Imprenditori
FABIO BROCCO: FARE IMPRESA, NEL MONDO, DA ROSETO.

Intervista al Chief Operating Officer dell’azienda rosetana Liofilchem, che parla dei suoi inizi, dell’internazionalizzazione e dei valori.

Roseto degli Abruzzi (TE)
Sabato, 15 Dicembre 2018 - Ore 18:30

Liofilchem è un’azienda rosetana fondata nel 1983 da Silvio Brocco. Oggi, presente in oltre 130 Paesi nel mondo, è una delle eccellenze del territorio.

Fabio Brocco, 39enne figlio di Silvio, è un giovane imprenditore che sta lavorando alacremente per far progredire sempre di più la sua impresa. Lo abbiamo intervistato, per conoscere il percorso che lo ha portato in azienda e le sue riflessioni in merito a diverse questioni. Questa è la nostra chiacchierata.

Fabio, sei un giovane imprenditore e rappresenti la seconda generazione in azienda. Attraverso quale percorso di studi e lavoro sei arrivato nel gruppo fondato da tuo padre Silvio?
«I miei studi sono stati una laurea con lode in Scienze Biologiche a L’Aquila nel 2004 e, dopo 12 anni di lavoro, un Executive MBA (Master in Business Administration) alla LUISS di Roma nel biennio 2016/2017. Il master è stato uno sforzo enorme e al tempo stesso una sfida molto stimolante: ho avuto a che fare, contemporaneamente, con gli impegni di lavoro sempre crescenti, studi in discipline nuove per me e responsabilità in famiglia coi miei tre figli. Ringrazio ancora mia moglie, per avermi indotto all’MBA e sopportato nei due anni di grandi fatiche a tutti i livelli».

Quali sono stati i valori più importanti durante gli anni della “preparazione” al lavoro?
«Lo studio e la formazione più propriamente accademica sono alla base, ma nel lavoro molto spesso ci si cimenta con aspetti e materie non trattate negli studi. In questi casi mi sono stati utili umiltà, determinazione, osservazione, ascolto e curiosità».

Agire in una impresa di famiglia, sapendo di essere il figlio del fondatore: quali sono i consigli che ti sentiresti di dare ai giovani imprenditori nella tua stessa situazione, per conservare e anzi accrescere un buon clima all’interno dell’azienda.
«Sono entrato nell’azienda in punta di piedi. Quando ero ancora studente avevo imbarazzo a superare anche solo il cancello dello stabilimento. Ho rispettato la struttura organizzativa, tutto il team, tutti i reparti, in generale tutto quanto costruito dalla prima generazione. Oggi la continua implementazione della struttura organizzativa è una delle attività che più mi coinvolgono e l’armonia e lo spirito di squadra con colleghi e collaboratori sono aspetti abilitanti ed essenziali per la crescita aziendale».

Qual è il ramo del quale ti occupi e come è stata presa la decisione di affidarti quelle deleghe?
«Oggi sono Chief Operating Officer in Liofilchem, spaziando tra tutte le funzioni aziendali. Questo ruolo non è stato deciso a tavolino, né è il risultato di un percorso inizialmente progettato per la mia carriera. È piuttosto il risultato naturale di competenze maturate lavorando a fianco di preziosi collaboratori, passione per il mio lavoro, ambizione e abnegazione che non ha conosciuto pause in questi anni. Subito dopo la laurea sono entrato in Liofilchem continuando il mio lavoro di sviluppo di un kit diagnostico iniziato durante la tesi di laurea: sono così entrato nel team di ricerca e sviluppo. Da lì ho capito che i nostri clienti avevano bisogno di conoscere meglio i nostri prodotti: grazie all’ hobby per i sistemi informatici mi sono prodigato nell’utilizzo delle tecnologie IT per produrre tutorials e implementazioni sul web. Il passo verso l’assistenza clienti è stato breve e di seguito mi sono dedicato allo sviluppo dei mercati internazionali per Liofilchem. Ho avuto la fortuna di essere stato sempre affiancato e aver potuto apprendere da colleghi e mentori di notevole spessore professionale e di alto valore morale».

Quali sono le condizioni essenziali, nel 2018, per un’azienda italiana che come la tua fa affari con il mondo intero? Mi riferisco, in particolar modo, a cosa si aspetta un’azienda dallo Stato in cui vive e opera.
«Oggi sarebbe pericolosamente limitante intendere la propria attività imprenditoriale solo all’interno dei confini nazionali. Il Paese in cui siamo basati e operiamo da sempre (sin dalla fondazione di Liofilchem, nel 1983) ha avuto alti e bassi e non sempre è stato al fianco di chi intraprende attività manifatturiere in senso lato. In questo senso, per rispondere alla tua domanda, non ci aspettiamo molto dallo Stato e sappiamo di dover contare solo sulle nostre forze, abilità, competenze e fare del nostro meglio per farle valere nel mercato globale».

