Il primo messaggio, su facebook, è di Enrico Melozzi.
Poi mi arriva un SMS di Gabri Di Bonaventura. Dice che Bruno Ballone non c’è più. Lo chiamo, Gabri è affranto e dice di averlo saputo da Chicco Zorzi.
Lo sconforto rimbalza sull’angoscia dei tanti che volevano bene a Bruno, come fosse un pallone da basket. Uno di quelli che Bruno ha carezzato per tanti anni, magari insieme al suo “gemello” Niki Bartolini.
Ed è proprio insieme a Niki che lo avevo conosciuto, anni fa, il sorridente Bruno. Conosciuto poco, certo, ma il poco è bastato ad apprezzarne umanità e simpatia.
Perciò oggi è insopportabile accettare la scomparsa di un uomo nel fiore degli anni, fieramente impegnato nell’azienda di famiglia, animato da grande voglia di fare.
E’ insopportabile per me che lo conoscevo poco – e immagino quanto lo sia per i suoi cari – accettare che un simile figlio della terra d’Abruzzo, tonico e atletico, possa andarsene a 33 anni, stroncato da un male che non so, che in un attimo lo ha strappato alla vita.
Me lo ricordo in campo, Bruno. Poi alle partite del Teramo in Serie A, da spettatore, con la sua stretta di mano vigorosa e il sorriso dell’accoglienza vera.
Mi mancherà questo amico, incontrato così poche volte. E sempre col sorriso.
Riposa in pace, Bruno.
R.I.P.
