Serie A2 Est – Roseto Sharks
FRANCESCO INFANTE: IL LAUREATO.

L’articolo pubblicato sul MESSAGGERO Abruzzo martedì 12 settembre 2017.

Roseto degli Abruzzi (TE)
Mercoledì, 13 Settembre 2017 - Ore 12:00

Francesco Infante è un lungo che la sa lunga. E guarda lontano.

A 25 anni è già laureato in lingue e ha in programma un master in management e diritto dello sport.

Da ieri, concluso il ritiro, si è accasato di fronte al mare nella sua dimora rosetana, scaricando due scatoloni colmi di libri. L’atleta nativo di Foggia, classe 1992 per 203 cm, si schermisce: «Ho portato lo stretto indispensabile: una selezione delle tre sezioni nelle quali è divisa la mia biblioteca: sport, viaggi e letteratura».

Insomma: Infante di cognome, ma saggio di fatto.

E se è vero che la famiglia ha un ruolo importante nella formazione qui si va sul sicuro, visto che sua madre è stata per anni la referente foggiana di Libera, associazione fondata da Don Luigi Ciotti.

Con queste credenziali, difficile parlare di pallacanestro. Ma Francesco lo fa di buon grado, iniziando dal ritiro precampionato: «È stata una cosa abbastanza nuova per me, ma molto utile. Io non conoscevo nessuno dei miei compagni, perciò passare 24 ore su 24 tutti insieme nel residence credo ci abbia fatto molto bene, cementando il gruppo e facendoci partire da subito con quell’unione che di solito, nelle altre squadre, arriva verso novembre o dicembre».

Tecnicamente parlando, questo il parere del lungo sulla preparazione finora svolta: «Al netto di tutti gli stop per infortunio che finora ci hanno condizionato, abbiamo sempre lavorato molto intensamente. Il coach è una persona veramente disponibile ed equilibrata. E anche quando eravamo davvero in pochi in campo, non c’è mai stata una scusa per finire prima o lavorare di meno».

D’altronde, Infante è a Roseto per merito di Di Paolantonio: «Lui ha fame e voglia di arrivare e io come lui, per questo mi ha convinto».

Francesco, che ama giocare nel ruolo di “5” agendo in post basso in attacco e  fungendo da collante in difesa, guarda al campionato e conclude: «Tolto forse il campo di Trieste, abbiamo 29 partite che possiamo vincere o perdere. Noi dobbiamo cercare di vincerne 12 il prima possibile, anche grazie al pubblico rosetano che conosco, visto che quando ho giocato qui da avversario le squadre nelle quali militavo non hanno mai avuto la minima possibilità di entrare in partita, stante il calore del PalaMaggetti».



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