Hai una sede anche negli Stati Uniti. Quali le maggiori differenze, nei rapporti con la pubblica amministrazione, fra Italia e USA?
«Le differenze con gli Stati Uniti sono notevoli e molteplici. Qui mi soffermo solo nel dire che in Italia, nel nostro settore di forniture a strutture ospedaliere pubbliche, ci si imbatte purtroppo spesso nelle difficoltà soprattutto burocratiche e finanziarie della pubblica amministrazione: penso specialmente a due aree critiche quali le gare pubbliche e i termini di pagamento. Negli USA, invece, gran parte delle strutture ospedaliere appartengono a holding private e sono molto più dinamiche nella gestione degli approvvigionamenti».

Organizzi spesso meeting internazionali. Le persone, che da tutto il mondo arrivano a Roseto, hanno tempo di vivere il territorio e lo apprezzano, o non c’è tempo e tutto resta fra le mura aziendali?
«Il nostro territorio e l’Italia in generale sono un fattore di forte attrazione per i nostri clienti: ci visitano sempre molto volentieri. Roseto è certamente molto apprezzata, per lo scenario offerto dal suo lungomare e per le varietà culinarie locali, aspetti a cui noi siamo a volte troppo abituati e che molti danno per scontati. Nelle pause, durante i nostri convegni in Liofilchem, facciamo circolare atlanti fotografici dell’Abruzzo: lo stupore è la reazione più frequente. Penso sempre che il turismo potrebbe essere un’opportunità per molti, se solo si cominciasse da una corretta divulgazione del patrimonio del nostro territorio».

Tu giri il mondo e hai sposato una donna giapponese, quindi sei molto attendibile. Come siamo visti, noi italiani, in questo periodo all’estero?
«In generale direi molto bene. In particolare è ammirato il nostro stile di vita e, permettimi, in alcuni Paesi anche invidiato in modo malcelato. Credo che il bilanciamento tra passione e creatività nel lavoro e saper godere delle cose belle della vita (e in Italia siamo oggettivamente favoriti dall’incredibile varietà di bellezze artistiche e naturali, pochi Paesi hanno risorse paragonabili alle nostre) siano quanto di meglio riusciamo a trasmettere all’estero. Tuttavia, al cospetto di alcune culture lavorative estere, noi italiani possiamo cogliere diverse “aree di miglioramento”: su tutte l’organizzazione del lavoro, ma credo di poter affermare con un certo livello di confidenza che Liofilchem in questo senso è un’azienda dal forte imprinting internazionale».

Quanto è importante la formazione aziendale e come curi quella interna alla tua azienda?
«Favorire un ambiente di lavoro stimolante è un pilastro fondamentale nella gestione dei gruppi di lavoro. La formazione costante è fonte di motivazione per il collaboratore e opportunità di crescita e miglioramento per l’intero team. In Liofilchem i percorsi formativi dei nostri collaboratori avvengono all’interno e al di fuori delle proprie recinzioni fisiche: viaggiamo molto per congressi scientifici, in Italia e all’estero».

Le tre qualità imprescindibili di un bravo collaboratore?
«Attitudine al lavoro di squadra, curiosità, proiezione al futuro».

La vostra azienda supporta lo sport attraverso alcune prestigiose sponsorizzazioni. Perché e con quali aspettative di ritorno?
«Liofilchem è sponsor di molte organizzazioni sportive nel suo territorio, tra cui ASD Pineto Calcio, Roseto Sharks, Pescara Calcio. Non abbiamo aspettative di ritorno. Al contrario, le nostre attività di sponsorship costituiscono alcune delle nostre forme di restituzione di valore al territorio. Mi offri l’occasione di suggerire la lettura della nostra Corporate Social Responsibility – per illustrare meglio questo ed altri aspetti di responsabilità sociale, ambientale ed economica di Liofilchem – che ho da poco redatto e pubblicato sul nostro sito web».

Quali valori dello sport sono traslabili in azienda, per migliorarla?
«Ti rispondo con un estratto dalla nostra Corporate Social Responsibility: Liofilchem riconosce nello sport, praticato a tutti i livelli, professionistico e dilettantistico, maschile e femminile, dai settori giovanili alle prime squadre, i valori portanti della condotta morale della sua stessa organizzazione: lealtà, rispetto delle regole, spirito di squadra, senso d’appartenenza, competizione, rispetto dell’avversario, affermazione del merito, integrazione trasversale oltre ogni classe sociale, razza e cultura di provenienza».

Un tuo consiglio ai giovani che vogliono mettersi in proprio. Cosa diresti loro?
«Ai giovani consiglierei di valutare innanzitutto con attenzione il potenziale di sviluppo della loro idea imprenditoriale nel mercato globale, senza porsi limiti geografici né nella localizzazione della loro sede principale né nei mercati da sviluppare. È necessario abbattere ancor prima di iniziare le operazioni di business qualsiasi forma di limitazione, dalla barriera linguistica a quelle culturali e regolamentari. Raccomando quindi, in estrema sintesi, di valutare un prodotto o servizio dal forte impatto di volumi (alto potenziale) e proiettare l’idea imprenditoriale sulla scalabilità internazionale».







Stampato il 04-18-2024 21:37:02 su www.roseto.com