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Francamente
GLI AZZURRI RIPARTONO DAL MOMENTO PIU’ NERO
COACH AZZURRO
Simone Pianigiani, allenatore dell’Italia.
[Massimo Corona]


Ultimo ‘Francamente’ di stagione, dedicato da Franco Montorro alla Nazionale.

Roseto degli Abruzzi (TE)
Lunedì, 28 Giugno 2010 - Ore 02:06

Inizia oggi l'avventura della nazionale azzurra che dovrà riconquistare il posto che aveva quasi sempre avuto, nei quartieri alti della pallacanestro internazionale.

E' il momento più nero del nostro basket. Non lo dico io, ma Dino Meneghin, uno che se ne intende anche se non sempre – da presidente federale - azzecca i rimedi, dopo aver constatato i sintomi della malattia.

Perché tanto alla maggior parte degli addetti a lavori, indignati a parole, nei fatti interessa la “domo propria” ovvero il club.

E perché nessuno ha la forza e il coraggio di commissariare nei fatti le leghe ed imporre l'unico provvedimento necessario: non tanto chiudere le frontiere, quanto spalancare le porte di ogni prima squadra agli italiani veri. Lasciando per qualche anno alla Bulgaria la soddisfazione di batterci con Jaaber e magari Moss, ma intanto iniziando e portando avanti una forte campagna che non è protezionistica ma di salvaguardia dell'intero movimento.

E se fra dieci anni il quintetto della nazionale fosse composto da un originario dell'Albania, uno del Marocco, uno della Romania, uno delle Filippine, uno adottato a Lampedusa – purché cresciuti cestisticamente in Italia – saremmo solo al passo del progresso. Invece, guarda caso, un Paese ormai multietnico come il nostro agli immigrati di seconda o terza generazione, che qui sono nati e che qui crescono, vanno a scuola, si sposano e diventano cittadini italiani noi facciamo di tutto per mettere i bastoni fra le ruote.

L'Italia è sempre stato un crocevia di razze e l'antica Roma era un perfetto esempio di metropoli multirazziale garantista e tollerante. E da questo mix di gente diversa nel corso dei secoli non abbiamo sempre e solo ricevuto sventure, perché il progresso è fatto di scontri e di confronti. L'Italia è una e indivisibile, lo dice una delle Costituzioni più moderne che esistano, la nostra. Ma è un “uno” fatto di tante parti.

Tornando al basket, siamo diventati uno sport d'élite ma soprattutto di nicchia, il che significa non attrarre più di tanto le nuove generazioni di recente italianizzazione. Insomma, più in grande si ripete il fenomeno di “Skyzzazione” (chiedo scusa ai puristi): tanta bella roba, ma a disposizione di pochi. E là fuori, la maggioranza va a seguire o a praticare altri sport.

Diventeremo come dei panda o come i pellirossa nelle riserve: folkloristici ed anacronistici, studiati nei libri di storia ma ignorati dai professionisti della cronaca.

Franco Montorro
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