L’ONCOLOGO E IL BARBARO
Giampiero Porzio, a sinistra, insieme al suo amico Andrea Lo Cicero, pilone della Nazionale di rugby e dei Barbarians. Andrea ha in mano il progetto di un gazebo che sta realizzando per completare il giardino del reparto in cui Giampiero lavora come oncologo. Giampiero, invece, mostra il premio che gli è stato recentemente attribuito a Parigi dalla European Society for Medical Oncology (il centro in cui lavora Giampiero è stato inserito nei primi sette centri di oncologia europei).
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Una bella storia, vera e tutta da leggere.
L’Aquila
Giovedì, 26 Gennaio 2006 - Ore 18:00
Che figata internet e la posta elettronica!
Riuscireste ad immaginare una quotidianità senza questi due fantastici strumenti? Strumenti tanto più benedetti quando ci aiutano a conoscere storie davvero belle come quella che vi proponiamo di seguito.
Siamo doppiamente felici: perché sappiamo una cosa di più sulla storia del Roseto Basket e la condividiamo con tutti i lettori e perché abbiamo conosciuto (seppur solo virtualmente) il più giovane coach del Roseto Basket, che oggi è un medico che combatte per salvare vite umane.
Grazie a Giampiero Porzio per averci scritto. Eccovi il suo racconto, inviatoci mediante due email.
ROSETO.com
Carissimo Luca,
curiosando sul tuo sito ho scoperto, pur essendo stato il più giovane allenatore nella storia del Roseto Basket, di non essere mai citato.
A parte il desiderio di comparire sul web per questioni cestistiche che non mi appartiene di certo (di professione sono oncologo, vivo a L'Aquila e mi occupo di tutt'altro), ti segnalo questo dato perché credo che la memoria storica del basket rosetano ormai sia limitata agli ultimi 10/15 anni.
Al contrario, ritengo che, se si vuole fare una serie operazione culturale sul Basket a Roseto, non si possa prescindere da un'analisi storica del periodo fine anni 70-inizio anni 80.
Spero di aver stimolato la tua curiosità.
A presto.
Giampiero Porzio
Ovviamente, dopo aver letto la sua email, abbiamo chiesto a Giampiero di raccontarci la sua storia. Il Nostro ci ha accontentato.
Caro Luca,
la storia è semplice.
Nella stagione 76-77, presidente Giunco, sponsor GIS, squadra con Ginoble-De Simone-Ciafardoni-Rosa ecc., Emidio Testoni, dopo uno sciagurato derby perso in casa con il Chieti, fu esonerato.
All'epoca io ero l'assistente di Emidio e mi ritrovai la domenica dopo in panchina a Livorno. Era il 31 Gennaio 76 e avrei compiuto 21 anni il giorno dopo.
Perdemmo di un punto (il Guerino titolò "Roseto ignobilmente defraudato a Livorno") contro una squadra che aveva grandi campioni come Massimo Giusti e "Tazza" Guidi. Poi vincemmo quattro partite di fila e a furor di popolo (si fa per dire) rimasi fino a fine campionato.
L'anno dopo a Giovanni venne in mente una delle sue idee meno riuscite.
Come coach ingaggiò il mitico Muggs Mulligan che, non essendo tesserato, non poteva andare in panchina. Per sovraprezzo (come diremmo a L'Aquila) a metà del girone d'andata tornò un mese in America e, al ritorno, fu arrestato alla Malpensa per traffico di droga.
Così mi ritrovai a fare per il secondo anno consecutivo l'allenatore "vero" della squadra.
A fine campionato (Maggio 78) all'età di 22 anni ero già una vecchia gloria.
Per la storia: ero in panchina nell'ultima partita giocata alla palestra D'Annunzio (un derby con il Chieti su cui bisognerebbe scrivere un libro).
Rifiutai le offerte di Piero Pasini per andare a fare il suo secondo a Livorno e di Pino Mazzarella per andare con Paratore al Banco di Roma, mi misi a studiare, comprai un kajak e poi, finita l'università, mi trasferii a L'Aquila.
Per me il basket era Roseto e Roseto era il basket.
E così era per Sandro de Simone, per Tommaso Ginoble e per tanti altri.
Ma sono storie da "vecchia gloria".
A presto.
Giampiero Porzio
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