Serie A2 Est – Roseto Sharks
ROSETO-FORLÌ: LE PAGELLE DEL PROFESSOR LORENZO SETTEPANELLA.

I voti ai giocatori del Roseto, sconfitti dai forlivesi.

Roseto degli Abruzzi (TE)
Domenica, 01 Dicembre 2019 - Ore 23:50

ROSETO 56
FORLÌ 69

Parziali: 16-15; 18-12 (34-27); 12-14 (46-41); 10-28 (56-69).

La partita e le foto su ROSETO.com.
http://www.roseto.com/scheda_news.php?id=17947


KHADEEM LATTIN 6,5
Il più comodo dei capri espiatori all'interno di un processo che, guarda caso, mai riguarda elementi della Stella, si congeda con una prova più che dignitosa. Svolge infatti un buonissimo lavoro a rimbalzo (9, in 30 minuti) e ferisce tanto da sotto quanto dalla media distanza (lui e Bayehe combinano per 25 punti e 23 rimbalzi, realizzando quasi la metà dei punti degli Sharks, confermando che il problema è in altri reparti). La miglior versione di Lattin non basterà, tuttavia, a salvare un posto già promesso al navigatissimo Bobby Jones, americano dal probabile sicuro rendimento il cui inserimento fornirà punti, rimbalzi e leadership ma andrà inevitabilmente a sottrarre tonnellaggio e presenza difensiva vicino a canestro, lasciando il solo Bayehe a presidiare l'area. Che sul banco degli imputati sia finito il fenomenale no ma onesto sì Lattin e non il giovanissimo, acerbo ed inadeguato Menalo, ancora una volta incapace di fornire il rendimento di uno straniero, sa tanto di scelta politica e davvero poco di scelta tecnica.

NICOLA GIORDANO 5,5
Tanta buona volontà, ma incide meno che in altre occasioni, specialmente in attacco. L'assist del 29' per il funambolico Mouaha, strappa tuttavia applausi meritatissimi.

LEO MENALO 3
Ancora una volta in quintetto, scaglia presuntuosamente verso il canestro i primi tre palloni consecutivi che gli capitano per le mani, con risultati non proprio edificanti. E, nell'arco dei minuti, la sua gara non mostra elementi che ne giustifichino un ulteriore impiego. Gioca 11 sofferenti minuti in cui continua ad apparire terribilmente inadeguato. Far accomodare il ragazzo in tribuna dandogli il tempo di crescere ed ingaggiare un esterno americano con punti nelle mani parrebbe la scelta più semplice, logica ed intelligente di una compagine che sta lottando per la salvezza. Cosa che deve, unicamente ed irrinunciabilmente, rimanere il principale obiettivo degli Sharks. Al di là di qualsiasi conflitto di interessi. 

ANTONIO DE FABRITIIS 5
Spara sul ferro tutti i sei tiri, anche buoni, che sceglie di prendere. E se non la butta dentro, la sua utilità si riduce di molto.

LAZAR NIKOLIC 4
Torna di corsa dietro la lavagna, riproponendo una di quelle non infrequenti partitacce fatte di mattonate sul ferro (1/6 dal campo in 24 minuti) e falli di sfondamento (3 perse). 

ARISTIDE MOUAHA 6
Ideale testimonial della vecchia pubblicità della Pirelli, che evidenziava quanto fosse inutile la potenza priva di controllo. Combina qualcosina di buono ma l'irruenza del suo fisico arriva sempre prima delle sue intenzioni, buone o meno buone che siano. Tornerà utile, a patto di dargli il giusto spazio.

ABRAMO CANKA 6,5
Qualche evitabile forzatura ma anche almeno un paio di canestri di grande importanza, di puro atletismo, reattività, furbizia. Non ha ancora, però, la tecnica, l'esperienza e la personalità per cambiare le partite.

JORDAN BAYEHE 7
Una prima parte di gara da incorniciare, nella quale produce 12 punti con 5/10 dal campo e ben 10 rimbalzi in meno di 16'. Cala alla distanza, chiudendo con un buonissimo 14 + 14, ma trovando pochissimo supporto dal resto del cast. Benvenuti, però, gli scappa da tutte le parti. Tra i meno colpevoli in assoluto.

SIMONE PIERICH 5,5
Su livelli assai lontani dai suoi migliori standard (2/6 dal campo, tirando sempre, a causa della mancanza di schemi, con l'uomo addosso). Quando, però, nell'ultimo quarto, esce per falli, i compagni crollano psicologicamente e subiscono un'irreversibile implosione.

COACH GERMANO D'ARCANGELI 5
E' assai meno colpevole che in altre occasioni, se non altro per la preparazione della gara dal punto di vista difensivo. Disinnescando il pick and roll di Giachetti e Benvenuti con una uomo caratterizzata da cambi molto aggressivi e sorprendendo gli avversari con una arrembante zona 3-2, gioca alla pari con Forlì per 30 minuti buoni, salvo poi inevitabilmente pagare l'impietoso gap di talento e solidità che viene fuori nell'ultima frazione (che termina con uno scioccante ed impietoso 28-10 per Giachetti & Co). Il tutto nonostante Dell'Agnello non possa disporre dell'infortunato Ndoja, e Watson, Rush e Marini combinino per un tanto disastroso quanto inusuale 9/29 dal campo. Gli Sharks reggono sempre la forza d'urto a rimbalzo (39 a 39), ma se segnano, per di più in casa, meno di 60 punti e tirano dall'arco con un impresentabile 2/19, difficilmente possono pensare di prevalere contro qualsiasi avversario. La perdurante mancanza di una benché minima organizzazione offensiva e, soprattutto, di un americano di perimetro che funga da realizzatore naturale (essenziale sia per correggere un roster mal costruito, pieno di doppioni e privo di una prima punta, sia per fornire una bocca da fuoco ad un attacco senza talento), costituiscono evidenti difetti strutturali ai quali metter mano quanto prima. E la presunzione con la quale si continua a sposare la linea secondo la quale si debba continuare a regalare un americano in un campionato in cui dotarsi di due stranieri di sicuro rendimento farebbe invece tutta la differenza del mondo potrebbe, a lungo andare, rivelarsi pericolosissima. Per la verità qualche brivido arriva già dando un'occhiata ad una classifica che inizia a mostrarsi rischiosa e che, al netto delle due botte di fattore C delle quali gli Sharks hanno beneficiato sia a Caserta che a P.S. Giorgio, avrebbe potuto rendere gli Squali, già ad oggi, tra i primi candidati alla retrocessione.







Stampato il 04-18-2024 11:52:26 su www.roseto.com