Roseto Sharks
STALLO MESSICANO

Qualcuno di buon cuore – e solido portafogli – rompa l’attuale situazione. Per pietà...

Roseto degli Abruzzi (TE)
Martedì, 23 Giugno 2020 - Ore 17:15

Un’altra settimana infruttuosa è passata e il basket giocato continua a latitare da Roseto degli Abruzzi, che rischia di festeggiare nel 2021 il primo secolo di uno sport che potrebbe giocarsi soltanto a livello dopolavoristico, nel glorioso Lido delle Rose.

Nella storia recente, solo nel 2007/2008 non c’è stata una “prima squadra” in città. Accadde dopo la vendita del titolo di B2 al Chieti, da parte del proprietario e presidente Alberto Rapagnà, nell’estate del 2007, dopo la finale persa contro Fossombrone.

Adesso, dopo la vendita del titolo di A2 alla Stella Azzurra Roma, da parte del proprietario Daniele Cimorosi e del presidente Antonio Norante, la situazione è simile: uno “stallo messicano” in cui i vari attori in campo si “puntano pistole” tenendosi d’occhio e attenti alle mosse dell’altro (più che alle proprie).

Una inquadratura che tanto piacerebbe a Quentin Tarantino, ma che non piace affatto ai rosetani, che rischiano di essere le vittime di giochi di potere, sottili e sotterranei, che si stanno sviluppando nelle ultime settimane.

Intanto, da più parti d’Italia si sorride pensando a una piazza (qualche volta pure derisa) nella quale due diverse “fazioni” delegano due diversi uomini d’affari del basket a reperire un titolo di Serie B, con il tragicomico risultato che – ovviamente – il titolo non si trova.

Di più: qualche personaggio pubblico si è già attivato contattando ex allenatori del Roseto, rosetani, e prospettando loro un ritorno in panchina per una operazione di rilancio che è certamente necessaria, ma che al momento non può avvenire per mancanza del titolo sportivo.

Insomma, tornano in mente le righe che nella stagione 1982/1983 il settimanale Superbasket dedicò a Roseto, che in quel campionato aveva la squadra in A2 (retrocessa a fine stagione). Il giornale di riferimento della pallacanestro italiana così scriveva: «Quest’anno, anziché Roseto è più che altro – per errori estivi – “Spineto” degli Abruzzi. Dove resta il concetto di rosa e si unisce il concetto di (folle) conduzione di squadra. [...] Follie a getto continuo, che non pagano mai: il primo che si sveglia la mattina comanda, così sì va diritto nel casotto».

Corsi e ricorsi storici? Si spera di no.



Stampato il 04-27-2024 02:02:31 su www.roseto.com