Musica
VIRGINIA GALLIANI: IL VIOLINO CHE ABBATTE LE CONVENZIONI.

Intervista alla giovane violinista abruzzese, capace di spaziare dalla musica classica alla house.

Roseto degli Abruzzi (TE)
Luned́, 25 Marzo 2013 - Ore 18:30
Avere talento in campo musicale è il sogno di molti, saperlo proporre in contesti molto diversi – seppur con lo stesso strumento – è il privilegio di pochi.
 
Una giovane artista abruzzese somma le due cose. Si chiama Virgina Galliani, chietina di 22 anni, e riesce a coniugare con naturalezza due ambiti musicali diametralmente opposti come quello classico e quello dei club, unendoli con il filo rosso del suo violino.
 
Virginia ha solidi studi classici (dopo il diploma ottenuto al Conservatorio “Luisa D’Annunzio” di Pescara nel corso dell’Anno Accademico 2011/2012, attualmente frequenta il Corso Accademico di II Livello sotto la guida del Maestro Ettore Pellegrino), numerosi corsi di perfezionamento già alle spalle (con Maestri quali Ilya Grubert, Felice Cusano, Ettore Pellegrino, Antonio Pellegrino, Iuliu Hamza, Jutka Hamza, Dorotea Vismara Hoffman, Ivan Rabaglia, Massimo Spadano) e stage di formazione orchestrale seguiti in Italia e all’estero. Ha poi lavorato in produzioni operistiche e seguito corsi di perfezionamento in Musica da Camera, oltre ad aver avuto esperienze come quella – nel 2010 – nella “Junior Orchestra Advanced” dell’Accademia Nazionale Santa Cecilia di Roma, diretta dal Maestro Carlo Rizzari, o come quella che l’ha portata di recente in tournée in Cina, con l’Orchestra Sinfonica “Abruzzo Musica”, suonando in ben 20 teatri tra i maggiori dell’immenso paese asiatico.
 
Dal 2012 – e fino al 2014 – Virginia Galliani è componente, suonando nella fila dei primi violini, dell’Orchestra Giovanile del Teatro Dell’Opera di Roma, diretta dal Maestro Nicola Paszkowsky, con la quale ha tenuto concerti in occasione della Stagione Lirica delle Terme di Caracalla a Roma, al Teatro Greco di Ostia Antica e alla “Royal Opera House”di Muscat, in Oman.
 
Un curriculum di tutto rispetto e una carriera ben avviata nel mondo della musica classica, quindi, ma non è tutto. Già, perché il tanto già fatto è soltanto la metà del mondo musicale di Virginia, che da 4 anni si esibisce con il suo violino da solista, sia nei club sia in occasione di eventi, spaziando dalla musica house alle riletture della musica leggera.
 
A pensarci, la sua esperienza artistica è un inno all’abbattimento di steccati e convenzioni, oltre che alla voglia di emozionare tutti i tipi di pubblico: da quello composto in abito da sera di un teatro a quello di una piazza durante un evento, fino a quello giovane che balla in un club.
 
Dunque una giovane piena di vita e di voglia di fare, assolutamente originale nella sua proposta, che abbiamo voluto conoscere meglio con questa intervista.
 
Virginia, come nasce la tua passione per il violino?
«Mi sono avvicinata alla musica all\'età di 3 anni, frequentando i corsi della “Scuola Yamaha” e studiando pianoforte per poi scegliere, come previsto dal corso di studi, uno strumento. Io, a 6 anni, scelsi il violino. Un percorso in salita con molti ostacoli, ma sono motivata, soprattutto perchè tutto quello che faccio lo devo a me stessa ed alla mia forza di volontà. A 7 anni, durante un saggio con gli altri allievi del corso più grandi di me sia per età che per livello, muovevo il quarto dito sulla tastiera. Essendo più piccola, non avrei dovuto saperlo fare, ma io non potevo accettare di essere indietro rispetto a qualcuno. È solo un piccolo aneddoto, ma spiega un po’ come sono fatta e cosa ho dentro».
 
Chi è stato il tuo primo insegnante?
«Giuseppe Oreglia».
 
E quello attuale?
«Ettore Pellegrino».
 
