Scompaginando [libri aperti a caso]
MAMADOU COULIBALY: IL MIO PRIMO, VERO, SALVATORE SI CHIAMA GIROLAMO BIZZARRI...

Il calciatore senegalese, ex Pescara, racconta ad Alessandro Alciato come arrivò a Roseto degli Abruzzi e chi lo salvò. Aveva preso il treno sbagliato... quell’errore forse gli ha salvato la vita.

Roseto degli Abruzzi (TE)
Sabato, 30 Marzo 2019 - Ore 15:30

[Pagine 62, 63.]
Mamadou raccontava che andava tutto bene. Che si trovava in Italia e che giocava a pallone. Tecnicamente era vero. «Il fatto è che omettevo il resto. Li avrei fatti stare male, avevano già sofferto abbastanza. Quando proprio non ce la facevo più a sopportare il freddo, entravo in un supermarket: un panino lo rimediavo. Frequentavo altri africani, mi parlavano tutti di una grossa comunità di senegalesi a Pescara. Non sapevo dove fosse questa città. Ma non potevo rimanere a Livorno. Sapevo dov’era la stazione, ogni tanto ci avevo dormito; sono salito su un treno per Pescara, senza biglietto, però ho sbagliato e sono finito a Roma. Non ho visto nulla, mi hanno raccontato che il Colosseo è un po’ rotto, ma bello. La prossima volta ci andrò. Ne ho preso un altro e ho sbagliato di nuovo, scendendo a Roseto degli Abruzzi. Ho trovato un campo sportivo, ho fatto due palleggi, ho dormito lì per tre giorni: scavalcavo il muro di nascosto ed entravo negli spogliatoi. La porta era aperta, non avrei mai scassinato la serratura, l’educazione mi è rimasta. Il mio primo, vero, salvatore si chiama Girolamo Bizzarri.».
Allenava da quelle parti. Da giovane, con il Torino, aveva vinto un campionato Primavera e il prestigiosissimo Torneo di Viareggio. In serie A aveva vestito la maglia del Brescia.
«È stato lui a portarmi dai carabinieri. Mica per farmi arrestare. Mi ha permesso di avere i documenti, e intanto giocavo a calcio. Mi ha trovato posto in una casa famiglia, a Montepagano. C’era un letto. C’era da mangiare. C’era gente che mi voleva bene per davvero. C’era il tetto ma ogni tanto mi avvicinavo alla finestra e fissavo le stelle, per non dimenticarmi da dove ero venuto. Con i documenti ho potuto giocare a calcio e i tecnici del Pescara guardandomi a Roseto si sono accorti di me. Mi hanno tesserato. Mi hanno fatto allenare seriamente. Non finirò mai di ringraziare Donato Di Campli, diventato mio procuratore, e il suo collaboratore Marino Camaioni, che io considero come un padre. Ho disputato due partite con la formazione Primavera, la terza è stata invece quella del mio esordio in A, con la prima squadra contro l’Atalanta».


Alessandro Alciato
DEMONI

Quando la partita è fuori dal campo: storie di protagonisti del calcio alle prese con le sfide della vita
Prefazione di Carlo Ancelotti
Vallardi – 2018 – Euro 14,90


ROSETO.com
LIBRI [LIBRIAMOCI & SCOMPAGINANDO]
Libriamoci [invito alla lettura]
Scompaginando [libri aperti a caso]

TUTTI GLI ARTICOLI
https://www.roseto.com/news.php?id_categoria=82&tipo=rosetano







Stampato il 04-26-2024 21:16:24 su www.roseto.com