Bellissima foto.
E così è stato inevitabile ricordare le scorribande europee e italiane che ho fatto con lui nel Coro Antonio Di Jorio.
Dovunque ci trovassimo, quando toccava a lui il pubblico andava in visibilio.
Eppure “lu dubbotte”, contrariamente a quel che si pensa, è uno strumento diffusissimo un po\' in tutto il folclore europeo. Quindi, in una rassegna con 150 gruppi ascolti suonatori di mezza Europa, anche bravissimi.
Ma quello che succedeva al pubblico sotto lo tsunami Tavani era sempre uno spettacolo unico, che capitava solo a lui perchè la gente la trascinava fuori dalla normalità grazie a una grandissima abilità tecnica sullo strumento e a un\'allegria musicale congenita e contagiosa che era nata con lui.
Se eravamo, in Germania, in Belgio, in Olanda o in Spagna il pubblico impazziva sempre allo stesso modo.
E io pensavo sempre al proverbio abruzzese: “Vu mette Pitre e vu mette Mastre Pitre”, che se non fosse esistito bisognava farlo nascere per Pietro Tavani, vero genio di questo indiavolato e stridente strumentino.
Un artista, un uomo amabile, un uomo indimenticabile.