Hai un autore classico preferito?
«No, sarebbe troppo riduttivo dirne soltanto uno. Credo che il periodo musicale che si predilige sia anche quello con le caratteristiche alle quali ci si sente più vicini, umanamente e violinisticamente. Per questo, mi definisco una violinista piuttosto Romantica e prediligo autori come Tchaikovsky, Brahms, Sibelius, Schumann e Dvoràk».
 
Qual è la musica che ami proporre quando ti esibisci nei club, da sola?
«Quando mi esibisco nei club non ci sono brani che preferisco suonare, poiché è un set molto legato all\'improvvisazione. Preferisco i generi musicali “Tech House”, “Tribal House” e “Deep House”, che essendo molto ritmati e melodici ma raramente cantati, permettono di esprimersi davvero al meglio. Durante gli eventi prediligo brani di musica leggera o medley, ispirandomi molto al violinista David Garrett».
 
Quando e come ti è venuta l’idea di iniziare ad esibirti nelle discoteche con il tuo violino?
«Ho cominciato per gioco, in un pomeriggio a casa con un mio amico DJ, dopo alcune prove orchestrali. Ci venne in mente la possibilità di questo set con il violino e... mi ritrovai a fare la mia prima serata davanti a 2.000 persone! Quando rivedo il video dell’inizio, mi rendo conto degli enormi miglioramenti che ho acquisito nel corso del tempo, lavorando molto, rendendo particolare il mio set e imparando a capire la pista per rendere partecipe il pubblico. Non c\'è cosa più bella che vedere davanti a te 2.000 persone che cantano dietro le tue note o che seguono il tuo gesto, mentre suoni, e ti chiedono di non smettere di suonare. Quando ci riesci, allora hai vinto. È totalmente diverso dal lavoro nel mondo classico. Ci vuole molta originalità, capacità di improvvisare con fantasia e creatività, ritmo e capacità di tenere la scena. Nelle mie prime serate ero una violinista classica che suonava, immobile con il suo tubino nero e il filo di perle al collo. Questo lavoro nei club mi ha aiutato molto a sciogliermi e mi ha reso molto più sicura e convincente davanti al pubblico».
 
Oltre ai club, quali sono gli ambiti nei quali ti esibisci?
«Diversi e svariati. Posso suonare come componente di una orchestra o una band di musica leggera, posso tenere un concerto ad una serata del “Rotary”, suonare nel corso di una sfilata di moda o andare ospite in trasmissioni radiofoniche o televisive».
 
Essere poliedrici aiuta nel mondo artistico, suppongo. Parlaci di alcuni progetti artistici ai quali hai preso parte...
«Aiuta di certo. In questi anni ho suonato dal vivo con la band italiana “Studio 3” e ho partecipato ad alcuni concerti nel corso della tournée italiana dei “New Trolls”. Attualmente suono nell’orchestra di musica leggera “Live Orchestra”, diretta dal Maestro Marco Moresco, con la quale sarò impegnata in una tournée nazionale la prossima estate. Ci sono poi i lavori come violinista per alcune radio come “Radio Deejay” e “Radio m2o” e le incisioni di diversi dischi con Stefano Francioni, un artista emergente, curandone l’arrangiamento violinistico per l’etichetta “GalliRecords”».
 
La tua notorietà sta crescendo in modo significativo. L’anno 2012 è stato particolarmente gratificante per te?
«Direi di sì. Sono stata chiamata a suonare in diversi eventi nazionali, tra i quali alcune tappe regionali di “Miss Italia”, il “Motor Show” di Bologna e il convegno “Performance Strategies” a Roma. Poi ho il bel ricordo del premio ricevuto come giovane artista abruzzese emergente nel 2012, premiata insieme a Gianluca Ginoble, tenore de “Il Volo”».
 
Nel tuo rutilante avanzare, hai un progetto perfezionato di recente di cui vuoi parlarci?
«Ho curato l’arrangiamento violinistico e inciso, per l’etichetta “Nuorange Records”, alcuni dischi tra i quali l’ultimo, “EsVedra”, è stato ufficialmente presentato a Miami, in occasione della “Winter Music Conference” e sarà presentato in versione live a Ibiza, il prossimo 25 maggio 2013».
 
