«Storia, calore e passione».
Queste sono le prime tre parole associate a Roseto da parte di Leonardo Ciribeni, esterno di 190 cm e 27 anni: secondo veterano della squadra dopo capitan Simone Pierich.
Marchigiano di Porto Sant’Elpidio, Ciribeni era di casa al PalaMaggetti da ragazzino, seguendo gli Sharks di Serie A. Tanto che ricorda: «Venivo spesso a vedere le partite e due giocatori mi impressionarono clamorosamente: Mahmoud Abdul-Rauf e Jack Martinez. Rauf mi ha letteralmente ipnotizzato e mi rimarrà sempre impressa la semplicità con cui tirava da 3 punti con la mano in faccia: eccezionale!».
E un tiro galattico, come quello del “Califfo del Lido delle Rose”, di certo gioverebbe a Ciribeni, che è più giocatore da alte percentuali nel tiro da 2 punti, visto che a Caserta, lo scorso campionato in Serie B, segnava quasi 4 canestri ogni 6 tentativi (65%), mentre da 3 punti la percentuale era del 33% con 2,4 tentativi a partita.
Il nuovo Squalo dice di sé: «Sono un giocatore principalmente altruista, cui piace far divertire i propri compagni di squadra e che si adatta un po’ a tutte le esigenze. La cosa che amo più fare in campo è l’uno contro uno, anche se il prossimo campionato a Roseto dovrò trovare delle alternative».
Già, perché Leonardo sa che nel ruolo di “2” troverà quasi sempre atleti americani e non sarà facile metterla sul fisico.
Atleta ruspante, Campione Under 17 nel 2009 con Pesaro, ha giocato in cadetteria a Fossombrone, Anagni e Riva del Garda per poi arrivare nel’attuale A2 con Capo d’Orlando, ancora under. Poi ancora cadetteria a Montegranaro, San Severo e – lo scorso anno – Caserta, dove ha giocato 30 partite di stagione regolare a 13,4 punti, 4,3 rimbalzi e 2,3 assist in 28,2 minuti di media.
A Roseto, Ciribeni ritroverà Raffaele Rossi, responsabile del settore giovanile, a proposito del quale ricorda: «Ho vissuto anni indimenticabili con lui. Partivamo ogni pomeriggio in treno per andare ad allenarci a Pesaro, tornando la sera tardi. Lui mi doveva sopportare e non era facile!».
Dei futuri compagni di squadra conosce capitan Pierich, che onora così: «L’ho incontrato quando lui giocava in A2 e io, under, guardavo».
Circa il ruolo di guardia titolare che D’Arcangeli intende affidargli, conclude: «Il coach mi ha dato un ruolo molto importante e io sono pronto per ricambiare la sua fiducia. Sarà una sfida affascinante».