui a Roseto, nella maschile, giocò il fuoriclasse Mahmoud Abdul-Rauf – e viene dalla Patagonia.
Play-guardia di 170 cm, l’oriunda argentina con le sue triple scavalca le difese avversarie, anche le più alte e potenti come quelle delle statuarie Agnieszka Kaczmarczyk e Cristina Osazuwa, che in Gara 2 con Costa Masnaga stavano controllando la partita fino al 30° minuto.
Poi la ragazza con gli occhi timidi e le mani sfacciate ha cominciato a ballare il suo personalissimo tango, avvolgendo la storia della pallacanestro rosetana.
Silente nel primo quarto, era andata al riposo alla fine del primo tempo segnando soltanto 2 punti, peraltro su tiri liberi.
Nella terza frazione, una tripla certamente importante e un timido 1/2 ai liberi, arrivando al 30° minuto con 6 punti in carniere.
Nell’ora più buia, quando le toniche atlete di Costa Masnaga, novelle Golia, stavano quasi per prendersi il pareggio nella serie, riportando alla bella Roseto in Lombardia, uno squarcio albiceleste ha illuminato lo stracolmo PalaMaggetti e Gianella Espedale ha iniziato il tango dei canestri.
Subito una tripla, poi tiri liberi ancora imprecisi, quasi a dimostrare che le cose semplici non le piacciono (3/5), quindi la prima delle due triple scagliate “da oltreoceano”, poi una entrata a sfidare i giganti prendendosi il canestro e realizzando il tiro libero aggiuntivo, un altro canestro ancora e infine – “como los aires del bandoneón” – la tripla del 76-66 a 40 secondi dalla fine, che ha definitivamente issato la piccola oriunda sul trono della MVP.
Una ragazzina col cuore intercontinentale ha deciso che non bisognava perdere, segnando 17 punti nell’ultimo quarto – vinto dalle Panthers Roseto 27-14 – e ribaltando così una partita che al 30° era sul 49-52, pericolosamente indirizzata verso il pareggio della serie, che avrebbe riportato Roseto in Lombardia, con l’obiettivo di giocare un’altra partita “soprannaturale” come Gara 1 per una “bella” da vincere ancora in trasferta.
Così, se le Panthers Roseto di questa strepitosa stagione hanno i volti di ognuno delle atlete, meravigliosamente perfette nel “platoon system” ideato dal coach e ingegnere Simone Righi, l’ultimo atto di una partita bloccata dalla tattica e dal fisico l’ha risolta il talento puro della più piccina.
Lode dunque a tutte le campionesse della Serie A2 – Lavinia Lucantoni, Beatrice Caloro, Justina Kraujunite, Lucrezia Coser, Livija Sakeviciute, Giulia Sorrentino, Eva Lizzi, Angelica Bardarè, Anna Capra e Giorgia Polimene – e menzione speciale per Gianella Espedale, che in campionato ha diviso le incombenze di regia con Lucantoni, dando imprevedibilità alla manovra e colpendo con le triple.
La sua storia inizia con la Nazionale dell’Argentina Under 14, poi i Campionati Sudamericani Under 16 in Messico, quindi la scelta di provare a diventare una giocatrice e il salto dall’altra parte dell’Oceano Atlantico.
La sua esperienza italiana comincia nel 2021/2022 ad Alghero con le giovanili e in Serie B, poi Castelnuovo Scrivia Derthona in Serie A2, sempre fra giovanili e prima squadra, vincendo la Coppa Italia 2023 e ottenendo la promozione in Serie A1 nel 2023/2024.
Quest’anno, a Roseto, seconda vittoria consecutiva del campionato, stavolta non da ragazza promettente bensì da giocatrice in grado, in meno di 20 minuti di media in campo, di risolvere con il suo estro diverse partite, fra le quali quella di sabato sera: la più importante, quella che fa la storia.
Un ex giocatore come Luciano Saborido – anch’egli oriundo e originario della Patagonia, vincitore della Serie B2 ad Atri oltre 20 anni fa – richiesto di un parere sulla ragazzina che veniva dal suo territorio, la scorsa estate fu lapidario: «Es Messi» e cioè: “Ha la classe di Messi”.
Aveva ragione lui.
Luca Maggitti Di Tecco
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