Quali le principali differenze emozionali fra il suonare repertorio classico, quale componente di una orchestra, e suonare repertorio moderno da sola?
«Devo ammettere che questa doppia identità mi porta a vivere la mia passione in due modi diametralmente opposti. Se, giorno dopo giorno, lo studio, i corsi di perfezionamento ed il lavoro in orchestra mi permettono di crescere tecnicamente e di avere una maggiore consapevolezza e conoscenza del repertorio, è anche vero che esibendomi nei club riesco ad esprimere la parte più estroversa di me, scaricando anche la tensione accumulata e ricevendo l\'adrenalina che ogni volta la pista mi trasmette. È davvero una bella sensazione. All\'inizio era per me, violinista classica, molto difficile calarmi in questa nuova veste e approcciare un nuovo genere di musica, in cui più che lo studio sono necessari l\'orecchio e la capacità di improvvisare, per non parlare del pubblico così diverso da quello classico. Però in questi 4 anni sono maturata molto, fino a comprendere che, oltre alla tecnica, in questo ambiente è fondamentale essere un vero e proprio “animale da palcoscenico”, pronto a catturare l\'attenzione sia a livello uditivo che visivo, diventando così la vera attrazione della serata. Non dimentico comunque mai il mondo dal quale provengo, visto che amo molto caratterizzare il mio live set con una “intro” presa dal repertorio classico».
 
Una ragazza bionda e glamour, con il suo moderno violino nero, in un club. Credo che il messaggio musicale arrivi giocoforza dopo l’immagine. È un problema, per te?
«Sì, per me è un problema. Per questo, ultimamente, scelgo di lavorare solo in determinate occasioni e club. Momentaneamente, preferisco dedicarmi a produzioni discografiche e ad eventi con “m2o”, la radio con la quale collaboro dall\'ottobre 2012. Ci sono molti artisti in questo ambiente che non si fanno alcun problema nello scendere a compromessi artistici di vario genere, ma questo non è parte del mio essere. Io lo considero un lavoro e, quando dico lavoro, è perchè mi impegno sempre al massimo e l\'idea di poter sbagliare o stonare è per me inconcepibile. A volte ho sentito dire: “Cosa ti importa, tanto sono davvero pochi quelli che ne capiscono qualcosa di musica in un club”, ma è un’idea che non ho mai considerato, perchè il fatto non mi giustificherebbe comunque a mettere meno impegno in una cosa che, per me, è quello che amo fare: suonare. Per me, i complimenti più preziosi sono quelli delle ragazze, disinteressati e non influenzati dall\'immagine. Di contro, la cosa che mi fa più arrabbiare è quando qualcuno, dopo aver risentito suonare, si avvicina dicendomi: “Sei bellissima”. Insomma: per me l\'immagine è assolutamente secondaria rispetto al messaggio musicale».
 
Quali soddisfazioni professionali si provano ad essere parte di una orchestra e quali, invece, essendo una protagonista assoluta e solitaria?
«Suonare in un’orchestra come quella in cui lavoro principalmente, ovvero l’“Orchestra Giovanile Teatro Dell\'Opera di Roma” è un\'esperienza magnifica. Soprattutto quando si è legati non solo a livello musicale, ma anche e specialmente affettivo e umano. Spesso gli orchestrali si sentono giustificati a nascondere errori o piccole sbavature, che altrimenti curerebbero in quanto solisti. È anche detto comune che lavorare in orchestra alle volte possa essere controproducente, se fatto male. Sta alla coscienza ed allo scrupolo personale impegnarsi in quanto, a mio parere, la reale buona riuscita di un programma orchestrale lirico o sinfonico dipende da ogni singolo elemento che collabora per un fine comune. Ricordo il nostro concerto di esordio alle “Terme di Caracalla” di Roma, nell\'estate 2012, dopo una settimana di prove a strettissimo contatto tra di noi, durante il quale è venuto fuori proprio questo essere uniti ed affiatati, che ha influenzato anche il nostro modo di suonare. Io suonavo con il massimo impegno e ascoltando non solo il mio suono, ma quello di tutta l\'orchestra, avendo davvero a cuore la nostra riuscita e soddisfazione come un “Noi” e non come un “Io”, tanto da emozionarmi. Suonare come solista certamente è, allo stesso modo, una sensazione che porta molta soddisfazione, soprattutto quando si riesce ad essere molto sicuri di sé e di quello che si riesce a trasmettere. Leggere il proprio nome su un giornale, ricevere applausi, sentire il proprio nome annunciato al microfono, ricevere complimenti sono certamente cose che non accadono tutti i giorni e che riempiono il cuore di gioia. Sono due situazioni, quindi, che vivo con eguale soddisfazione».
 
