Franca Valeri
UN SECOLO DI GENIALITÀ

L’intervista di Paolo Di Vincenzo, pubblicata il 10 marzo 2007 sul quotidiano Il Centro, con un’introduzione dell’autore.

Roseto degli Abruzzi (TE)
Lunedì, 10 Agosto 2020 - Ore 14:15

Franca Valeri è scomparsa ieri, domenica 9 agosto, pochi giorni dopo aver compiuto il secolo. È, per sempre, un pilastro fondante del nostro cinema, del nostro teatro, della nostra televisione. Mi permetto un umile omaggio ripubblicando una intervista che mi rilasciò per il quotidiano il Centro, il 10 marzo 2007, in cui parla dello spettacolo che allora portava in tour (Le serve di Genet per il circuito Atam), della sua amicizia con il pescarese Ennio Flaiano, del teatro.

«Le serve» di Genet tratta un tema particolare, quello dell’omicidio.
«Sì ma, naturalmente, questo testo assume anche altri significati. Qui la padrona diventa quasi un’emanazione della loro fantasia, della loro psicologia. La versione che ne dà il regista è un po’ diversa rispetto alla tradizione, ha trasformato le due serve, in due serve anziane anziché giovani, e la padrona che ha quasi l’aspetto surreale della loro fantasia, malata. La commedia corre sul filo della fatalità».

Il teatro di oggi vive una drammatica assenza di testi, di commediografi.
«Sì purtroppo, ci sono pochi testi nuovi se non quasi niente. C’è una continua riesposizione di vecchi titoli. C’è, soprattutto, una grande penuria di mezzi, anche la parte organizzativa che sostiene il teatro è da rinnovare. A me non dà un’eccessiva noia, faccio quello che mi piace di fare. Ma è un problema per i nuovi interpreti».

Nelle platee trova ancora giovani?
«Non è vero che il pubblico del teatro è invecchiato. Ci sono dei giovani, io mi compiaccio di averne molti tra il mio pubblico. In fondo oggi il teatro non è più costoso del cinema, o del football. E poi i ragazzi sono facilitati dalle organizzazioni che promuovono le stagioni».

Lei ha regalato al pubblico bellissime interpretazioni al cinema (indimenticabili quelle al fianco di Alberto Sordi a partire dal «Vedovo»). Cosa pensa della produzione attuale?
«Francamente non saprei assumere un pensiero critico perché lo seguo molto poco, vado poco al cinema. Preferibilmente vedo qualche film inglese, perché hanno molto gusto, film storici, americani. I film italiani li vedo poco».

La commedia all’italiana, è finita?
«Mi pare di sì. Da quello che sento, almeno. Fanno tutti queste finte commedie, queste fiction in televisione. Film da commedia come li facevamo noi non se ne fanno più».

Lei ha avuto modo di conoscere bene Ennio Flaiano. Ne vuole fare un ricordo?
«Eravamo amici. Era un uomo di una intelligenza incredibile, feroce. E poi un grande scrittore, un grande sceneggiatore. Con la mia collega, Patrizia Zappa Mulas (interprete delle Serve, ndr) abbiamo fatto uno spettacolo di letture, di Flaiano e Brancati. Purtroppo ci ha lasciato presto. Se era rancoroso? No, è che era dotato di una ironia incandescente e ad alcuni, per questo motivo, era poco simpatico».



Stampato il 04-30-2024 16:21:35 su www.roseto.com