Emergenza Coronavirus Covid-19
L’OSPEDALE DI ORTONA, UNICO CENTRO DI ECCELLENZA IN ABRUZZO PER LA CHIRURGIA SENOLOGICA, DESTINATO A PAZIENTI COVID-19!

La dura lettera del professor Ettore Cianchetti, che sottolinea l’incongruità di una scelta adottata dalla Regione adducendo motivazioni che non corrispondono a verità.

Roseto degli Abruzzi (TE)
Mercoledì, 18 Marzo 2020 - Ore 21:00

L’emergenza Coronavirus Covid-19 non deve far perdere di vista le altre patologie, fra le quali quella che fa più paura di tutte e che ha alti tassi di mortalità: il cancro.

Partendo da questa riflessione oggettiva, il professor Ettore Cianchetti, presidente dell’Associazione ISA e già chirurgo senologo da poco in pensione, ha scritto oggi una lettera indirizzata a Presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, all’Assessore regionale alla Salute, Nicoletta Verì, al Direttore generale della Asl 2 Lanciano Vasto Chieti, Thomas Schael, e al dipartimento per la Salute della Regione Abruzzo.

Il professor Cianchetti ha espresso e motivato la sua contrarietà all’individuazione dell’ospedale Gaetano Bernabeo di Ortona quale “Ospedale Covid-19”. Ovviamente, l’apprezzato ex chirurgo ha tenuto a precisare che a Ortona si rendono perfettamente conto dell’emergenza Covid-19 e della necessità di offrire adeguate risposte, ma quell’ospedale rappresenta l’unica eccellenza abruzzese per la chirurgia senologica e quindi, così agendo, si rischia di fermare per lungo tempo sia gli interventi chirurgici sia controlli e cure per le molte donne che usufruiscono del centro, vista l’incompatibilità – all’interno della stessa struttura – di donne immunologicamente compromesse con pazienti affetti da Covid-19 e quindi altamente contagiosi.

Nella sua lettera, inoltre, Cianchetti fa notare che la decisione si basa su una circolare del dipartimento della salute della Regione Abruzzo, nella quale si individua il nosocomio ortonese perché dotato di UOC – Unità Operativa Complessa di Pneumologia di alto livello, mentre – è sempre Cianchetti a stigmatizzarlo – l’ospedale di Ortona, insieme a quello di Atessa, è l’unico presidio senza rianimazione, esistendo soltanto tre posti di terapia post-operatoria, open space contigui alle sale operatorie e alle sale della PMA di difficile contenimento ambientale.

L’incredibile vicenda ha scatenato le proteste di tante donne in cura nel centro o che a Ortona sono state curate. Sui social media, oggi era possibile leggere amare riflessioni come questa, firmata da Marina Febo: «Ci sono voluti anni e anni di sacrifici per far diventare l’ospedale di Ortona centro di eccellenza europeo, Breast Centre con certificazione EUSOMA, conosciuto in tutta Italia e all’estero. Io sono paziente in questa struttura da 4 anni, la frequento molto assiduamente, l’ho sempre definita, anche pubblicamente, una “clinica svizzera”, realizzata, ad onor del vero, grazie al grandissimo impegno di medici - guidati dal Prof. Cianchetti - infermieri, operatori e associazioni, a fronte di risorse non sempre adeguate. Far convivere nella stessa struttura pazienti Covid-19 e pazienti immunodepressi è una scelta incomprensibile e forzatamente conciliabile, che in ogni modo inciderà negativamente sul futuro di quello che finora è un centro di eccellenza al servizio di pazienti non solo dell’Abruzzo, che merita di essere destinatario di una idonea programmazione e “valorizzazione” in termini di risorse umane ed economiche. Andando a fare visite dai luminari a Roma e Milano, oggi le pazienti si sentono dire: “Perché venite qui? Avete il centro di Ortona!”. Facciamo in modo che possano continuare a dire questo nelle Regioni all'avanguardia. I pazienti Covid meritano tutta l'attenzione e la cura possibili e immaginabili in strutture idonee e a loro dedicate. Sono certa che potranno essere valutate e individuate altre alternative, anche private, anche nella medesima Provincia, ma... voglio ancora credere di aver letto una fakenews o una bufala. Della serie, per favore non scherziamo con la salute di chi è già fragile e non distruggiamo le nostre eccellenze regionali. Grazie.».

Il Coronavirus Covid-19 è un’emergenza da fronteggiare, ma il cancro è un mostro da combattere quotidianamente. E non è pensabile bloccare interventi e cure delle tante donne che, purtroppo, ne hanno un disperato bisogno, di fatto bloccando le attività di un ospedale come quello di Ortona, che nel 2019 è stato l’unico nella Regione Abruzzo dedicato alle cure oncologiche della donna, in cui sono state operate più di seicento donne con tumori della mammella (oltre il 60% delle donne trattate nella nostra regione).

Insomma: come è stato possibile adottare una simile scelta?

Di seguito, la lettera.

ISA


Ieri in una riunione del comitato ristretto dei sindaci con il Direttore generale della ASL 2 Abruzzo a cui non ha partecipato il Sindaco di Ortona, perché non invitato, è stato deciso di fare del Presidio di Ortona uno degli ospedali Covid -19.

La decisione si basa su una circolare del dipartimento della salute della Regione Abruzzo n. 77223/20 a firma del dott. Giuseppe Bucciarelli. Nella circolare si individua Ortona perché dotata di UOC – Unità Operativa Complessa di Pneumologia di alto livello: questo non corrisponde a verità. Chi ha preso questa decisione non conosce affatto l’ospedale di Ortona, che insieme ad Atessa è l’unico presidio senza rianimazione.
Esistono soltanto tre posti di terapia post-operatoria, open space contigui alle sale operatorie e alle sale della PMA di difficile contenimento ambientale.

Vale la pena ricordare che nel 2019 nell’ospedale di Ortona, unico nella Regione Abruzzo dedicato alle cure oncologiche della donna, sono state operate più di seicento donne con tumori della mammella (oltre il 60% delle donne trattate nella nostra regione).

È evidente che donne compromesse dal punto di vista immunologico non possono condividere gli stessi ambiti di pazienti altamente contagiosi ed è inevitabile quindi la sospensione della chirurgia senologica.

Già un anno fa con le dimissioni del prof. Fanfani, Direttore della Ginecologia Oncologica, mai sostituito dalla ASL e dall’Università di Chieti, si è ridotta la capacità terapeutica ginecologica; a questo si vuole aggiungere la chiusura della Senologia, unico Breast Centre certificato EUSOMA in Abruzzo.

Le donne hanno memoria lunga e al tempo debito e nelle forme istituzionali ricorderanno come si tiene in conto la propria salute.

APS ISA
Il Presidente
Prof. Ettore Cianchetti





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