Descriviti in 3 aggettivi.
«Determinata, generosa, intransigente. ».
 
Il tuo pregio maggiore?
«Sono solare».
 
Il tuo peggior difetto?
Sono lunatica».
 
Come ami rilassarti?
«Rilassarmi? Diciamo che è una parola che non conosco troppo bene. Quando torno a casa mi concedo di andare a cena fuori o uscire con le mie amiche, ma più che rilassarmi è riuscire ad avere un assaggio di una vita dei miei coetanei. Ho pur sempre 22 anni...».
 
Il viaggio è diventato, da qualche anno, una componente della tua vita. Riesci a concentrarti per capitalizzarne i tempi?
«È molto difficile. Andare in tournée, avere produzioni orchestrali sempre più frequenti, lavorare tantissimo, sono tutte componenti che mettono a dura prova sia la stanchezza sia il tempo per continuare gli studi. Prima era molto difficile portare avanti il mio studio personale, sia per il poco tempo a disposizione sia per la stanchezza sulle spalle. Ora mi sto concedendo un  periodo di “pausa”, se così si può chiamarla, per portare avanti i miei studi, corsi di perfezionamento ed ultimare, entro luglio, il mio corso di laurea in Musica da Camera».
 
Hai già girato abbastanza all’estero. Un aneddoto legato al tuo lavoro, il più originale, che ti è successo?
«Più che un aneddoto, mi viene in mente la locuzione latina “Nemo propheta in patria”.  Detto questo, un paio di situazioni mi hanno fatto sorridere, come quella dello scorso anno, quando, mentre ero in palestra, si avvicinò un signore chiedendomi se fossi davvero  io Virginia Galliani, la violinista, e che mi seguiva su un social network ed era stata la cosa più bella della sua giornata avermi conosciuta. Oppure, giorni fa una mia compagna di corso di laurea mi ha telefonato, raccontandomi che durante il suo viaggio di ritorno a Roma, parlando con l\'autista del pullman sul quale viaggiava, era uscito fuori per caso il mio nome e questo ragazzo le ha detto di essere un mio fan e che, dopo avermi sentito suonare, ha deciso di comprarsi un violino e prendere lezioni per imparare a suonare».
 
“Da grande” come ti immagini?
«Per adesso ho intenzione di continuare i miei studi violinistici all\'estero. “Da grande”, il mio desiderio è quello di lavorare nell\'orchestra stabile di un grande teatro. Amo moltissimo suonare repertorio lirico, quindi è tra le mie volontà quella di provare l\'audizione dell\'orchestra stabile del Teatro dell\'Opera di Roma, suonando già nella giovanile. Voglio comunque mantenere questa mia vena alternativa e continuare la mia collaborazione con la radio e con etichette, italiane e non, per produzioni discografiche. Ultimamente, ho scoperto che è un altra grandissima gioia accendere la radio, ascoltare la canzone appena mandata e poter dire: quella che sta suonando sono io».
 
Insomma, tutte rose e fiori?
«Seguo la mia passione. Costa molti sacrifici, certo, ma sono convinta che ne valga la pena. A soli 22 anni vedo poco la mia famiglia e la valigia è ormai un parte integrante della mia camera. Però, sebbene ci sia ancora molta strada da fare per arrivare dove mi sono prefissata, è una grande emozione ogni volta ricevere applausi, complimenti e sapere che, mano a mano, il tuo nome si sta affermando. Ed è una grande emozione, perchè è la realizzazione del sogno di una vita. Quindi: combattere sempre, arrendersi mai...».
 
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