Scompaginando [libri aperti a caso]
VINCA IL PEGGIORE

Rollie Massimino, coach ‘pater’, visto da Enrico Franceschini.

Roseto degli Abruzzi (TE)
Giovedě, 20 Settembre 2018 - Ore 16:30

[Pagine 44, 45.]

Infine c’è la «father figure», la figura paterna: uno che non si accontenta di allenarti, ma vuole assumere anche il ruolo di genitore. E come tutti o quasi tutti i genitori – perlomeno i genitori di una volta – alterna il bastone e la carota: se sbagli ti riprende duramente, potrebbe perfino sculacciarti o tirarti occasionalmente una sberla, è un padre all’antica, molto severo, ma quando ti comporti bene ti copre di carezze, complimenti, regali.

Come un padre, questo genere di allenatore non insegna soltanto i fondamentali o gli schemi di gioco. No, vuole insegnarti anche a vestire nel modo giusto, a studiare come si deve, a parlare con proprietà. Vuole forgiarti a sua immagine e somiglianza. Ed è proprio così che intende la squadra: come una famiglia, di cui lui è naturalmente il pater, il padre padrone.

Il motivo per cui, in America, questo tipo di allenatore è spesso un italoamericano è che gli italoamericani rispondono ai requisiti: sono cattolici, pregano, vanno a messa e considerano quell’istituzione familiare che è la cucina sacra quasi come la Chiesa, per cui a casa loro si mangia molto e bene.

Perfino l’accento italoamericano corrisponde allo stereotipo: caldo, pesante, inconfondibile, ti abbraccia e non ti molla più, inframmezzando all’inglese, qui e là, qualche parola di italiano, o di presunto italiano, di italiano digerito in anni o decenni di immigrazione, «capisc’», «la famiglia!», «la pommarola».

Rollie Massimino è un tipico esempio di questa specie. Ce ne sono altri – più composti come Jim Valvano, o più istrionici, come Lou Carnesecca –, ma il prototipo è lui.

Enrico Franceschini


Enrico Franceschini
VINCA IL PEGGIORE

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