Roseto Basket Story
PHIL MELILLO: IL MARINE CHE PORTO’ ROSETO IN SERIE A1.

Nel giorno del 68° compleanno del coach – che ha scelto di vivere a Roseto degli Abruzzi – protagonista della storica promozione in A1, la pagina a lui dedicata sul libro ‘il CUORE del ROSETO’ di Luca Maggitti.

Roseto degli Abruzzi (TE)
Luned́, 26 Ottobre 2020 - Ore 15:45

“Hey man, I miss Phil…”.

Albert Burditt, al PalaScapriano di Teramo in canottiera Ferrara, disse a Lorenzo Settepanella che sentiva la mancanza di coach Phil Melillo durante uno stretching pre-partita.

Burditt era uno della truppa dei “cani malati” (definizione coniata dal play di quella stagione, Leo Busca), che vinse il campionato di Serie A2 1999/2000, in barba alle classifiche estive degli esperti che pronosticavano la Cordivari Roseto nelle ultime posizioni.

Melillo era arrivato a Roseto nella stagione 1998/1999, in una piazza che mal digerì il mancato rinnovo del contratto del coach rosetano Tony Trullo, artefice della promozione in Serie A2 e raro esempio di profeta in patria.

Ma era il tempo del vulcanico Michele Martinelli, che amava fare di testa sua e spesso (sempre?) andare contro le opinioni diffuse, le frasi fatte, i convincimenti solidificati in questa o quella chiacchiera da bar.

I fatti, col senno di poi, diedero ragione a lui.

Così “Miguelon” smantellò la squadra che stravinse B1 e Coppa Italia di Lega, affidandone la guida a Phil Melillo, oriundo nato a Newark, classe 1952, un passato da playmaker e una Supercoppa vinta da allenatore a Verona, contro Milano, nel 1996-1997.

Melillo traghettò alla salvezza la Cordivari Roseto 1998/1999, facendole giocare anche un turno di playoff promozione contro Pozzuoli (uscendo 1-2 ai Quarti), allenando per poche gare un fenomeno destinato alla NBA come Adrian Griffin e buoni giocatori come Federico Pieri ma, soprattutto, facendo rendere onesti mestieranti del parquet come Jamal Johnson: il centro che per non sbagliare i tiri, essendo affetto da strabismo, schiacciava sempre.

Grande etica lavorativa, grintosissimo, mai soddisfatto, Phil Melillo firmò il suo capolavoro nella stagione successiva vincendo la Serie A2 senza passare per i playoff, contro ogni pronostico.

 E se c’erano campioni come Moretti e poi Boni, c’erano anche buoni giocatori come Busca e gente che ha reso tanto solo con Phil, come Savio o Burditt.

Martinelli confermò il tecnico anche in A1 nel campionato 2000/2001 e fu un altro capolavoro, con Roseto – da matricola – sorpresa del campionato a giocare prima la Final Eight di Coppa Italia e poi i Playoff Scudetto a 8 contro la Virtus Bologna del “Grande Slam”.

Melillo tornò a Roseto nel 2002/2003, chiamato dal Presidente Enzo Amadio alla guida di una squadra forte, e furono ancora Final Eight di Coppa Italia (andando in semifinale), Ottavi di Uleb Cup e Playoff Scudetto.

Il terzo “ritorno rosetano”  di Melillo – che in città ha scelto di vivere con la moglie Mavi e la figlia Martina – è stato nella stagione 2012/2013, arrivando al 2° posto in DNB e venendo ripescato nella attuale A2 Silver.

Poi l’amarezza di una sostituzione dopo 8 giornate, per far posto proprio a Tony Trullo, che lui aveva sostituito nel 1998 (stranezze del basket).

Phil non ha fatto mezza polemica, anche perché lui è il coach che ha portato Roseto in Serie A1.







Stampato il 05-04-2024 18:01:46 su www.roseto.com