Serie A2 Est – Roseto Sharks
LEO BUSCA E I PILASTRI PER LA SALVEZZA

Intervista al play che ha portato Roseto in A2 e in A1 e poi l’ha salvato sul campo.

Roseto degli Abruzzi (TE)
Venerdě, 21 Febbraio 2020 - Ore 11:45

In mezzo alla tempesta, un porto significa salvezza.

Parlando del tormentato Roseto di quest’anno, che cerca un approdo per restare in A2, la mente corre a chi ha già fatto l'impresa: Leo Busca, classe 1972, capitano e playmaker della salvezza in Serie A nel 2005/2006, oltre che regista sia della promozione in A2 con vittoria della Coppa Italia del 1997/1998 sia della storica promozione in A1 del 1999/2000.

Campione del Mondo Over 40 in carica, Busca ha già puntato il Lido delle Rose: «Non vedo l’ora di tornare, con mia moglie e mio figlio, per qualche giorno d’estate in completo relax, riabbracciando i tanti amici rosetani».

L’ex playmaker che,  per citare il coro che gli dedicarono i tifosi: «Correva a cento all’ora con la palla tra le mani... e non vedeva l’ora di bucare la retina» è oggi responsabile del settore giovanile del Cus Padova, città dove vive, ed è completamente assorbito dal gran numero di partite.

Sugli Sharks dice: «Mi spiace il Roseto sia ultimo, speriamo si salvi per il bene di una storia che ormai ha quasi un secolo».

Leo ammette di non sapere chi allena o com’è composta la squadra, ma volentieri parla della “sua” salvezza del 2006, con la solita schiettezza: «Ci salvammo perché, per quanto pochi e “cani malati”, come ribattezzai io stesso la truppa, ci fidammo ognuno del compagno e giocammo alla morte tutte le partite. Tutti ricordano Capo d’Orlando, ma se non avessimo vinto a Reggio Calabria o in casa contro la Virtus Bologna, non saremmo arrivati a quella gara in condizione di potercela fare».

Busca poi chiosa: «Per salvarsi direi che servono alcuni pilastri. I giocatori, che devono davvero fidarsi ognuno dell’altro, soprattutto con una rotazione risicata, costruendo ogni giorno una squadra più dura mentalmente. La società, che deve essere vicina alla squadra, proteggendola e incoraggiandola fino all’ultimo minuto utile. I tifosi, che a Roseto sono sempre stati benzina per noi giocatori e fuoco per gli avversari».

Tre pilastri bastano per far reggere lo sgabello della salvezza. Adesso la sfida è trovarli tutti al proprio posto, nelle ultime otto decisive giornate.





Stampato il 05-04-2024 03:15:24 su www.roseto.com